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Gender Gap: significato, dati, cause e possibili soluzioni

Flavia de Durante 28 Marzo 2022
F. d. D.
28/07/2024

Cos'è il Gender Gap, significato della parola, dati, cause, come si verifica nel mondo del lavoro, nello sport e spettacolo e possibili soluzioni.



“Signorina, posso parlare col Direttore?”; “Sei una donna, questo lavoro non è adatto.”; “Sono pagata meno del mio collega uomo, pur avendo lo stesso incarico.”; “Meglio evitare di affidare questo incarico ad una donna.”

Queste sono alcune delle spaventose frasi che lasciano chiaramente intendere cosa significa Gender Gap e cos’è il divario che, su vari piani, caratterizza la considerazione differente che la società ha dell’uomo e della donna.

Sono sempre più, purtroppo, le disparità di genere che si verificano sul luogo di lavoro: condizioni differenti, contratti diversi, crescita economica e prospettive di carriera totalmente disequilibrate tra lavoratore maschio e femmina.

Cosa vuol dire Gender Gap, significato dell’espressione qual è? Con quest’espressione si fa riferimento, chiaramente, alla differenza di trattamento tra uomo e donna in vari campi dellla vita, in particolar modo quello lavorativo. Di anno in anno, attraverso questo dato (che è divenuto un vero indice di valutazione e analisi) si comprende come e in che misura il divario sia vissuto nelle varie aree del mondo.

E’ tra i compiti del World Economic Forum quello di tenere sotto controllo questo indice. Il Gender G. Index è, appunto, il parametro sul quale ogni anno viene stilata la classifica dei paesi che sempre maggiormente s’impegnano per azzerare le differenze di genere. Lottando per la parità tra sessi, intanto, l’indice si basa su quattro indicatori principali: differenza di trattamento tra uomo e donna in merito alla saluteeducazioneeconomia e politica.

Analizziamo nel dettaglio cosa vuol dire Gender Gap, cos’è e come si verifica nel lavoro, nello sport, nello spettacolo, sia in Italia che nel mondo. Quali potrebbero essere le soluzioni, come raggiungere una meritevole parità? A darci la sua opinione in merito, anche la Professoressa Caterina Miraglia, titolare di cattedra presso la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Salerno.

Significato Gender Gap: cos’è, cause, perché esiste e possibili soluzioni in Italia e nel mondo

In ogni parte del mondo, seppur in misure diverse, è presente un profondo divario nella considerazione sociale rivolta all’uomo e alla donna. In particolare, i lavoratori sono colpiti fortemente da questo fenomeno.

Da un’analisi condotta da EY, sembra che, in Italia, tra le donne impiegate nelle aziende, circa il 30% delle lavoratrici tra i 30 e i 50 anni ritiene che la propria posizione professionale non sia in linea con le proprie competenze. Secondo quanto riportato dal Forbes, 36% non ritiene valorizzate le proprie competenze; e oltre il 40% ritiene inadeguata la retribuzione.

E’ questo il significato di Gender Gap in Italia, cpom pure nel mondo: vivere nella condizione sociale di disparità economica, politica, lavorativa, di retribuzione.

Ma quali sono le cause del gap? Molti fattori contribuiscano al divario di genere, specialmente quello salariale. Innanzitutto, le pratiche discriminatorie. Oltre a ciò, il tempo lontano dall’occupazione e il tempo richiesto dal lavoro. Spesso, infatti, le donne hanno maggiori difficoltà ad organizzare la vita privata e quella lavorativa rispetto agli uomini. La disparità di genere sul lavoro è dunque, inevitabilmente, anche strettamente collegata al ruolo della donna come madre/moglie/compagna.

In Italia, secondo l’ISTAT, infatti, l’11% delle mamme dichiara di non aver mai cercato un’occupazione per potersi dedicare alla cura dei propri bambini. Il dato è estremamente preoccupante! E dimostra, oltre alla presente discriminazione, anche l’assenza dello Stato. La prima soluzione per sopperire alla disparità di genere, infatti, dovrebbe essere proprio quella legata alle iniziative statali volte a garantire alla donna aiuti e sussidi sufficienti per svolgere qualsiasi attività al pari dell’uomo.

Dati Istat sul divario retributivo di genere in Italia e nel Mondo

Per meglio comprendere cosa vuol dire Gender Gap, dati ISTAT sono da intendersi quale misura della disparità di genere. Le seguenti ufficiali tabelle e dati dimostrano la preoccupante realtà sociale (puoi visionarne alcune ISTAT qui).

In primis, concentriamoci sul cosiddetto Gender Pay Gap (GPG), la differenza salariale tra uomo e donna. Questo si verifica anche a pari mansioni lavorative, come dimostrato dal GPG Report 2021 di JobPricing: lo stipendio lordo annuo delle donne risulta inferiore dell’11,5% rispetto a quello degli uomini.

Nel 2018, per l’Italia, si è registrato un GPG pari a 6,2%. Tale valore si riferisce ai lavoratori dipendenti delle unità economiche con almeno 10 dipendenti dei settori privati e pubblici extra-agricoli. Il valore è il risultato della retribuzione oraria media di 16,2 euro per gli uomini e di 15,2 euro per le donne.

Il differenziale retributivo di genere ad esempio è più ampio tra i laureati (18%). Si conta una retribuzione media oraria di 19,6 euro per le donne e di 23,9 euro per gli uomini. Anche tra i dipendenti con un’istruzione primaria (15%), sebbene su livelli retributivi orari decisamente più bassi (10,8 euro le donne e 12,7 euro per gli uomini).

Tra i Dirigenti il GPG è pari al 27,3%. Tra gli Artigiani e operai specializzati è del 18,5%. Per le Forze Armate è del 18,8%. Nel complesso, nella classe di età 25-49 anni, il tasso di occupazione delle donne italiane è di 15,3 punti inferiore alla media Ue (58,7% rispetto a 74%). Si tratta del più basso d’Europa.

Lo studio “Women, business and the law 2019”, condotto dalla Banca Mondiale, ha analizzato la situazione economica di 189 Stati. La conclusione? La disparità tra generi in campo lavorativo non solo produce evidenti problemi sociali. Ma anche una minore crescita di produttività a livello globale.

Gender Gap nel lavoro e nella società: cause e possibili soluzioni

I dati del gender gap nel mondo evidenziano cos’è e quanto sia grave questa problematica, soffermiamoci sulle possibili soluzioni a questa triste realtà.

Quello che porta la donna allo sviluppo di una carriera è, già in partenza, un “percorso ad ostacoli”. Questo, perché la lavoratrice deve confrontarsi con numerose realtà sociali che la “spingono indietro” rispetto al lavoratore.

“Per esperienza personale, sul lavoro, fortunatamente non mi è mai capitato di riscontrare trattamenti differenti tra lavoratrici e lavoratori nell’Università.”– Principia la Professoressa Miraglia.-

“Tuttavia, so bene che questa realtà esiste eccome. Chiunque dovrebbe insorgere contro questo fenomeno, perché è una follia! La società parte dal presupposto che numerose lavoratrici sono anche madri, eppure non consente alle stesse di “reggere” entrambi i ruoli senza creare difficoltà.”

“E’ soprattutto da questo che nasce la disparità di genere sul lavoro, dalla considerazione che si ha della donna. Non vi è attualmente, almeno in Italia, un programma nazionale che consenta alle lavoratrici di avere una strada semplice per svolgere qualsiasi mansione, specialmente perché non c’è un’omogeneità tra le professioni e mestieri.”– Continua la professoressa.-

“Quali le possibili cause del gender gap? Probabilmente le radici sono di natura storica. E’ solo di recente, come sappiamo, che quasi tutti i lavori sono stati aperti anche alle donne. Forse per questo motivo, si guarda alla carriera come a qualcosa di tipicamente maschile. Tuttavia, ad oggi, non si può più assolutamente ritrovare in questo la motivazione per cui esistono disparità sociali e lavorative. Sono condizioni che abbiamo abbondantemente superato.”

“Mi sembra impossibile anche solo pensare che retribuzione o incarichi possano essere differenti tra uomo e donna, attualmente. Specialmente se i lavoratori si impegnano allo stesso modo, ottenendo risultati uguali. Se, tuttavia, ci si aspetta che una lavoratrice sia anche, ad esempio, una madre (e questo è tipico del nostro Stato), allora il discorso dev’essere più particolare. Sembra sempre che tutto debba essere sulle spalle della donna!”- Afferma la docente.-

“Una possibile soluzione per evitare che la donna si trovi in difficoltà, visto tutto quello che le viene richiesto nella vita privata e sul lavoro? Che lo Stato metta a disposizione della lavoratrice degli strumenti per garantirle di lavorare in serenità. Un esempio, sono gli asili nido sul luogo del lavoro. O delle assistenze sociali, degli aiuti. Purtroppo, al momento, non vedo grandi spiragli in questo senso. Lo Stato è tristemente assente.”

© Riproduzione Riservata
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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto