Di una regione dichiarata zona rossa, regole di cosa si può fare e cosa è vietato, rappresentano priorità da conoscere suoi cittadini. Sono state dichiarate nuove zona rossa Campania, Toscana e a breve anche Abruzzo. Ed ecco che si è reso subito necessario per gli abitanti delle regioni rosse, scaricare l’autocertificazione per tutti gli spostamenti. Il modulo è necessario per raggiungere nelle zone rosse congiunti, fare la spesa, andare a lavoro o motivare gli spostamenti per le scuole aperte.
Cambiano nuovamente i colori delle regioni italiane, quindi. E per la rossa Campania e Toscana, il passaggio di categoria è avvenuto a causa dell’aumento dei contagi e dell’affaticamento del sistema ospedaliero. Adesso che si conoscono quali sono i 21 indicatori e come funzionano, sarà più facile individuare le prossime regioni che rischiano, come l’Abruzzo. Una decisione attesa, un po’ come successo per la regione rossa Campania, dove da giorni si susseguono articoli e reportage sulla situazione critica di tenuta del sistema ospedaliero. Meno in Toscana, dove il governatore Giani si è detto “sorpreso ed amareggiato”. In ogni caso, la nuova classificazione porta con sé nuove restrizioni.
Ma vivere in una zona rossa cosa significa? Quali sono le regole e i divieti? La nuova regolamentazione, già applicata in altre regioni, riguarda soprattutto la viabilità e lo spostamento dei privati.
Innanzitutto occorre cercare il pdf dell’autocertificazione Covid novembre 2020 per zona rossa, modulo da stampare per la specifica area a rischio. Infatti, il modello cambia da zona arancione, gialla o appunto rossa. Poi le restrizioni sono più stringenti, e gli spostamenti tra regioni sono vietati, salvo particolari condizioni.
Vediamo allora quali sono queste nuove regole e restrizioni da aggiungere o sostituire con quelle già esistenti, e di come effettivamente influiranno sulla vita dei singoli cittadini.
Regole zona rossa: cosa si può fare, spostamenti e attività all’aperto – modello autocertificazione PDF
La domanda che la maggior parte dei cittadini si pone è cosa si può fare in una zona rossa. In questo senso, il sito del Governo riporta uno schema semplificato che mostra quali sono le attività consentite, suddividendole in vari settori.
E quindi per esempio riporta che l’attività fisica è permessa nei pressi della propria abitazione, in forma individuale e con l’uso della mascherina. La disposizione del DPCM va coordinata però, almeno in Campania, con le disposizioni locali. Un’ordinanza regionale, infatti, prevede che nei luoghi affollati (come per esempio un lungomare) l’attività fisica è consentita solo dalle 06:00 alle 08:30. Negli altri luoghi è consentita senza limiti d’orario.
Ma il punto focale riguarda gli spostamenti zona rossa: dove si può andare? Questi sono consentiti soltanto se giustificati da validi motivi. Quest’ultimi sono i cosiddetti “comprovati motivi di lavoro o di salute o per situazioni di necessità”. Questa formulazione normativa aveva già dato vita, durante il primo lockdown, a numerose dispute interpretative. Per questo motivo il governo ha messo a disposizione una pagina per rispondere alle FAQ.
Tra le domande più richieste figurano quelle che avevano sollevato più dubbi, come chi si chiedeva se fosse possibile recarsi da parenti ed amici non autosufficienti. La risposta è sì, poiché come affermato dallo stesso Governo questo motivo rientra nelle situazioni di necessità. Ed ancora, interrogativi circa la possibilità di tornare alla propria residenza se ci si trova fuori regione, di portare a spasso il cane o altro animale domestico, di girare in bicicletta, di andare in chiesa o al parco.
In ogni caso, ogni qual volta si esce di casa per svolgere le attività consentite è obbligatorio munirsi di autocertificazione. L’autocertificazione, che è in dotazione prestampata anche alle forze dell’ordine, sarà soggetta a successivi controlli e bisogna ricordare che la compilazione mendace, cioè con informazioni false o inventate, costituisce un reato.
Restrizioni regioni rosse e divieti: cosa non si può fare
Al di là delle restrizioni sulla mobilità, sono stati istituiti vari divieti in zona rossa. Alcuni riguardano altri aspetti della mobilità, altri settori completamente diversi.
Nelle regioni rosse non si può più parlare di coprifuoco, dato che di fatto gli spostamenti – al di fuori dei motivi dell’autocertificazione – sono sempre vietati. È fatto divieto di spostarsi da una regione all’altra o anche solo da un comune all’altro.
I divieti riguardano poi, in maniera rilevante, gli esercizi commerciali. Bar e ristoranti sono chiusi 7 giorni su 7, con asporto consentito fino alle 22:00 e consegna a domicilio senza limiti d’orario. Chiudono tutti i negozi che non forniscono beni di prima necessità; chiudono i centri estetici, ma restano aperti i parrucchieri ed i barbieri. Per beni di prima necessità si intendono alimentari, tabaccherie, farmacie e parafarmacie.
Sono vietate tutte le competizioni sportive non riconosciute come d’interesse nazionale dal CONI e dal CIP. Sono chiusi i musei, le mostre, i teatri ed i cinema; allo stesso modo le palestre, i centri scommesse e le sale da bingo. Restano chiuse le università, salvo specifiche eccezioni, e le scuole secondarie salvo la prima media. In Campania era in dubbio la proroga dell’ordinanza regionale n.89, che imponeva la chiusura anche di prima media ed elementari; la misura è stata in parte ritirata sabato 14 novembre 2020. Dal 24 novembre, infatti, riprenderà l’insegnamento in presenza (previo screening volontario di insegnanti ed alunni) della scuola dell’infanzia e della prima elementare. Per le altre classi, cioè dalla seconda elementare in poi, resta la didattica a distanza.
Sanzioni violazioni regole zona rossa: multe e richiami
La violazione delle regole previste per la nuova zona rossa comporta l’imposizione di sanzioni amministrative, le cosiddette multe. Vediamo quali sono le possibilità.
L’ipotesi più grave è, come già detto in precedenza, la compilazione mendace dell’autocertificazione; inserire informazioni false o inventate in questo modulo, ovvero inserire un nome falso o un indirizzo errato, costituisce reato di falsa dichiarazione o attestazione a un pubblico ufficiale. La pena per questo illecito, disciplinato dall’art 495 del codice penale, è la reclusione da uno a 6 anni.
Per i soggetti positivi al Covid-19 che infrangono la quarantena si viene a costituire il reato di epidemia colposa, modificato recentemente per adattarlo alla pandemia di Coronavirus; chi compie quest’atto illecito rischia la reclusione da tre a diciotto mesi e il pagamento di un’ammenda che può andare dai 500 ai 5.000 euro.
Per chi invece infrange le regole sugli spostamenti è prevista una sanzione amministrativa di 400 euro, riducibile a 280 se pagata entro cinque giorni.