Fu tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana. Nel corso della sua carriera politica partecipa a dieci elezioni, risultando essere il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia. E il secondo preferito nelle elezioni del 1983, dietro Enrico Berlinguer.
Nel 1991 è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Dal 1945 al 2013 è sempre presente nelle assemblee legislative, dalla Consulta nazionale all’Assemblea costituente. Dal 1948 è poi nel Parlamento italiano come deputato.
E’ stato il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della Repubblica: sette volte Presidente del Consiglio e 32 volte Ministro della Repubblica. Senza contare tutti gli altri incarichi svolti nei periodi delle varie cariche. Dal Ministro della Difesa a quello degli Affari esteri, a quello dell’Industria-Commercio-Artigianato, a quello delle Finanze e così via.
Tra il XX e il XXI secolo è imputato in un processo per il reato d’associazione a delinquere di stampo mafioso: nel 2003 è assolto, condannato solo al pagamento delle spese processuali.
Ma noi non parleremo della trattativa Stato-mafia, Giulio Andreotti chi era, data di nascita, età, quando è morto, moglie e figli, sarà la sua biografia a dircelo e le sue frasi famose.
Chi era Giulio Andreotti: biografia, storia della sua vita e morte, altezza, moglie, figli del Divo
Nato a Roma il 14 gennaio 1919, chi era Giulio Andreotti ce lo dice la sua biografia con riassunto della vita e morte, moglie e figli, questione meridionale e frasi famose del politico.
Da sempre di corporatura gracile e salute debole, era alto 1 metro e ottanta centimetri. Portava occhiali da vista ed era sempre vestito in maniera impeccabile.
Nel 1941 si laurea in Giurisprudenza a La Sapienza, con voto 110. Già durante gli anni universitari entra nel mondo della politica, iscrivendosi alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana dove succederà all’incarico di Aldo Moro.
Durante gli anni della guerra si dedica anche al giornalismo, scrivendo per la Rivista del Lavoro, una rivista di propaganda del fascismo. Partecipa inoltre alla redazione clandestina de Il Popolo.
Il 30 luglio 1944 durante il Congresso di Napoli è eletto nel primo Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana. Ad agosto dello stesso anno diviene anche responsabile dei gruppi giovanili del partito.
E’ grazie a De Gasperi che il politico entra nella vita politica nazionale. Viene indicato come componente della Consulta Nazionale, e successivamente, nel 1946, favorito nella candidatura alle elezioni dell’Assemblea Costituente.
Notato poi dal futuro papa Pio VI, entra a far parte del quarto governo De Gasperi, in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. L’anno successivo è eletto alla Camera dei Deputati.
Del 1953 è invece il cosiddetto veto Andreotti contro il blocco dell’importazione di calciatori stranieri. Seguirono altri innumerevoli incarichi, tanto che “Il Divo” fu presente in quasi tutti i governi della Prima Repubblica. Dopo il 30 dicembre 2012 è il senatore in carica più anziano.
Giulio Andreotti è morto il 6 maggio 2013 nella sua casa di Roma, ed è sepolto presso il cimitero del Verano.
Circa la vita privata sappiamo che è stato sposato, la moglie di Giulio Andreotti è stata dal 1945 Livia Danese, dal matrimonio nascono quattro figli: Lamberto, Stefano, Serena e Marilena.
Trattativa Stato-mafia, le accuse di Andreotti: cosa ha fatto
Nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica, Giulio Andreotti, chi era veramente, pochi o nessuno ancora oggi lo sa, tanto nella sua vita privata che in quella politica.
Lo scoppio della seconda guerra di mafia pose fine ai rapporti tra stato e mafia, che si deteriorano maggiormente con la creazione di un pool antimafia. Iniziano così le prime indagini contro Cosa Nostra.
Con le prime testimonianze dei boss e le indagini di Falcone e Borsellino, inizia il maxiprocesso: terminato nel 1989, porta all’arresto di oltre quattrocento persone, mentre i boss sono condannati all’ergastolo. Nel ’91 gira voce della volontà di Totò Riina d’iniziare una guerra contro lo stato: nel 1992 i magistrati Falcone e Borsellino vengono uccisi.
In seguito alla strage di Capaci il Consiglio dei ministri nella seduta dell’8 giugno 1992 approva il decreto-legge detto anche decreto Falcone, che introduce l’articolo 41 bis, cioè il carcere duro riservato ai detenuti di mafia.
Per trattativa Stato-mafia ci si riferisce quindi ai contatti che, secondo la sentenza del 20 aprile 2018, sono avvenuti in seguito all’omicidio dell’onorevole Salvo Lima (1992). Contatti avvenuti tra esponenti delle Istituzioni e i rappresentanti di Cosa nostra.
La trattativa è portata avanti con l’inizio della cosiddetta stagione stragista, con lo scopo di raggiungere un accordo. In sintesi, l’intento era porre fine alle stragi mafiose e giungere finalmente ad un rapporto di convivenza tra Stato e mafia.
Si tratta più che altro del risultato del ricatto della mafia nei confronti dello Stato che, esercitato attraverso le varie stragi come quella di Capaci, voleva un compromesso. Tra le varie sentenze a loro favore, vi fu l’annullamento dell’articolo 41 bis.
Le varie ipotesi e indagini sono state a lungo oggetto di inchieste giornalistiche e giudiziarie. Iniziato il 27 maggio 2013, il processo è ancora in corso nonostante la morte di Giulio Andreotti.
Citazioni per scoprire chi era Giulio Andreotti: frasi famose
Nonostante la sua morte, chi era Giulio Andreotti, frasi, citazioni e aforismi dei suoi scritti restano, memoria indelebile di un pezzo di storia d’Italia, quella in cui esisteva la politica dei politici.
- A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina.
- L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
- In fondo, io sono postumo di me stesso.
- I miei amici che facevano sport sono morti da tempo.
- A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente di tutto.
- So di essere di media statura, ma non vedo giganti intorno a me.
- Sia i miopi che i presbiteri, in politica, sono pericolosissimi.
- Torino non è solo l’antica capitale storicamente in polemica con la Roma dei papi e neppure solo il più grande centro produttivo delle nostre industrie. Torino è la città di don Bosco, del Cottolengo, di san Giuseppe Cafasso, di Pier Giorgio Frassati.
- Da studente, la lettura dei classici, che di solito si subisce come una tortura, a me piacque molto. È nata forse lì una mia simpatia per Cicerone, che mi portò fino a presiedere un istituto di studi sul grande Arpinate.
- Austerità: costume di parsimonia nel comportamento e nell’utilizzo dei beni; tanto più meritevole se non imposta e strettamente necessaria.
- Il potere logora chi non ce l’ha.
- Se fossi nato in un campo profughi del Libano, forse sarei diventato anch’io un terrorista.
- Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta, grazie a Dio. Tanti miei compagni di scuola non ci sono più. Io capisco e gli altri capiscono quello che io dico.
- Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov’è il cimitero dei cattivi?
- Considero il sopravvivere una grazia di Dio.
Anagrafica Principale | |
Nato nella città eterna nel 1919, entra presto a far parte della vita politica. Negli anni universitari, infatti, si iscrive alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana e ne dirige il giornale. In seguito entra appieno nella politica grazie ad Alcide De Gasperi che lo raccomanda come componente della Consulta Nazionale, e successivamente lo favorisce alle elezioni dell'Assemblea Costituente. Nel corso della sua carriera occupa varie cariche, fino a divenire senatore a vita. E' inoltre tra i politici impegnati nel maxiprocesso e nella trattativa Stato-mafia. Muore nel 2013, e oggi è sepolto nel cimitero monumentale del Verano di Roma. | |
Nome e Cognome | Giulio Andreotti |
Data di nascita | 14/01/1919 |
Luogo di nascita | Roma |
Professione | Politico, giornalista e scrittore |
Anagrafica Principale | |
Nato nella città eterna nel 1919, entra presto a far parte della vita politica. Negli anni universitari, infatti, si iscrive alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana e ne dirige il giornale. In seguito entra appieno nella politica grazie ad Alcide De Gasperi che lo raccomanda come componente della Consulta Nazionale, e successivamente lo favorisce alle elezioni dell'Assemblea Costituente. Nel corso della sua carriera occupa varie cariche, fino a divenire senatore a vita. E' inoltre tra i politici impegnati nel maxiprocesso e nella trattativa Stato-mafia. Muore nel 2013, e oggi è sepolto nel cimitero monumentale del Verano di Roma. | |
Nome e Cognome | Giulio Andreotti |
Data di nascita | 14/01/1919 |
Luogo di nascita | Roma |
Professione | Politico, giornalista e scrittore |