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Dopo il Coronavirus: cosa succede, vulnerabili e più forti, Paolo Crepet

Redazione Controcampus 19 Novembre 2020
R. C.
31/07/2024

Cosa succede dopo il Coronavirus: cosa ci sarà, come saremo, vulnerabili e più forti, cosa faremo, il parere dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet.



La pandemia ha sollevato molte domande su quello che sarà il futuro e su come saremo dopo il Coronavirus. Questioni di carattere sociale ed esistenziale che interessano da vicino tutti noi, e dalle quali si può trarre un enorme beneficio. Sfruttare la vulnerabilità causata da tale fenomeno negativo per tramutarla in potenzialità sarebbe un giusto modo di far tesoro dell’esperienza in atto. Migliorare, dunque, sè stessi e creare nuove opportunità sia a livello di relazioni sociali che sul piano culturale e professionale. Tutti ambiti, questi, toccati dall’evento virale ed inevitabilmente rivoluzionati.

In tanti si chiedono ad esempio come riaprire i negozi o le attività commerciali, come viaggeremo dopo la pandemia. Ma si tralascia spesso un elemento altrettanto importante: dopo il Coronavirus saremo peggiori? Cambierà qualcosa a livello mentale e comportamentale o resterà tutto come prima?

In tal senso abbiamo coinvolto nell’analisi un parere autorevole quale quello dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet.

Nel suo ultimo lavoro letterario, “Vulnerabili”, ha affrontato le tematiche sopracitate e nello specifico quella della fragilità. Una vulnerabilità emersa dalla pandemia e dal lockdown vissuto, che ci ha aiutato a prendere coscienza del fatto che non siamo onnipotenti ma frangibili.

Cosa succede dopo il Coronavirus: come rendere le vulnerabilità delle nuove potenzialità

Cosa succederà dopo il Coronavirus e cosa ci sarà dipenderà dalla lezione che avremo appreso dal virus. Certamente la consapevolezza della caducità della nostra condizione, ci permetterà di guardare la Terra e la vita con maggiore rispetto. Ripartire di nuovo, e scoprire come rendere le vulnerabilità delle nuove potenzialità, dei nuovi punti di ripartenza. Come possiamo costruire insieme il mondo che verrà e affrontare la vita mantenendo viva la speranza. Una luce che è di cruciale importanza per ripartire al meglio, come evidenzia nel suo libro “Vulnerabili” lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Quest’ultimo si è così espresso in merito a tale situazione:

“L’errore che si fa spesso è pensare che l’umanità sia un unico agglomerato di persone. Pensare che un evento come la pandemia coinvolga allo stesso modo tutti è sbagliato. È chiaro che la vulnerabilità per alcuni è stata interpretata come un elemento di debolezza, per altri è stata invece una risorsa. Ad esempio è il caso di chi ha una forte tendenza creativa, poiché da sempre le persone vulnerabili e sensibili sono quelle che poi creano di più. Quindi tramutare la vulnerabilità in una potenzialità dipende molto dal tipo di persona che si è e da come si risponde all’evento inaspettato” – spiega lo psichiatra e sociologo Crepet –

“Basti pensare a ciò che è successo durante l’estate – continua – periodo in cui si è tornati con estrema facilità a frequentare discoteche non rispettando più le regole previste. C’è sempre una quota parte di persone che fa presto a voltare pagina e comportarsi peggio di prima. In tal senso il vaccino potrebbe rivelarsi un definitivo liberi tutti. Esso è importante dal punto di vista sanitario e lo auspico per i risvolti positivi che porterà; ma al tempo stesso lo temo sul piano psicologico poichè può generare un conseguente comportamento dedito alla tracotanza, alla superficialità”.

Cosa fare dopo il Covid: sfruttare la pandemia per migliorare

Le parole dell’esperto gettano luce anche su un’altra questione: dopo il coronavirus non saremo migliori. O quantomeno ci sarà una buona parte di persone che si lascerà invadere da un altro virus: quello della superficialità, della tracotanza, che è voglia di voltare pagina e lasciarsi alle spalle il passato. Ma senza cambiare, perché cambiare, migliorare, richiede uno sforzo attivo che non tutti siamo disposti a compiere.  Ma ci sarà anche chi saprà sfruttare la pandemia per migliorare sè stessi, la propria condizione, e trarre vantaggio da una situazione negativa. Per tanto seguiamo ancora una volta le parole del sociologo e psichiatra Paolo Crepet:

“Non so bene cosa accadrà dopo il Coronavirus poiché la situazione attuale ha evidenziato ad esempio con la tecnologia come la scelta più comoda sia anche quella più semplice. Dunque un torpore generale derivante da una mentalità pregressa già troppo rivolta all’assopimento. Ci sono effetti sanitari derivanti dalla pandemia come il numero dei malati, dei morti, di quelli guariti ma che avranno degli strascichi, che sono oggettivi. Ma quello che a me compete è evidenziare anche un ulteriore ed altrettanto importante tipologia di strascichi: quelli di natura psicologica” – sostiene Crepet –

“Ricollegando ciò al futuro post Coronvirus – prosegue – dal punto di vista sociale, si arriva a pensare a due possibili conseguenze. Da un lato un miglioramento di quella fetta di umanità che avrà capito, fatto tesoro dell’esperienza vissuta. Dunque che avrà preso coscienza che non siamo onnipotenti ma appunto fragili, vulnerabili. Poi c’è e ci sarà sempre un’altra parte di mondo che resterà cieco, barbarico, distaccato. Una parte che non riesce a capire niente: come chi pensa ad esempio che le persone anziane siano meno importanti e quindi sacrificabili”.

Studenti e lavoratori, opportunità dalle quali ripartire dopo il Coronavirus

In ultimo, esaminiamo la questione legata alle figure degli studenti e dei lavoratori: quali dunque le nuove opportunità dalle quali ripartire dopo il Coronavirus. In proposito Crepet si è espresso così:

“Gli studenti sono quelli che hanno pagato uno scotto importante perdendo di fatto un anno di formazione a causa della pandemia. A loro così come ai giovani in generale si può consigliare di innovare, che a volte vuol dire anche saper pescare dal passato. Non è vero che innovare vuol dire sempre inventarsi qualcosa che non c’è. Anche all’interno del mio ultimo libro “Vulnerabili” c’è un capitolo finale che prevede sostanzialmente due sbocchi: uno ibrido in cui c’è un po’ del passato e un po’ del presente. E uno che è progettuale, che non significa cancellare il passato ma attingere da esso perché può esserci utile. Iniziare ad esempio a vivere in un modo più sobrio e meno effimero, meno superficiale” – spiega Crepet –

“Per ciò che riguarda poi i lavoratori – continua – io penso che bar, ristoranti e attività simili sono luoghi fondamentali per il progresso sociale. Perché lì si realizzano le relazioni interpersonali dalle quali nascono le idee. Tra le nuove opportunità poi vi è l’introspezione che è stata favorita dalla condizione di restrizione del lockdown. Questo elemento bisogna portarlo avanti e si potrebbe trasportare magari nelle città modificandone il carattere. Restituendo ad esse un po’ più di senso che prima si trovava ad esempio nelle mercerie con il contatto tra persone, e che ora non si ritrova più in supermercati o centri commerciali dove vige il distacco. Elemento che deriva dalla nascita di luoghi più comodi e che offrono servizi più rapidi ma che al contempo vanno a scapito delle relazioni sociali”.

Vulnerabili libro Paolo Crepet

© Riproduzione Riservata
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Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto