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Aborto in Italia: legge, entro quando è legale e come funziona

F. d. D.
12/01/2025

Dalla legge sull'aborto in Italia ai limiti temporali dell'interruzione volontaria di gravidanza: tempi, quando è legale abortire, fino a quante settimane, numeri e casi.


Aborto in Italia

Aborto in Italia

Il tema dell’aborto volontario in Italia, da ragazze minorenni e donne adulte, è vissuto come un tabù. Purtroppo, per questo motivo, sono molte le donne “costrette” a prendere questa decisione in silenzio, con un gran dolore nel cuore per non subire le dita accusatorie della società. Ma un test di gravidanza positivo, se arriva al momento “sbagliato”, può portare a questa difficile decisione. Ed è legittimo! Per una donna, questa scelta può essere devastante, certo, ma talvolta necessaria. Proprio per questo, è fondamentale avere il diritto di optare per l’interruzione di gravidanza volontaria e nella totale libertà, informandosi su come fare, a quante settimane è consentito abortire con la pillola o con l’intervento chirurgico.

In Italia, l’aborto terapeutico è ovviamente legale ed è regolato dalla legge 194 che ne stabilisce i limiti di tempo, da quando e fino a che mese si può abortire e quali sono le procedure da seguire. Non mancano tuttavia e, anzi, vanno aumentando di anno in anno, gli obiettori e le proteste, specialmente da parte dei religiosi.

Partendo da questa base, comunque, è bene considerare i numeri e le statistiche delle interruzioni di gravidanza in Italia. Nel 2018 soltanto nel nostro paese ci sono state 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza, che corrispondono ad un tasso di abortività pari a 6.

A parlarci di questo tema così delicato, della legge che regola l’aborto in Italia, quando è legale e come funziona, l’avvocato specializzato nel diritto di famiglia Simona Napolitani.

Aborto volontario in Italia: cosa dice la legge e come funziona l’interruzione volontaria di gravidanza

Da quando è legale l’interruzione volontaria di gravidanza, quante settimane, cosa dice la legge ed entro quali tempi è legale l’aborto in Italia?

“Per interruzione volontaria di gravidanza (IVG) si intende l’intervento che porta alla conclusione della vita di un embrione per ragioni esogene. Nell’ordinamento italiano il diritto di abortire volontariamente è disciplinato dalla legge del 22 maggio n. 194 del 1978. Che ha rappresentato e rappresenta ancora un passo in avanti circa la tutela dei diritti delle donne. In quanto è stato previsto il diritto di interrompere volontariamente la gravidanza. Nel rispetto dei limiti imposti dalla legge. La donna può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza per motivi di salute, economici, sociali o familiari.” – Principia l’avvocato Simona Napolitani.-

“La situazione precedente era dominata dalla clandestinità delle pratiche abortive. Infatti, fino al 1978 l’IVG era considerata un reato. Nel 1975 la Corte costituzionale depenalizzò il c.d. aborto terapeutico. Stabilendo che non poteva esistere “equivalenza fra il diritto alla vita ed alla salute proprio di chi è già persona, come la madre. E la salvaguardia dell’embrione che persona deve ancora diventare”. Con il tempo vi furono questioni che influenzarono il dibattito a livello internazionale che nazionale. Fino a portare alla approvazione della legge. Il 22 maggio 1978, dopo anni di manifestazioni, lotte, proteste e battaglie politiche, venne approvata la legge 194.” – Fa sapere l’Avv. Napolitani.-

La donna può abortire. Ma solo se, come recita l’art 4 della Legge n. 194. “Accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica. In relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento. O a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”. Da una prima analisi della normativa in esame appare di tutta evidenza come il legislatore abbia voluto disciplinare, nei confini legali, il diritto alla procreazione cosciente. Ossia la libera scelta di consentire colei che non volesse portare avanti la gravidanza, il diritto di interromperla volontariamente, nei limiti ammessi dalla legge.”

Entro quando è possibile abortire, fino a quale settimana

La legge chiarisce le tempistiche, quando è legale l’aborto in Italia ed entro quante settimane sono specificati nella legge 194.

“E’ di tutta evidenza come il legislatore abbia voluto sin da primo articolo delineare l’interruzione volontaria della gravidanza come una scelta personale della donna. Nonché legittima manifestazione ed espressione non forzata della propria volontà bioetica interiore, cosciente e responsabile. Nel nostro ordinamento esistono due procedure distinte:

Interruzione di gravidanza volontaria in Italia: tipologie e a chi rivolgersi

Compresi i tempi e i limiti legali entro cui è possibile effettuare l’aborto in Italia, vediamo quali tipologie abortive esistono, dall’intervento chirurgico al metodo farmacologico.

“Esiste l’ aborto volontario: 

“Il primo, è una tecnica molto praticata. Si esegue in strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o in strutture private convenzionate e autorizzate dalle Regioni. Il secondo è una procedura medica distinta in più fasi. Prevede il ricorso a una pillola abortiva, la RU486 che contiene l’ormone mifepristone. Ossia uno steroide chimico che procura un aborto nei primi due mesi di gravidanza. La RU486 è coadiuvata dal misoprostolo che viene assunto due giorni dopo la somministrazione della pillola abortiva.”– Afferma l’avvocato avvocato Simona Napolitani, parlando dei metodi utilizzati per l’aborto in Italia e regolati dalla legge 194, così come i tempi e a chi rivolgersi.-

“E’ possibile ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico. Dietro richiesta della persona interessata. L’IGV con metodo farmacologico prevede le seguenti modalità:

Chi può abortire in Italia: donne maggiorenni, minorenni e straniere

La legge tutela tutte le donne che scelgono l’IVG. Di fatti, la possibilità di interrompere la gravidanza è rivolta anche a minorenni e straniere che possono scegliere l’aborto in Italia proprio grazie alla legge 194. Sulla pillola post rapporto e senza ricetta si è espresso anche il TAR e l’AIFA.

“Anche le donne minorenni (età inferiore ai 18 anni) possono richiedere un aborto, previo consenso dei genitori. Se la minore non vuole interpellare i genitori o questi rifiutano il loro assenso, la ragazza può rivolgersi al giudice tutelare. Tramite il consultorio, la struttura
sociosanitaria o il medico di fiducia. Per avere l’autorizzazione all’intervento.” – Precisa l’avvocato.-

“Anche le donne straniere possono ottenere l’IVG in Italia, anche se non hanno permesso
di soggiorno. Le strutture dove avviene l’interruzione volontaria di gravidanza devono raccogliere dati sul fenomeno. E il Ministro della Salute, presenta, ogni anno al Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione della legge stessa.”- Chiarisce ulteriormente il professionista.-

“Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno più di 40 milioni di
donne abortiscono. Nella metà dei casi si tratta di aborti clandestini. Prima del viaggio, di fronte alla possibilità di essere stuprate, migliaia di donne migranti ricorrono invece alla contraccezione preventiva. Per evitare di restare incinte. Sono pratiche diverse, ma sono entrambe espressione di un ostinato rifiuto di cedere il dominio sul proprio corpo. Della pretesa di essere donne senza essere madri. E di diventare madri senza essere costrette a occupare le posizioni e i ruoli prescritti dal patriarcato e dal mercato.”- Conclude l’avvocato Simona Napolitani.

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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto