All’interno di un governo di coalizione politica, per tutelare determinati equilibri politici, si assegnano a vari esponenti di partiti diversi, incarichi di maggiore rilievo. Nell’ordinamento italiano il significato di ministri senza portafoglio, chi sono e cosa fanno, non sono aspetti chiaramente definiti. La Costituzione definisce chiaramente solo le funzioni dei Ministri a capo di un dicastero. Nonostante anche le figure politiche “senza portafogli” ricoprano cariche straordinarie e siano determinanti per la formazione del governo.
La definizione, citata specialmente durante i nuovi insediamenti a Palazzo Chigi, è correlata alle funzioni e alla tipologia di governo di cui fanno parte.
Analizziamo nel dettaglio le principali caratteristiche e le differenze tra queste due cariche.
Cosa vuole dire ministri senza portafoglio e con: differenze e caratteristiche
Dal punto di vista amministrativo, il significato di ministri senza portafoglio fa’ riferimento ad esponenti politici che non sono preposti ad alcun dicastero.
E’ comune trovare questa figura nei paesi governati da governi di coalizione politica.
Pur facendo parte a tutti gli effetti del governo, queste figure politiche svolgono funzioni ad essi delegate direttamente dal Presidente del Consiglio. Hanno pertanto un’autonomia di scelta limitata, in quanto il loro lavoro persegue l’indirizzo politico che è stato già definito. Perché vengono chiamati così?
La storia di questa dicitura trova le proprie radici nel passato. Il termine “portafoglio”, di fatti, si riferiva alla borsa in pelle nella quale i funzionari usavano porre e conservare i documenti statali durante i propri spostamenti.
Oggi, in questa espressione, il termine “portafoglio” sta ad indicare, in modo traslato, proprio un dicastero.
E’ compito del Presidente della Repubblica nominare nello stesso momento entrambe le cariche, su proposta del Presidente del Consiglio. Anche la revoca funziona con questo procedimento.
Tutti i ministri prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica ed entrano a far parte del governo come funzionari onorari dello Stato. In quanto tali, non svolgono questa attività come professione pur percependo uno stipendio.
Il ministro con portafogli, svolge le funzioni di indirizzo politico e amministrativo. Sommariamente, egli:
- individualmente è responsabile di un dicastero, nell’insieme della squadra di governo delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri
- ha piena autonomia e adotta provvedimenti principalmente in forma di decreto
- può avvalersi dell’aiuto di sottosegretari e uffici del proprio dicastero
- è affiancato da dirigenti cui è affidata la gestione finanziaria
Entriamo ora nello specifico, vedendo cosa vuol dire ministro senza portafoglio, differenze con le funzioni appena elencate.
Cosa significa essere un ministro senza portafoglio
L’art.9 della Legge 400/1988 sulla disciplina dell’attività di Governo afferma: “Il Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, puo’ nominare, presso la Presidenza del Consiglio, ministri senza portafoglio, i quali svolgono le funzioni loro delegate dal Presidente del Consiglio sentito il Consiglio dei ministri, con provvedimento da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale.“
Come chiarisce questa definizione i ministri senza portafoglio non sono titolari di un dicastero e non hanno autonomia di spesa.
Solitamente, i compiti loro assegnati non sono indicati al momento della nomina ma solo successivamente, durante il periodo che li vede in carica.
Assieme ai sottosegretari e ai vice ministri, queste figure non sono previste nel testo costituzionale. Infatti, sono state introdotte da leggi ordinarie che regolano la loro presenza.
Il Presidente del Consiglio può deciderne la nomina per diverse ragioni. Ad esempio, quando diventa necessario assegnare degli incarichi di rilievo a politici a cui non è possibile assegnare un dicastero.
Operando su delega del Presidente del Consiglio, le loro funzioni possono essere molteplici e dipendono strettamente dalle esigenze governative.
Nel caso del governo di Draghi 2021, ad esempio, nell’elenco figurano Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione ed Erika Stefani alle Pari Opportunità.