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Come diventare banchiere: cosa fare, concorsi e requisiti

Daniela Saraco 2 Ottobre 2020
D. S.
30/07/2024

Consigli per sapere come diventare banchiere: cosa serve fare e quanto si guadagna,  diploma, laurea, formazione, requisiti per lavorare in banca e stipendio.



Le banche sono organizzate come le aziende. Esistono, dunque, i dipendenti addetti alle varie mansioni e i vertici direttivi che coordinano e decidono le varie attività dei clienti. Chi ambisce a diventare una figura direttiva di una banca, e si chiede come diventare banchiere, dovrà certamente valutare cosa studiare, e quali sono le reali possibilità di carriera.

Questa figura professionale presiede i vertici dell’organizzazione bancaria. Spesso, in banche cittadine o cooperative, coincide con il proprietario stesso della banca. È un lavoro molto ambito e di prestigio. Ma come diventare banchiere? Qual è la strada da percorrere? Il banchiere svolge operazioni di gestione ed amministrazione dell’azienda.

Dunque, il percorso può essere lungo. Ma è anche stimolante e ricco di possibilità. Si tratta di un iter piuttosto specifico. Il primo passo dopo il diploma, meglio se scientifico, è iscriversi ad un corso di laurea. L’ambito più indicato è quello economico. Questo permette di  familiarizzare con le tematiche del settore ed avere un ampio quadro di tutte le competenze  necessarie per fare carriera. Un ottimo modo per continuare la tua formazione è seguire un master specifico. Doti indispensabili sono un’attitudine manageriale e conoscenze informatiche. E’ necessario, inoltre, conoscere almeno due diverse lingue straniere, ragione per cui si potrà pensare di acquisire il titolo di master anche all’estero. Questo perché c’è possibilità di lavorare con molte realtà estere. Per completare la propria formazione si può inoltre pensare di svolgere anche alcuni corsi di perfezionamento, in psicologia del lavoro, leadership e marketing.

Nessuno dei più grandi banchieri ha iniziato da subito a svolgere questa mansione. La gavetta, infatti, è lunga e necessaria per fare carriera.  Vediamo nel dettaglio come diventare banchiere, cosa fa e come si diventa professionisti ai vertici del settore bancario.

Come diventare banchiere: cosa serve fare, laurea, formazione e requisiti per lavorare in banca

Per sapere come diventare banchiere, è necessario intraprendere un percorso formativo specifico. La strada da percorrere richiede molti anni di dedizione e sacrificio oltre ad alcune doti e risorse personali. E’ necessario conseguire un diploma, meglio se ad indirizzo economico. Successivamente bisogna conseguire la laurea. La facoltà di Economia e Commercio è l’ideale. Dopo si può ampliare il proprio profilo di studio con un master, sempre in discipline economiche o  in management finanziario o scienze affini. Per coloro che compiono un percorso universitario di cinque anni è consigliabile scegliere una laurea specialistica propria dell’ indirizzo bancario.

La carriera del banchiere, tuttavia, inizia sempre dal ruolo di consulente bancario, in modo da acquisire una certa esperienza sul campo. In seguito si potrà procedere nella carriera interna e aspirare a ruoli direttivi sempre più elevati. Ma come fare?

A risponderci è Francesco Saverio Santoro, Banchiere presso la Banca Stabiese SPA: Il mondo bancario è in continua evoluzione poiché abbraccia molteplici campi: dal cambio di banconote ai finanziamenti, dai mutui agli investimenti in borsa. La prima cosa da capire, quindi, è quale sia il ramo bancario sul quale volersi specializzare.”

Il Dott. Santoro prosegue: “In base alla mia personale esperienza, sento di dire che il corso di studi superiori è relativo. Ciò che conta è la scelta universitaria. E’ preferibile orientarsi per economia e commercio e finanza. E’ importante, poi, proseguire con un master , come ad esempio il master del Sole 24 Ore. Questo per avere una preparazione specifica per affrontare al meglio i concorsi e i test indetti dalle stesse banche. E’ molto utile studiare per il concorso in Banca d’Italia che è davvero interessante. Io continuo a studiare tutt’ora per superare il concorso di intermediario finanziario che mi autorizza ad operare in borsa per conto di terzi!”

Che lavoro fa un banchiere e quanto guadagna, stipendio

Quello in banca è uno dei lavori più pagati d’Italia. Ovviamente  riguarda gli stipendi dei ruoli direttivi. Un top manager può arrivare a guadagnare più di 111.000 euro. Diversa è la situazione del cassiere o altro impiegato bancario che ha uno stipendio che va dai 27.000 ai 33.000 euro lordi annui e quindi dai 1.300 ai 1.500 euro mensili. Spiegato come diventare banchiere, proviamo a capire quali sono le sue mansioni, cosa fa un banchiere. In realtà, ha molti ruoli, come:

  • Monitorare il mercato e le tendenze del settore.
  • Reclutare, formare e supervisionare il personale.
  • Sviluppare i piani operativi e le procedure nel rispetto delle strategie e degli obbiettivi finanziari dell’istituto.
  • Incontrare i clienti per risolvere eventuali problematiche ed ottenere feedback.
  • Condurre ricerche per verificare il background finanziario ed il merito creditizio dei clienti comunicando con i colleghi di altre filiali ed istituti.
  • Effettuare l’acquisto o la vendita di prodotti bancari 

Corsi per diventare banchiere e formazione post laurea

Tutti i professionisti del settore bancario devono possedere competenze specifiche, come:

  • Avere eccezionali abilità matematiche.
  • Essere organizzati, pensare in modo analitico ed essere abili nella risoluzione dei problemi.
  • Avere una personalità amichevole per mantenere relazioni professionali positive.
  • Dimostrare ottime capacità di servizio al cliente, anticipando le esigenze e gestendo le richieste dei clienti in maniera efficace.
  • Avere ottime capacità amministrative ed informatiche, essere abili nell’elaborazione testi, fogli di calcolo e database.

Per lavorare ai vertici del settore bancario, dunque, oltre la  laurea è indispensabile frequentare corsi di formazione specialistici. Tra i più comuni ci sono i master in scienze bancarie e finanziarie piuttosto che in lingue. 

Questa figura professionale, dunque, deve possedere molte competenze specifiche e doti innate come la mente allenata nell’ambito matematico.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto