Legarsi a qualcuno per sedare la paura di essere abbandonati. Illudersi di non allontanarsi mai da quella persona per l’eternità. Convincersi che, senza quel legame affettivo, non esiste felicità, serenità, vita. C’è un confine sottile tra vivere relazioni equilibrate e l’esserne dipendenti affettivi in amicizia o amore. E molto spesso la psicologia individua l’origine e le cause in una infanzia tormentata, o non equilibrata.
Il disturbo fa parte delle cosiddette “New Addiction”. Con questa espressione si indica quel gruppo di “nuove dipendenze” non causate dall’azione di una sostanza d’abuso. Ma con caratteristiche affini.
Che succede quando attaccamento e sentimenti affettuosi per una persona mutano in una ossessione incontrollabile?
E’ proprio in quel momento che può inserirsi una patologia del genere, che presenta sintomi e comportamenti peculiari ma per la quale, fortunatamente, la psicologia odierna studia soluzioni, cura e terapia.
A spiegarci il significato di dipendenza affettiva, sintomi, terapia e cura in psicologia, come riconoscerla in amore o amicizia o e come uscirne la dottoressa Anna Quaglia, ci consiglierà inoltre, come comportarsi con un dipendente affettivo.
Significato dipendenza affettiva: cos’è in psicologia, sintomi, caratteristiche e comportamenti tipici
Prima di analizzare comportamenti e sintomi, è necessario comprendere cos’è la dipendenza affettiva in psicologia e perché si inizia a soffrirne, come riconoscere i comportamenti tipici e come comportarsi.
“Innanzitutto bisogna precisare che non si tratta di una diagnosi da DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Ma è una caratteristica comportamentale. Non è un disturbo dal punto di vista clinico. Un soggetto che ne soffre vede l’altro come un bisogno, non come un desiderio. La persona è bisognosa dell’altro totalmente e in ogni momento.”– Principia la psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Anna Quaglia.-
Perché si diventa dipendenti affettivi e cosa accade nella mente di una persona che soffre di questa patologia?
“Questo bisogno nasce da una mancanza personale. Normalmente, ognuno di noi dovrebbe interagire con un individuo sentendosi completo in partenza. Unirsi poi all’altra persona, a sua volta completa, rappresenta un desiderio. In questo tipo di dipendenza questo non c’è. L‘attaccamento all’altro rappresenta una necessità in quanto esiste un profondo vuoto esistenziale. O a livello emotivo, valoriale. Questo viene poi colmato attraverso la presenza costante e assidua dell’altro.” – Spiega la psicologa.-
“Tra sintomi della dipendenza affettiva e comportamenti, una delle caratteristiche principali è la necessità della persona bisognosa di avere la percezione che l’altro ci sia. In qualsiasi momento del giorno. Anche se non in presenza. E’ necessario mantenere sempre un contatto tramite mezzi online, telefonate, messaggi. Ventiquattro ore su ventiquattro. Questa necessità aumenta con il passare del tempo.” – Precisa Anna Quaglia.
Si diventa ossessionati. E si ha bisogno di continue conferme della presenza dell’altro. Del suo coinvolgimento emotivo, del sentimento. Questa è l’unica cosa che conta. La relazione viene vissuta come necessaria e indispensabile per la propria esistenza.
“E’ come se, per chi ne soffre, la vita ruotasse in toto attorno all’altra persona. Tutto il resto del mondo scompare. I propri interessi, i propri obiettivi, i valori. Tutto si annulla nell’altro.”
Dipendente affettivo, narcisista, ambivalente, aggressivo
Non esiste un profilo psicologico unico per chi soffre di dipendenza affettiva, comportamenti e sintomi cambiano in amicizia e in amore, si parla di dipendente affettivo, narcisista, ambivalente, codipendente, aggressivo. La patologia inoltre si può manifestare tanto in adolescenza, quanto in età adulta.
“Con i soggetti che soffrono di questa patologia, ci troviamo davanti a diversi comportamenti. L’altro a volte viene osannato. Viene riempito di doni e attenzioni. C’è una sorta di manipolazione per “ingraziarselo” e tenerlo accanto a sé.” – Fa sapere la psicologa e psicoterapeuta Anna Quaglia.-
“A volte, invece, la strategia è un po’ più punitiva. In questi casi si fa leva sui punti di debolezza. Facendo sentire l’altra persona inferiore. Tutto si basa sempre sul bisogno spasmodico e sempre più incontrollabile di trattenere nella propria vita la persona a cui ci si sente legati.“
Nella maggior parte dei casi questo tipo di comportamento si verifica in relazioni amorose. Ma esistono, ad esempio, anche le situazioni di dipendenza affettiva in amicizia. Seppur meno comuni.
Per quanto sia impossibile fare una distinzione netta tra le diverse tipologie di dipendenti affettivi, ci sono dei comportamenti distinguibili. Come abbiamo visto, dipendono dalla personalità dei soggetti. L’associazione americana “Love Addicted Anonymous” ha delineato alcuni profili tipici di dipendenza:
- Dalla relazione: pur non essendoci più il sentimento d’affetto o d’amore, si è incapaci di interrompere il legame con l’altro.
- Narcisista: personalità dominanti. Trattengono l’altra persona con minacce di abbandono. O comportamenti seduttivi.
- Ambivalente: soggetti particolari. Da una parte desiderano fortemente il sentimento d’affetto. Dall’altra temono il progredire della relazione.
- Ossessivo: non riesce a distaccarsi dalla propria relazione. Anche se il partner non disponibile per una qualsiasi ragione.
- Affettivo Co-dipendente: controlla l’altra persona con atteggiamenti passivo-aggressivi. O ne accettagli abusi. Questi soggetti farebbero qualsiasi cosa per prendersi cura dell’altro.
Soluzioni e rimedi della dipendenza affettiva: cura e terapia
Fortunatamente, per aiutare i soggetti che soffrono di dipendenza affettiva a capire come uscirne, esistono soluzioni e rimedi, con cura e terapia studiate in psicologia.
“Esistono terapie per questo tipo di comportamento. Sono percorsi psicologici basati su se stessi. Si centrano i valori soggettivi dell’individuo. Per capire quali sono le cose che piacciono davvero alla persona.”– Spiega la dottoressa Quaglia.-
“L’obiettivo è comprendere che non c’è necessità di essere in due per essere uno. Si può contare su se stessi. Le proprie forze e sforzi sono sufficienti per andare avanti nella vita. E raggiungere i propri obiettivi da solo. Ci si concentra sull’individuare ciò che è più in linea con i valori personali.” – Analizza, la psicoterapeuta spiegandoci come aiutare un dipendente affettivo, terapie e cure -.
La consapevolezza del disturbo rappresenta un passaggio importante nel percorso psicoterapeutico. Comprendere e riconoscere i sintomi e le caratteristiche della dipendenza affettiva in terapia può essere di grande aiuto per il paziente. Anche per evitare le eventuali “ricadute”, o che il rapporto possa diventare nocivo, un amore tossico, come lo definisce nel suo podcast Selvaggia Lucarelli.
“La cosa più importante è distinguere i comportamenti del dipendente affettivo. Quelli che mirano all’evitare di sentire determinate sensazioni “scomode”. Ossia quelle che sono poi anestetizzate dalla persona di cui si sente il bisogno. E quelli che, invece, sono i comportamenti che elevano il soggetto e che lo portano a vivere la vita che desidera. A prescindere dalla presenza dell’altro.” – Conclude la psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Anna Quaglia -.