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Smart working dipendenti pubblici: opportunità e modifiche per migliorare

Flavia de Durante 13 Ottobre 2021
F. d. D.
31/07/2024

Cambia lo smart working per la pubblica amministrazione, dal 15 ottobre si torna in ufficio ma il lavoro agile per i dipendenti pubblici resta un'opportunità: come si migliora.



Se c’è una cosa che ricorderemo sempre della pandemia, quella è certamente l’infinità di ore passate davanti allo schermo. Che sia per lavoro o per studio, ognuno di noi ha dovuto svolgere mansioni o visionare documenti esclusivamente online. Il lavoro agile è stato una opportunità che dopo l’annuncio del ministro Brunetta e con l’ufficialità del DPCM, si dovrà parzialmente salutare. Lo sanno bene i lavoratori che rientrano in ufficio dal 15 ottobre, e abbiamo visto come funziona e cambia lo smart working per dipendenti pubblici e privati.

Tuttavia, come ci ha tenuto a sottolineare il ministro della PA, non si dirà addio a questa modalità lavorativa per sempre. Anzi! Si prevede, con un buon programma riorganizzativo e con un attento piano, di dare nuovo spazio al lavoro agile.

Di fatto, tutte le aziende e gli istituti, sia pubblici che privati, hanno compreso in questo biennio pandemico le potenzialità del lavoro da remoto. Parliamo di importanti risparmi economici, di consumi, di inquinamento e di afflusso sui mezzi di trasporto. Riduzione dell’assenteismo, aumento della soddisfazione del dipendente. E non solo. Recenti statistiche confermano la riduzione drastica degli infortuni nei ambienti lavorativi negli ultimi due anni. E l’aumento notevole della produttività. Dato che, probabilmente, è stato considerato da tutti il più rilevante.

L’Osservatorio Smart Working in Italia stima l’incremento di produttività per un lavoratore derivante dall’adozione di un modello “maturo” di lavoro agile nell’ordine del 15%.

In base a questi dati che confermano le opportunità del lavoro agile, viene naturale chiedersi come cambierà per i dipendenti pubblici e per i privati, cosa dovrà fare la PA per gestirlo al meglio e renderlo funzionale anche dopo lo stato di emergenza.

A darci la sua opinione in merito, l’ex segretario Confederale e Generale della CISL,  il dott.Raffaele Bonanni.

Pubblica amministrazione, smart working dipendenti pubblici: cosa è cambiato, risparmi e crescita

Per capire cosa è cambiato nello smart working nella Pubblica Amministrazione, come può modificarsi per funzionare al meglio, rappresentando un’opportunità lavorativa alternativa a quella in ufficio, bisogna cercare le risposte nei dati di risparmio e crescita registrati dal 2020.

I benefici sono stati numerosi, sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, pubblici e privati. Da uno studio attento dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, risulta un aumento della produttività del 15%. E una riduzione del tasso di assenteismo fino al 70%.

Dalla stessa indagine, risulta essere un beneficio notevole la responsabilizzazione sul raggiungimento dei risultati. Viene grandemente apprezzata anche la capacità di coordinarsi meglio lavorando da casa. E di sentirsi maggiormente soddisfatti come dipendenti.

E questi non sono gli unici numeri a meravigliare. Di fatti, la riduzione dei costi vivi di gestione degli spazi fisici in termini di affitto, utenze e manutenzioni è stata davvero rilevante. Si parla di un risparmio del 30% delle spese totali.

Nella pubblica amministrazione è importante anche non sottovalutare un altro dato. Stiamo parlando dell’enorme risparmio derivato dai buoni pasto non goduti. Si tratta, solo alla fine del 2021, secondo alcune statistiche, di 35 milioni di euro che lo Stato italiano è riuscito a risparmiare. Questi, si collocano all’interno di una cifra ancora maggiore. 53 milioni, che corrispondono al risparmio totale dello stato per la PA a fine 2020, tutto grazie al lavoro agile.

“Lo smart working per i dipendenti e per i datori rappresenta una grande possibilità. Sia nel pubblico che nel privato.”– Ci conferma il dott. Raffaele Bonanni -.

“Il lavoratore ne guadagna certamente. Poiché recupera tempo utile e può organizzare al meglio l’equilibrio vita privata- vita lavorativa. E’ certificata anche una notevole riduzione dello stress del dipendente. Il lavoro agile riguarda anche l’azienda, ovviamente. Che riesce più facilmente a programmare la produzione. E a controllarne gli esiti.” 

Le opportunità del lavoro agile nella PA che si stanno perdendo: come coglierle e come farlo funzionare

“Con le regole e con l’organizzazione, potrà finalmente decollare uno smart working vero. Strutturato, ancorato a obiettivi. E monitoraggio dei risultati.” – Ha dichiarato il Ministro Brunetta.

Quali sono, dunque, le opportunità da cogliere, le prossime novità sullo smart working, come gestirlo e come farlo funzionare al meglio nella pubblica amministrazione e nei privati?

“Bisogna che avvenga una rivoluzione dall’interno. Da una parte, una dirigenza che sappia dirigere i carichi e gli incarichi di lavoro. Dall’altra, i dipendenti preparati con una valida formazione. Pronti ad impegnarsi per raggiungere gli obiettivi lavorativi stabiliti.”- Principia Raffaele Bonanni.-

“Senza un’organizzazione solida, il lavoro agile diventa solo un modo confusionario in cui, specialmente nella Pubblica Amministrazione, i dipendenti sono riescono a coordinarsi. E i servizi appaiono confusionari e insufficienti.”- Dice ancora l’ex segretario confederale.-

“Importante è considerare anche la regolazione del rapporto tra le imprese private o della PA e i dipendenti. Esiste una legge varata sul lavoro agile, del 2015. Ad oggi, questa è insufficiente. Gli accordi contrattuali non erano preesistenti al periodo pandemico. Molte persone si sono ritrovate a lavorare al di fuori di regolazioni contrattuali collettive. Questo ha potuto funzionare in pandemia. Per gestire, in prospettiva, una normalità fatta anche di lavoro da remoto, dev’essere rielaborata l’idea stessa di lavoro agile e la cornice che lo regolamenta.” –Afferma con decisione.-

“Innanzitutto, per fare questo, bisogna tramutare i sistemi di misurazione del lavoro. Bisogna traslare questo valore calcolandolo non più in base agli orari di lavoro. Bensì in relazione agli incarichi assegnati. Da quantità a qualità del lavoro. Si deve entrare in una nuova ottica.” 

Cosa devono fare i sindacati per salvare lo smart working per dipendenti

Cosa deve fare la PA e i sindacati per salvare lo smart working anche dopo la pandemia, come funziona questa alternativa lavorativa e come gestire al meglio questa opportunità concretamente realizzabile per la pubblica amministrazione e per i privati?

“Nella PA come nel provato, si deve investire molto in informazione e formazione per dipendenti e dirigenze. E’ necessario rinnovare queste ultime con quadri nuovi ed innovativi. Che abbiano un’ottima dimestichezza e preparazione sulle opportunità delle tecnologie digitali.”- Chiarisce Bonanni.-

“Nel PNRR c’è in programma di inserire tutti i dati pubblici in un cloud unico. Dati di province, regioni, delle entrate, della scuola, della sanità. E così via. Questa sarà un’opportunità gigantesca. Da cogliere in concomitanza con lo sviluppo del lavoro agile. Poiché sarà possibile consultare pratiche, documenti e modulistica online. Anche da casa. Ogni operazione potrà essere svolta senza la necessità di recarsi in ufficio. Questo cambiamento rappresenta il punto di svolta.– Afferma.-

“Servirà una task force che si occupi di questo progetto. Il clima e la volontà sono adatti e pronti per questa rivoluzione lavorativa. Ma c’è bisogno di un enorme impegno in termini pratici ed economici. E al momento, sinceramente, non mi sembra ci sia ancora.”- Fa sapere Bonanni, concludendo.-

“Ad oggi credo sia valida l’idea di alternare giorni in ufficio e giorni a casa. Questo, però,  nell’attesa che lo smart resti l’unica alternativa per quei lavori che lo permettono. L’obiettivo dev’essere lavorare da remoto. Il lavoro online ha tanti vantaggi e tanti svantaggi. E andranno esaminati e approfonditi singolarmente. Al fine di trovare il giusto equilibrio.”

© Riproduzione Riservata
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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto