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Maltrattamenti in famiglia: cosa fare in caso di violenza domestica

Flavia de Durante 25 Maggio 2021
F. d. D.
30/07/2024

Dal codice rosso sui maltrattamenti in famiglia a cosa fare in caso di violenza domestica: procedibilità, querela, pene e condanne del reato previsto dall'articolo 572.



La casa è solitamente intesa come luogo d’amore e posto sicuro. Per alcuni, però, può essere l’inferno. Nella quotidianità di una vittima di violenza domestica, infatti, le pareti della propria abitazione sembrano le sbarre di una gabbia del dolore. Lividi, minacce, offese, schiaffi. Genitori violenti, mariti aggressivi, figli che non temono di usare le mani. Ogni giorno, a poco a poco, le persone che più dovrebbero amarti si tramutano nei peggiori incubi.

I dati parlano chiaro e sono preoccupanti. Secondo recenti statistiche italiane, sono oltre 91.200 i minorenni in carico ai servizi sociali perché vittime di maltrattamenti per trascuratezza, violenza subita o assistita. Dalle percentuali UNICEF, 300 milioni di bambini tra i 2 e i 4 anni nel mondo subiscono regolarmente violenze dai propri familiari o tutori.

Da una indagine ISTAT condotta su un campione di donne tra i 16 e i 70 anni, invece, sono emerse statistiche altrettanto allarmanti. Sono 2 milioni le donne che hanno subito violenza domestica dal partner attuale o da un ex partner. E questi numeri fanno riferimento soltanto ai “pochi” casi denunciati. Inoltre, da un rapporto EURES-ANSA del 2005 si è scoperto che un omicidio su 4 in Italia avviene in famiglia. Il 70% di queste vittime sono donne.

Per comprendere a pieno il significato del reato di maltrattamenti in famiglia e violenza domestica previsto dall’art.572 c.p. bisogna spiegare cosa fare, facendo riferimento a pena, querele, condanne e strade per denunciare. A spiegarci l’iter delle procedure legali da seguire e ad analizzare il terribile tema, il noto Avvocato familiarista Andrea Catizone.

Procedibilità del reato di maltrattamenti in famiglia, cosa fare in caso di violenza domestica

Il reato di maltrattamenti in famiglia e violenza domestica è regolato dall’articolo 572 del Codice Penale e dalla legge del 2019 denominta “Codice Rosso”, che chiarisce anche fattispecie, pena e condanne.

Il reato di maltrattamento domestico scatta non soltanto a seguito di percosse o  minacce a scapito del familiare. Ma anche con atti di disprezzo o umiliazione prolungati nel tempo che causano sofferenze fisiche, psicologiche o morali.

La legge cerca, con ogni strumento a sua disposizione, di tutelare le vittime di questo reato. Tuttavia, soprattutto per paura delle conseguenze, sono ancora poche quelle che hanno il coraggio di parlare. E agire concretamente contro i propri familiari aggressivi. Per farlo, la strada migliore è denunciare! Non rimanere in silenzio, succubi di situazioni pericolose che faticano ad arrestarsi senza un intervento legale.

Dunque, qual è l’iter da seguire, cosa fare per denunciare maltrattamenti in famiglia e che succede dopo una denuncia per violenza domestica, quale la pena?

“Per denunciare i maltrattamenti tra le mura domestiche bisogna innanzitutto seguire in maniera puntuale queste vicende. E’ importante cercare di recuperare quante più prove possibile. Magari con dei filmati o con fotografie. Se si va al pronto soccorso quando succedono questi episodi, è fondamentale farsi refertare dal medico le lesioni subite. Oppure avere modo di dimostrare, a livello psicologico, uno stato di forte ansia. O agitazione, stress. Ovviamente provocati dalle aggressioni ricevute in casa.”– Principia l’avvocato familiarista Andrea Catizone-.

Dopo un’attenta visita medica, ci si deve rivolgere subito alle autorità di pubblica sicurezza per denunciare i maltrattamenti in famiglia con una denuncia/ querela. L’atto, ovviamente, può essere fatto personalmente. Ma consiglio di rivolgersi ad un professionista. E’ molto meglio che venga redatto assieme ad un avvocato o avvocata, esperti in queste maniere. Il modo in cui si raccontano gli eventi subiti e le modalità con cui si descrivono gli atti violenti sono determinanti. E’ bene quindi che ci si affidi a dei legali competenti per avere poi un iter processuale e procedurale penale adatto alla situazione specifica.”- Fa sapere l’Avvocato Catizone, analizzando i passaggi fondamentali.

Il racconto ed esperienza di violenza domestica

Vivere con la paura di tornare a casa sapendo che potrebbe esserci uno schiaffo ad accoglierti. O un’offesa, un’aggressione. Questi sono timori costanti per chi è succube di maltrattamenti in famiglia, anche se la legge tenta costantemente di difendere le vittime di violenza domestica, ad esempio con la legge “Codice Rosso”. Una giovane ragazza, che chiameremo C., ci ha raccontato la sua forte esperienza di maltrattamenti a casa.

Mio padre, per un periodo, ha avuto la terribile abitudine di alzare le mani contro di me, in casa. Ero alle medie quando la situazione si è verificata. Prima di concludersi, è andata avanti per alcuni mesi. E’ stato un incubo. In un periodo di forte stress per motivi personali, papà tornava a casa dal lavoro con una rabbia dentro di sé. Così grande e forte da scattare per qualsiasi sciocchezza. Non ha mai fatto niente nei confronti di mia madre, per lei aveva e ha grande rispetto. Ma con me era diverso.”– Ci racconta.-

“Qualsiasi cosa facessi di “ribelle” o fuori dalle regole era un motivo per farmi del male. O per minacciarmi. Scopriva che frequentavo un ragazzino? Una banale avventura adolescenziale, diciamo. Arrivavano gli schiaffi, forti. Una sera tornavo con qualche minuto di ritardo rispetto all’orario stabilito? Mi arrivava un messaggio con una minaccia. Ad esempio, “Quando torni facciamo i conti. Già sai cosa ti aspetta, ti faccio male!” Non sono mancate le volte in cui ho avuto anche dei calci. Mi sono trovata parecchi lividi sul corpo, devo dire la verità. Mia mamma, tuttavia, appena lo ha scoperto si è intromessa. E mi ha protetto il più delle volte. Facendo ragionare mio padre.”– Continua C.-

Sbagliando, non abbiamo mai denunciato i fatti legalmente. Sapevamo solo noi della situazione a casa. Io, infatti, non ne facevo parola con nessuno. Essendo una situazione davvero agli albori e “gestibile” grazie alla presenza di mamma, siamo riuscite ad aiutare papà consultando unicamente degli psicologi. Con i quali è tutt’ora in terapia. E oggi, fortunatamente, stiamo tutti bene.”– Conclude C.

Pena maltrattamenti in famiglia e condanna per violenza domestica

Quali sono pena e condanne previste dalla legge in Italia per il reato di violenza domestica e maltrattamenti in famiglia regolati dalla legge “Codice rosso” e dall’articolo 572 c.p.?

Le conseguenze dipendono dalla modalità attraverso la quale il maltrattamento viene perpetrato. Il tempo e le condizioni devono essere valutate e provate di volta in volta. Certo è che è un reato grave, penale che comporta la detenzione. Quindi la massima espressione della capacità coercitiva e repressiva da parte dello stato.”- Chiarisce l’avvocata Catizone.-

“Sotto il profilo civilistico, invece, si può chiedere un risarcimento dei danni subiti dai maltrattamenti familiari. Si deve fare e viene riconosciuto da parte del giudice. Sul quantum, ovviamente, incidono molti fattori. Ma si parla di risarcimenti importanti. Che possono essere pensati anche, ad esempio, su beni immobili.”- Fa sapere ancora la Catizone.-

“Se i maltrattamenti in famiglia sono rivolte ai minori, l’iter contro il reato è ovviamente un po’ diverso. Innanzitutto, si possono allontanare minorenni dai propri genitori. O comunque misure che limitino i contatti con il genitore violento. La sospensione della responsabilità genitoriale può essere disposta quando il maltrattamento è contro i minori. Ma anche quando non viene fatto direttamente sui bambini.” – Spiega.-

Le conseguenze del reato, tuttavia, lasciano il danno peggiore a livello psicologico. E’ importante sapere cosa fare per supportare le vittime.

“C’è un gran bisogno di sostegno psicologico. Sia che si tratti di un bambino maltrattato. Sia di una persona adulta. Il percorso di recupero psicologico è previsto dalla legge. Con un aiuto economico per sostenere questo tipo di spesa. Inoltre, anche gli uomini violenti, coloro che maltrattavano, devono essere seguiti in un recupero. Per potersi riadattare socialmente.”

Maltrattamenti in famiglia contro i minorenni: cosa fare, come difendersi

Come abbiamo visto, uno dei casi più tristi che può verificarsi è certamente quello del reato di  maltrattamenti in famiglia a danno di minorenni, punibile per legge, come abbiamo visto, attraverso il “Codice Rosso” e l’articolo 572 c.p. Sono molti, purtroppo, i bambini e i ragazzi, indifesi e più in difficoltà a dichiarare le aggressioni, a fare i conti con circostanze tanto brutali.

“La situazione del minorenne è molto più compromessa. I minori non devono mai tacere! Devono denunciare la violenza subita parlando, ad esempio, con gli insegnati a scuola. Oppure con qualche familiare, anche esterno all’abitazione. Potrebbero chiamare il telefono azzurro per dichiarare le violenze. In questo modo, possono provare a sollecitare altri adulti ad intervenire. E’ molto importante che i bambini o ragazzi acquisiscono la consapevolezza di non dover mai subire in silenzio.”– Spiega Andrea Catizone.-

“E’ stato introdotto anche il reato della violenza assistita tra i maltrattamenti in famiglia. Ossia quando un minorenne, è costretto a subire atti di violenza indirettamente. Dunque quando un minore assiste contro la propria volontà a maltrattamenti in casa contro altri familiari. Come, frequentemente, le loro mamme.”– Continua l’avvocato.- 

“A questo proposito, altro danno per i bambini e ragazzi in fase di crescita è la normalizzazione della violenza. Vederla quotidianamente in casa insinua il loro il pensiero che sia, appunto, normale. Quindi è davvero importante che ci sia consapevolezza della gravità delle azioni aggressive. E di quanto siano inaccettabili e sbagliate.”– Conclude l’avvocato familiarista Andrea Catizone –

© Riproduzione Riservata
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Flavia de Durante Laureata in Lettere Moderne con il massimo dei voti all'Università degli studi di Salerno. Da sempre amante della lettura, mi diletto a scrivere sin dalla prima adolescenza. Mi interessa esplorare il mondo circostante in tutte le sue sfumature ed in particolare l'animo umano e i rapporti interpersonali. I temi che maggiormente mi interessano sono quelli legati alla cultura, alla storia, al costume, all'ambiente, all'attualità. Vedo nel settore del giornalismo non solo la possibilità di trasmettere dati ed informazioni, ma anche una grande opportunità di acquisire nuove e varie conoscenze. La curiosità e la voglia di sapere sono i motori principali che mi hanno spinto a intraprendere questo percorso. Leggi tutto