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Come diventare direttore di biblioteca: formazione, corsi e stipendio

Daniela Saraco 23 Novembre 2020
D. S.
31/07/2024

Informazioni per come diventare direttore di biblioteca: corsi per bibliotecari, requisiti per il superamento del concorso, selezioni e stipendio di chi dirige una biblioteca.



Dirigere il luogo di conserva di manuali, enciclopedie, libri di storia e filosofia, significa ricoprire un ruolo che prevede numerose mansioni e responsabilità. Questi luoghi, appartenenti al Comune, danno lavoro a tantissime figure professionali. Tra queste ci sono i custodi, gli addetti alle pulizie, i coordinatori delle attività e impiegati amministrativi. In realtà, non esiste un percorso specifico per essere inseriti negli organici delle biblioteche.

Certamente chi coltiva il sogno e l’ambizione di diventare direttore di biblioteca, per avere una formazione inerente al ruolo dirigenziale che si intende ricoprire, è certamente utile possedere un diploma di laurea triennale e magistrale in Archivistica e Biblioteconomia. Questi titoli permettono l’iscrizione ai concorsi pubblici e soprattutto forniscono le primissime conoscenze tecniche e storiche su come funziona il mondo delle biblioteche oggi.

Anche per diventare bibliotecario comunale bisogna superare un concorso per impiegati ai servizi culturali e bibliotecari. Il concorso viene indetto generalmente dal comune in cui si svolge il servizio professionale. Ma quali sono i requisiti di accesso ai concorsi pubblici?

Per i concorsi pubblici il candidato deve possedere la cittadinanza italiana, un  diploma di laurea e un attestato di frequenza a corsi di formazione specialistici. Molto importante è  la conoscenza di elementi d’informatica e della lingua inglese.

Spesso però, in sede di reclutamento del personale, i prerequisiti indispensabili a garanzia di una corretta professionalità non vengano tenuti in considerazione. Infatti, la professione è riconducibile ad un generico profilo amministrativo. Vediamo nel dettaglio come diventare direttore di biblioteca, mansioni, competenza e possibilità di carriera in questo settore lavorativo.

Come diventare direttore di biblioteca, diploma, laurea: formazione e percorso di studi

Per vincere un concorso e diventare direttore di biblioteca, ci sono diversi percorsi di selezione da poter intraprendere. Questo perché la maggior parte delle biblioteche appartiene ad enti locali. Dunque, le figure che lavorano già all’interno delle strutture, tramite l’esperienza diretta che maturano nel corso degli anni, riescono poi ricoprire il ruolo dirigenziale. Solitamente i Comuni emanano un bando di concorso.  L’accesso è rivolto a chi è in possesso di un titolo di studio consono con la professione, come corsi biennali regionali, diploma universitario in Conservazione.

Luca Bellingeri, Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in una intervista con l’Associazione Italiana Biblioteche spiega come diventare direttore di biblioteca, attraverso la sua testimonianza ed esperienza: “Non nascondo una grande soddisfazione, ma anche un grande senso di responsabilità. Per chi, come me, ha lavorato per oltre venti anni nell’altra Biblioteca Nazionale e, proprio grazie all’AIB, si è interessato ai problemi e alle questioni che “affliggono” il nostro sistema bibliotecario, trovarsi  alla guida della maggiore biblioteca italiana costituisce un motivo di profondo orgoglio, ma anche di sincera preoccupazione per l’impegno che mi aspetta!”

La nomina di Luca Bellingeri arriva dopo una serie di incarichi prestigiosi fra cui quelli di Direttore della Biblioteca Estense di Modena e di Ispettore presso il Segretariato generale. Dunque, oltre i titoli di studio, è necessaria una significativa esperienza ed aver ricoperto incarichi specifici all’interno di queste strutture.

Cosa fa un direttore di biblioteca e quanto guadagna

Dopo aver chiarito come diventare un direttore di biblioteca, scopriamo le sue mansioni. Questa figura ha molti compiti, tra cui:

  • esaminare attività legate al servizio di informazione
  • promozione alla lettura
  • catalogare il patrimonio di manuali e testi presenti
  • coordinare le attività del personale impiegato
  • stabilire orari di apertura e chiusura al pubblico
  • gestire eventi culturali

Il bibliotecario è una figura di riferimento. E’ il professionista che gestisce una biblioteca e che ne promuove attività di lettura ed eventi culturali. Per quanto riguarda la retribuzione, i profili con maggiore esperienza come quello del Direttore godono di uno stipendio pari a circa €2000,00 netti al mese. Molto dipende dall’importanza della Biblioteca e dalla gestione di eventi ed utenza che abbraccia. Segnaliamo, inoltre, che un bibliotecario con poca esperienza ha uno stipendio medio di circa 920 € netti al mese. Un bibliotecario con 4-9 anni di esperienza arriva a  circa 1.150 €, mentre chi svolge mansioni più specifiche guadagna in media 1.380 €.

Corsi di formazione e titoli di studio per lavorare e dirigere una biblioteca

La formazione per diventare dirigente bibliotecario è vasta. Sono, innanzitutto, importanti e  valutati i servizi prestati presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni, privilegiando, nell’attribuzione del punteggio, il lavoro di biblioteca rispetto ad altri incarichi.

Per il superamento del concorso, sono valutabili i titoli rilasciati da scuole, istituti, università. Inoltre, le scuole professionali per bibliotecari e assistenti di biblioteca, sono gli unici corsi che garantiscono una preparazione tecnico-pratica adeguata. In collaborazione con le Regioni, l’AIB propone percorsi formativi specifici tesi a migliorare e tutelare la dignità e la specificità professionale. Organizza, infatti, corsi, seminari, congressi e attività culturali volti all’aggiornamento e alla formazione.

Dunque, per diventare direttore di biblioteca occorre seguire un corso di laurea in materie umanistiche, prendere un master specifico e svolgere il Servizio Civile in biblioteca. Molti comuni offrono questa opportunità per entrare in contatto con il lavoro, ma la partecipazione a concorsi e bandi può essere agevolata anche inscrivendosi as  associazioni che operano nel settore.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto