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Obblighi del datore di lavoro in smart working e regole lavoro agile

R. C.
26/12/2024

Ecco quali sono gli obblighi del datore di lavoro in smart working: regole e doveri del lavoro agile ai tempi del Covid secondo l'avvocato Michele Bonetti.


Obblighi del datore di lavoro in smart working e regole lavoro agile

Obblighi del datore di lavoro in smart working e regole lavoro agile

Il periodo della pandemia e quindi del Coronavirus ha inciso e anche tanto sul lavoro, trasportandolo nella dimensione digitale. Tutte le attività adeguabili alla modalità da remoto hanno subito quindi un rivoluzionamento, che ha coinvolto sia i datori di lavoro che i dipendenti. Anche la normativa in ambito professionale ha visto qualche possibile mutamento, come nel caso degli obblighi del datore di lavoro. O ancora per regole e doveri del lavoro agile più in generale. Insomma responsabilità e norme che si sono dovute conformare a questa nuova forma di impiego virtuale.

Uno smart working già esistente prima del Covid in qualità di integrazione alla tradizionale occupazione in presenza. Che poi in seguito alla pandemia si è trasformato in una reale alternativa lavorativa con un proprio spazio e valore. Fatta questa premessa andiamo però a vedere nel dettaglio gli obblighi del datore di lavoro in smart working. Le regole, responsabilità e i doveri in caso di lavoro agile.

Punti d’analisi sviluppati con l’aiuto dell’avvocato Michele Bonetti. Quindi un parere tecnico in materia legale utile a fare luce sulla regolamentazione dell’impiego da remoto.

Quali sono gli obblighi del datore di lavoro in smart working: regole e normativa rispetto al lavoro agile

In ottica di professione digitale e occupazione da remoto vediamo allora quali sono gli obblighi del datore di lavoro in smart working. Dunque le regole e la normativa rispetto al lavoro agile. Una rassegna delle responsabilità e doveri che interessano tanto i datori quanto i dipendenti. Insomma una disamina dei paletti che fanno rientrare l’azione professionale virtuale in una corretta applicazione prevista dalle norme solitamente legate alla forma in presenza. Il parere a riguardo dell’avvocato Michele Bonetti:

“La normativa prevede oltre alla necessità di un apposito accordo con il lavoratore, che tale modalità si applichi a tutte quelle mansioni che possono essere svolte al di fuori della sede lavorativa e senza vincoli di orari. Lo smart working difatti è caratterizzato dall’assenza di vincoli temporali o spaziali e da un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra lavoratore e datore nonché dalla contrattazione collettiva di riferimento” – spiega Bonetti –

Quindi prosegue – “Trattasi quindi di una modalità di svolgimento dell’attività lavorativa non solo finalizzata a conciliare i ritmi lavorativi con quelli di vita, ma finalizzata, in un’ottica progettuale lavorativa più ampia, ad incrementare la produttività. Nel nostro Paese è iniziato un buon dibattito circa le nuove modalità di svolgimento dell’attività lavorativa che magari porteranno ad una visione più audace del rapporto di lavoro anche subordinato”.

Responsabilità titolare lavoro sul lavoratore agile

Spostiamo ora il focus sulle responsabilità del titolare in caso di lavoro agile nei confronti del lavoratore in smart working. Quali sono dunque i doveri a cui tale figura deve attenersi per rispettare la noramtiva vigente sebbene in una forma diversa che è quella da remoto. Vediamo se cambia qualcosa o permane una stessa condizione sul piano regolamentare seguendo le parole dell’avvocato Bonetti:

“I diritti e i doveri delle parti del rapporto lavorativo non cambiano, sono solo adattate alla nuova modalità. Pertanto qualora e se il lavoratore fosse assente o ponesse in essere un comportamento inopportuno o degli illeciti disciplinari si potrà sempre, da parte datoriale, perseguire gli stessi tramite le ordinarie modalità previste dall’art. 7 e ss. L. 300/1970. Il datore di lavoro potrà quindi inoltrare la contestazione disciplinare scritta e a termine del procedimento irrogare le sanzioni che potranno andare dal biasimo orale sino all’extrema ratio del licenziamento disciplinare”.

Appare evidente dalle parole del legale Bonetti come sia solo la forma a cambiare nel caso dello smart working. Non dunque la normativa ad esso relazionata che permane indipendentemente dal suo sviluppo. Ciò anche nella fattispecie della figura del datore di lavoro. Il quale è tenuto per tanto ad agire per vie legali qualora si verificano le condizioni di inadempienza del dipendente sopracitati. Condizione, questa, che vale ovviamente a parti invertite anche per i lavoratori.

Doveri e obblighi del datore di lavoro in smart working e telelavoro

In ultimo esaminiamo doveri e obblighi del datore di lavoro in smart working, ossia questa forma occupazionale da remoto. Un impiego che per modalità differisce parzialmente dal telelavoro, al quale invece è spesso associato. Infatti esiste una discriminante che differenzia questi ultimi: ossia la presenza di un luogo fisico in cui sviluppare l’attività professionale. Ma comprendiamo meglio questo aspetto e non solo con le indicazioni del legale Michele Bonetti:

“L’assenza di un luogo di lavoro predeterminato è una delle differenze tra le due casistiche analizzate. Da ciò discendono anche conseguenze giuridiche non indifferenti. Nel caso del telelavoro il datore di lavoro trasferisce nella diversa sede di espletamento delle mansioni tutte le proprie responsabilità. In caso di smart working, invece, tali responsabilità, quali quelle inerenti all’idoneità del luogo lavorativo e alla sicurezza dell’ambiente, non sussistono. Nello smart working il lavoratore svolge la sua prestazione lavorativa con totale autonomia organizzativa in ordine a orari, luoghi di svolgimento della prestazione e senza avere una postazione fissa diversamente dal telelavoro” – spiega Bonetti –

“Ad oggi – continua – si è fatto ricorso ad una forma di smart working ben lontana da quella immaginata dal legislatore o praticata nelle grandi aziende internazionali. Ma si tratta di un inizio e dobbiamo cogliere l’occasione per introdurre nel mondo del lavoro modalità lavorative che in altri Paesi hanno portato ad un miglioramento dello stile di vita dei lavoratori ed anche della produttività”.

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Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto