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Come diventare direttore delle poste: cosa fare, corsi e formazione

Daniela Saraco 6 Ottobre 2020
D. S.
14/08/2024

Ecco come diventare direttore delle poste italiane: formazione e concorso, cosa studiare e cosa fare, requisiti, mansioni, stipendio e quanto guadagna al mese.



Nell’immaginario comune il ruolo di direttore filiale Poste Italiane corrisponde non solo alla stabilità del posto fisso, ma anche a quella economica.

Ma come diventare direttore delle poste? Quali sono i suoi compiti e cosa studiare?

Poste Italiane è una realtà ampia nel nostro Paese e assicura molti posti di lavoro. Gli ambiti di interesse sono tanti: dal finanziario al logistico, dalle telecomunicazioni ai servizi di certificazione e di comunicazione digitale. Per soddisfare tutte le richieste del settore, Poste Italiane ha necessità di personale qualificato. Pertanto  è attento ai percorsi di crescita interna e alla valorizzazione delle proprie risorse. Ricerca, infatti, sul mercato  professionisti che abbiano maturato una consolidata esperienza professionale. E’ interessato anche a giovani neolaureati, prevalentemente in ingegneria o discipline economiche, da inserire inizialmente in stage con la prospettiva della successiva assunzione.

Sono  utilizzati diversi canali di scelta, in relazione alla tipologia di profilo ricercato. Uno dei più importanti è costituito dal database di Poste Italiane, a cui tutti possono accedere per inserire il proprio CV. L’Azienda contatta i soli candidati in possesso dei requisiti sulla base degli specifici fabbisogni aziendali.

Le poste, dunque,  sono organizzate come le aziende. Ci sono i dipendenti addetti alle varie mansioni e i vertici direttivi che coordinano le attività dei clienti. Le assunzioni possono essere con contratto a tempo indeterminato, come spesso accade per lo sportello, e a tempo determinato o part time, come invece accade per i portalettere. Questo è soprattutto legato alle esigenze di personale assente, picchi di stagione, necessità di risorse umane per specifici uffici e zone. Se ambisci diventare una figura direttiva di poste italiane, scopri subito come diventare direttore delle poste.

Come diventare direttore delle poste: con la laurea o solo diploma, invia candidatura in Lavora con Noi

Come diventare direttore delle poste? E’ necessaria la laurea o basta il diploma? Come tutti i ruoli di manager, è necessario essere in possesso di una laurea. A differenza del postino o del cassiere, dove basta proporre la candidatura  tramite la sezione “Lavora con noi” sul Sito di Poste Italiane, per diventare un manager è necessario fare carriera. I dipendenti del  Gruppo Poste hanno, infatti, la possibilità di  accedere al percorso di accrescimento professionale più vicino alle proprie capacità e  motivazioni.

Solitamente si inizia con il ruolo di sportellista. Si prosegue come specialista in consulenza. C’è possibilità di  premi produzione per il raggiungimento degli obiettivi. Infine si ricopre il ruolo di direttore.

A spiegarci bene come diventare direttore delle poste è Alfonso Esposito, direttivo da sette anni presso le Poste Italiane.

“Negli anni scorsi si  partiva dalla gavetta e si facevano dei passaggi graduali. Solitamente si iniziava come Postino e per concorso interno si passava a Operatore di Sportello. Bastava avere almeno un diploma per arrivare a Direttore di un Ufficio Postale. Ora è tutto completamente cambiato. Dopo l’assunzione, che avviene per richiesta sul portale di Poste, si inizia nell’area commerciale per poi passare al ruolo direttivo. E’ essenziale possedere la laurea.”

Che lavoro fa un direttore e quanto guadagna

Come ogni ruolo direttivo, anche per il Gruppo Poste, le mansioni sono di assoluta responsabilità e precisione. La categoria è spesso oggetto di pressioni psicologiche, oltre il pericolo di rapine. Ma di cosa si occupa un direttore di Poste Italiane?

Alfonso spiega: “Le mansioni sono molto varie. C’è l’organizzazione del personale, la gestione dell’ufficio, la vendita dei prodotti di investimento. Questi ultimi variano dallo storico Buono Postale a quelli di ultima generazione come polizze e fondi.”

Alfonso conclude: “Poste ha centinaia di prodotti sia dall’uso quotidiano come il classico libretto di risparmio che al conto aziendale. Dunque gestire una filiale del Gruppo è un lavoro davvero impegnativo oltre che rischioso.”

Ma quanto guadagna un direttivo di Poste? Le retribuzioni per Direttore di ufficio postale  possono variare tra €40.539 e €43.634.

Corsi per direttore delle poste e formazione ed esperienza professionale

Dopo aver spiegato come diventare direttore delle poste, capiamo il percorso formativo da seguire. Il Gruppo Poste organizza molti eventi per l’acquisizione di competenze specifiche. I requisiti essenziali per ricoprire ruoli direttivi, oltre la laurea, sono:

  • aver maturato esperienza
  • saper lavorare in team
  • conoscenza della lingua inglese, del  territorio e di programmi informatici
  • sapersi rapportare
  • ambizione per raggiungere gli obiettivi

Dunque, chi è interessato a ricoprire tale ruolo può frequentare un corso di informatica o un master in lingue o in finanza per avere competenze specifiche. Il Gruppo Poste è attento ai percorsi di crescita interna. Ma possedere un profilo formativo personale da maggiori opportunità di crescita lavorativa!

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto