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Mascherine bambini scuola infanzia e primaria: danni nella crescita

F. d. D.
25/12/2024

Pro e contro mascherine ai bambini a scuola dell'infanzia e primaria: quali sono i danni nella crescita per chi le usa, il punto della psicoterapeuta e dirigente scolastica.


Mascherine bambini scuola infanzia e primaria

Bambina mascherina covid

Dalle FFP2 alle chirurgiche, che sia a scuola o al parco, l’obbligo della mascherina per i bambini conseguenze ne comporta, come i danni che può creare nella crescita il suo uso costante.

Siamo ormai tutti tristemente abituati a guardare i nostri volti coperti per proteggerci dal Covid. All’aria aperta, al chiuso, nei negozi, negli uffici, a scuola.

Se ciò rappresenta un problema già per gli adulti, pensiamo a quanto sia difficile riconoscere le emozioni dipinte sul viso di un coetaneo o di un adulto per i bambini. I piccoli, questo è noto, sono in linea generale tra coloro che più di tutti stanno subendo i danni psicologici e sociali di questa pandemia. Secondo un recente studio, infatti, sembra che la prevalenza di ansia negli adolescenti varia dal 19% al 64%. E nei bambini (5-12 anni) varia dal 19 al 78%.

A scuola le mascherine FFP2 per bambini, come pure quelle chirurgiche, hanno rappresentato un enorme ostacolo.  Relazionarsi con persone o altri bimbi col volto coperto, oltre che creare una barriera sociale, comporta anche un’incapacità nei piccoli di riconoscere la mimica e le espressioni facciali più comuni.

E’ naturale, allora, domandarsi se l’uso e l’obbligo delle mascherine per bimbi a scuola dell’infanzia e primaria, possa comportare conseguenze gravi come un ritardo nell’apprendimento delle nozioni sociali di base, rappresentando un problema reale.

Proviamo a comprenderlo con l’aiuto della psicoterapeuta, dott.ssa Serena Valorzi e con il dirigente di scuola dell’infanzia Mariagiovanna Falco.

Mascherine nei bambini a scuola dell’infanzia e primaria: danni nella crescita, le mancate emozioni

L’obbligo delle mascherine in classe per i bambini alle elementari rappresenta un grande ostacolo sociale-relazionale.

“Non c’è dubbio, portare le mascherine che ci proteggono è una vera scocciatura. Respiriamo peggio, a volte non sentiamo ciò che l’altro dice (abituati ad aiutarci con il labiale). E ciò che è peggio, abbiamo perso la possibilità di leggere immediatamente le emozioni altrui, così importanti per coordinare la comunicazione. Questo, perché addirittura due terzi del viso, ove buona parte delle microespressioni si concentrano, sono nascosti. E dunque non si riescono ad attivare normalmente i nostri neuroni a specchio (che ci fanno “sentire” ciò che sente l’altro). Viene facile pensare che chi è piccolo e ha bisogno di imparare a riconoscere le emozioni altrui sia messo in difficoltà nel non vedere i visi.”- Ci fa sapere la più la psicoterapeuta Serena Valorzi.-

“Alcuni bambini si stanno così abituando ad essere “protetti” dalle mascherine che toglierle potrebbe far affiorare ansie di vario genere. Dalla sensazione di essere “nudi”, “invasi dallo sguardo “indagatore” altrui, al timore di essere percepiti come brutti. Ma possiamo immaginare che nella stragrande maggioranza si tratti di fenomeni facilmente superabili.” – Continua la professionista -.

Le emozioni dei bambini trattenute in una mascherina

“Ciò che mi preoccupa di più è ciò a cui di solito non pensiamo. I bambini non hanno solo bisogno di vedere i visi degli altri, ma hanno bisogno che gli altri vedano i loro visi quando ancora non sanno esprimere cosa sentono. Così mi chiedo: oltre a non poter vedere se la maestra stia sorridendo loro, avranno insegnanti capaci di vedere se viene loro da piangere? O di capire chi ha detto cosa in classe? Riuscire a sentire lo stato emotivo di una intera classe o di un singolo a viso scoperto non è lo stesso che avere davanti venti mascherine con solo gli occhietti scoperti!”- Puntualizza la dottoressa Valorzi.-

L’uso di mascherine nei bambini conseguenze ne procura, tanto alla scuola dell’infanzia che in primaria. Tra quelle più note, c’è il “danno nella crescita” che limita lo sviluppo delle capacità sociali e relazionali dei piccoli. E’ possibile limitare questi danni?

“Temo che il danno ci sia e ci potrà essere. Anche perché noi adulti siamo stati tutti un po’ ammaccati dal distanziamento sociale e dalle conseguenze del periodo pandemico. E si sa, si ha maggiore probabilità di crescere un bambino sano se noi adulti stiamo bene! Quindi, mascherina o meno, credo che una splendida prevenzione del danno emotivo e relazionale sia che noi adulti ci osserviamo bene.”

“Un bambino che cresce con adulti capaci di comunicare bene gli stati emotivi, modularli saggiamente e gestire tensioni e momenti di preoccupazione, non avrà problemi a muoversi nel mondo delle relazioni. Nonostante per molto tempo gli possa essere mancata la possibilità di vedere i visi dal vivo! Quindi tiriamoci su le maniche perché noi adulti possiamo davvero fare la differenza!”

Come limitare i danni delle mascherine sui bambini piccoli

Da un’analisi prettamente psicologico-sociale, sembra tra le conseguenze delle mascherine nei bambini alla scuola primaria e dell’infanzia, ci sia una maggiore difficolta nel tentativo di legare e creare rapporti con gli altri. Noi adulti come possiamo aiutarli a superare i disagi della pandemia del Covid?

“Penso che per poterli aiutare nel complesso compito del riconoscimento emotivo così necessario a una buona socialità, dovremmo pensare soprattutto ad affinare le capacità di espressione. Di comprensione emotiva di noi adulti. Un bambino che sente riconosciute le sue emozioni sarà un adulto capace di riconoscerle. Prima di tutto in sé stesso! E di modularle in modo efficace, di sintonizzarsi bene con gli altri dando la giusta importanza all’emotività altrui.”- Afferma la psicoterapeuta Serena Valorzi.-

“Credo che sia importantissimo rendersi conto che non vedere i visi sia davvero un handicap, soprattutto per chi è in fase di apprendimento. Come superare i danni delle mascherine nella psicologia dei bambini? Cerchiamo di compensare:

I danni delle mascherine nei bambini, l’importanza delle espressioni

Riconoscere ed imparare ad interpretare le espressioni facciali è certamente molto importante per i più piccoli. Ma l’obbligo in classe delle mascherine FFP2 e chirurgiche per i bambini rappresenta un problema, nonostante l’efficacia dimostrata nella protezione dal Covid.

“Sono diverse le ripercussioni che la pandemia ha avuto sui cosiddetti “figli della pandemia”. Parliamo di quei bambini che sono venuti al mondo poco prima dell’avvento del COVID. O in quei giorni che ci hanno visti nell’immediato inizio del lockdown.”- Principia l’insegnate di scuola dell’infanzia Mariagiovanna Falco.-

“E’ facile asserire che il linguaggio, essendo comunicazione con gli altri, ha un carattere propriamente sociale. E proprio la socializzazione ridotta del periodo Covid ha limitato le occasioni di sperimentazione linguistica. Di conseguenza anche la possibilità del bambino di sviluppare agevolmente la sua capacità comunicativa.”

“Inoltre, la comunicazione non verbale è fondamentale per il bambino che impara a parlare. La mimica facciale veicola molte informazioni che vengono limitate dall’uso della mascherina. Penso, ad esempio, all’impossibilità da parte dei bambini percepire il suono delle parole senza il filtro attivato dalle mascherine. Ma anche al fatto che sia  fondamentale per il piccolo vedere in bocca l’adulto per riprodurre gli stressi movimenti di bocca, guancia e lingua. Le mascherine per i bambini sono un vero e proprio ostacolo. Ed è vissuto in modo particolare nella fase 0-3 anni. E’ infatti in questi anni che il bimbo sviluppa la comprensione linguistica.”

Cosa devono fare i genitori per limitare i danni delle mascherine sui figli

I genitori, nella situazione che ci troviamo ancora costretti a vivere, hanno un ruolo di primaria importanza. Sono proprio loro a poter adottare piccoli accorgimenti che diano un valido sostegno ai bambini. Prima di tutto è necessario parlare sempre lentamente, scandendo bene le parole e accompagnando alle parole i gesti. È importante anche che il bambino viva, in modo quanto più naturale possibile, l’interazione. Avendo quindi la possibilità di rispondere, di interagire ed esprimersi.”- Analizza il dirigente scolastico.-

“Non è difficile capire che i bambini sono stati privati tanti piccoli pezzi di puzzle, specie da punto di vista emotivo e relazionale. A noi adulti, l’arduo compito di riempire i vuoti. E donare loro quello che manca.”

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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto