La depressione, malattia silenziosa ma lentamente logorante, non appartiene unicamente al mondo degli adulti, ma è frequente anche nei bambini, con sintomi evidenti che è importante riconoscere per capire se un bambino è depresso.
Dal 1970 circa, infatti, gli studi hanno confermato che i disturbi di questo tipo possono colpire anche i piccoli in età infantile. E se non curati, purtroppo, possono compromettere seriamente il loro tenore di vita, le relazioni sociali e il percorso di crescita.
In generale, in un soggetto afflitto l’esperienza emotiva prevalente è negativa. E caratterizzata da picchi di tristezza e/o irritabilità duratura. Infatti, parlando dei sintomi, i bambini depressi appaiono infelici, si sentono sfiduciati e senza valore. Oppure si mostrano molto nervosi. Infatti, altro sintomo del disturbo dell’umore è la rabbia.
Ma come capire se un bambino è depresso? Quali sono i sintomi del disturbo depressivo infantile? A spiegarci cos’è la depressione nei bambini e nell’infanzia, quali sono i sintomi, cosa osservare e come curarla, la pediatra, dottoressa Tiziana Romano.
Tipi di depressione nei bambini piccoli e nell’infanzia e come accorgersene, segnali da non sottovalutare
In età infantile, la depressione può comportare non pochi danni nei bambini che soccombono ai sintomi della malattia e che non sanno come affrontare questo disturbo. Proprio per questo, è importante che gli adulti imparino ad osservare i segnali che mandano i bambini depressi per intervenire tempestivamente e al meglio.
“Per parlare di questa malattia mi piace sempre riprendere la teoria cognitiva di Beck, che la definisce come la “triade cognitiva”. Una visione negativa di se stessi/ una visione negativa delle proprie esperienze / una visione negativa del futuro. Evidentemente, all’origine del disturbo, vi possono essere: una diminuzione dei rinforzi positivi provenienti dall’ambiente/ un aumento dei comportamenti di fuga ed evitamento di fronte a situazioni problematiche. E la mancanza, nel repertorio comportamentale dell’individuo, di abilità specifiche per affrontare circostanze non facili.”- Principia la pediatra Tiziana Romano.-
“Le caratteristiche della depressione in età evolutiva, in particolar modo prima della pubertà, sono leggermente diverse dall’età adulta. Il bambino depresso non è semplicemente un “bambino triste”. Benché la tristezza sia un sintomo molto comune. E può avere una gravità diversa a seconda del grado, del numero di ore o di giorni in cui il bimbo si sente triste.”- Spiega la pediatra, analizzando cosa osservare nei casi di depressione infantile.-
“Ma molto comune tra i sintomi della depressione in età pediatrica è la rabbia. Che al contrario della tristezza, la quale spesso scompare durante la giornata, è più costante. E va da leggera irritabilità a scatti d’ira, violenza. O autolesionismo e pensieri omicidi. Importante è capire se c’è correlazione tra la presenza e il grado di rabbia e le esperienze giornaliere del bambino. Meno è influente il tipo di giornata sul sentimento di rabbia, più grave è la situazione.” -Puntualizza la dottoressa Romano.-
Sintomi del disturbo e perché i piccoli vanno in depressione
Così come nell’adulto, anche in età pediatrica le cause del disturbo sono diverse. Di tipo biologico, psicologico e sociale. Ma innanzitutto, come capire se un bambino è depresso? Quali sono i sintomi della depressione nei bambini piccoli e nell’infanzia?
“Comuni sono le crisi di pianto. Correlate ad un evidente incapacità di sopportare eventi anche semplicemente poco piacevoli. Grave in età pediatrica è l’anedonia. Ovvero l’incapacità di provare piacere. Quando il bimbo si mostra non responsivo ad attività piacevoli o gratificanti, che in passato gli avevano procurato gioia, la situazione è da affrontare con decisione.”- Afferma la pediatra.-
“Tra i principali sintomi del disturbo depressivo in età pediatrica c’è anche la sensazione di non essere amati. Immaginiamo quanto tutto ciò possa essere importante. Ad esempio, nel caso in cui la malattia si instauri o venga slatentizzata da eventi come un lutto. O la separazione dei genitori. Questo sentimento sarà insieme sintomo e potenzialmente causa e risultato della depressione nei bambini.”– Fa sapere Tiziana Romano.-
“Tra i sintomi cognitivi ne ricordiamo diversi. Come:
- La valutazione negativa di se stessi nel rapporto con i coetanei e nelle performance scolastiche o sportive.
- La disperazione. Intesa come incapacità nel trovare una soluzione ai propri problemi. Che porta con sé l’assenza di motivazione del migliorarsi. Perché tanto non ci si considera capaci di tale impresa.
- L’ideazione morbosa, una fra tutte l’idea compulsiva della morte.
- Il senso di colpa, inteso come attribuzione al sé di tutte le motivazioni dei propri fallimenti.
- La chiusura sociale come risultato della negativa visione di sé.”
“Inoltre ci sono aspetti collegati alla bassa autostima. E alle aspettative negative e alle difficoltà a concentrarsi in maniera propositiva. Emergono infatti difficoltà a prendere e mantenere decisioni. E, di conseguenza, riduzione della qualità delle performance, anche scolastiche.”- Spiega il medico pediatra.
Rimedi per la depressione nei bambini piccoli e nell’infanzia e cure
Considerati quali sono i sintomi e le cause della depressione nei bambini piccoli e nell’infanzia, è importante che gli adulti capiscano come intervenire e come affrontare e curare il disturbo depressivo.
“Cosa può fare la famiglia, come può intervenire? Il mio consiglio principale è di guardare, osservare e studiare i propri figli. Probabilmente ci sarà chi lamenta un “mondo di piccoli psicopatici”. Chi sostiene che in passato non ci fossero tanti problemi della sfera emotiva. Ma la realtà è chiaramente un’altra. Da un lato ad oggi c’è una maggiore consapevolezza e quindi una migliore diagnosi. Che evidentemente si traduce in una migliore assistenza e una migliore qualità di vita dei soggetti diagnosticati precocemente.”- Dice Tiziana Romano.-
“Dall’altro lato non dimentichiamo che la vita di oggi è nettamente diversa dalla vita di 50 anni fa. Basti pensare alla rivoluzione tecnologica che ha abbattuto drasticamente le interazioni sociali. E che ha segnato in maniera importante il tipo di interazioni sociali. E’ evidente che negli anni 2000 è ben strano vedere per strada torme di bambini o ragazzi che corrono dietro una palla. O che giocano in un cortile. In quest’ottica, quando l’attività meramente fisica e libera era maggiore, è chiaro come in un cervello plastico come quello in età evolutiva, potevano avere meno possibilità di esprimersi i sentimenti legati alla tristezza e alla solitudine.”- Spiega la dottoressa.-
“In conclusione, la famiglia non può giustificarsi con il fatto che un bimbo sia di indole taciturna. E non deve sottovalutare determinati sintomi! Ma guardare e diagnosticare in tempo cambiamenti negativi.”- Conclude la pediatra.-