L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha modificato tutti i comparti lavorativi. In particolar modo la scuola e l’università hanno dovuto sostituire le lezioni in presenza con quelle a distanza. Il Miur ha difatti instituito la DAD, ovvero la didattica a distanza. Tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado hanno attivato le lezioni da remoto. Con varie circolari ministeriali, i dirigenti scolastici hanno dato indicazioni ai docenti, alle famiglie e agli alunni sul nuovo modo di fare scuola. Tra varie problematiche tecniche, logistiche e personali, l’anno scolastico è stato così convalidato.
Le scuole, con non poche difficoltà, si sono dovute attrezzare per avviare, così come richiesto dalla normativa, le attività di didattica a distanza.
Dopo un avvio un po’ incerto, in molte scuole ormai si lavora a pieno regime, mentre altre stanno purtroppo ancora andando a rilento. E’ sicuramente una modalità nuova, alla quale nessuno era abituato, che presenta molte problematiche, ma che offre anche degli spunti interessanti sui quali riflettere.
Per i docenti e le famiglie, però, questo è un tema che non manca di sollevare critiche e osservazioni. Molte famiglie hanno più figli che devono collegarsi e tra l’accavalamento delle lezioni, lo smart-working del genitore che deve lavorare da casa, spesso non si hanno pc e GB a sufficienza. Tutto il peso è sulle famiglie che sono psicologicamente e materialmente impreparate a questa modalità didattica. Inoltre, tra le varie normative emanate, non c’è alcuna certezza che a settembre si ritorni a scuola. Ecco perchè il 3 giugno nasce il No Dad Day. Vediamo i dettagli dello sciopero della didattica a distanza.
Sciopero della didattica a distanza: chi partecipa e perchè una manifestazione contro la DAD
Lo sciopero della didattica a distanza è indetto da comitati e associazioni per lanciare un segnale al Governo. C’è la necessità di ritornare tra i banchi di scuola. La paura che a settembre non si ritorni in classe fa scattare la manifestazione contro la DAD.
Il Comitato Priorità alla Scuola ha accolto, dunque, la proposta di tanti gruppi organizzando in varie città di Italia come Firenze, Ravenna e Roma il No Dad day. Tra i comitati e le associazioni che hanno indetto la protesta, anche i ‘Lavoratori Autoconvocati scuola’ e il gruppo “Genitore Attivo“. Una protesta nata e cresciuta sui social, con pagine Facebook che l’hanno rilanciata, per lo sciopero della didattica a distanza di famiglie e docenti mercoledì 3 giugno, in due diverse manifestazioni per la scuola. Infatti, i genitori partecipano allo sciopero della didattica a distanza con l’astensione alle lezioni. Alcuni sindacati, invece, come Sgb scenderanno in piazza per manifestare.
La protesta è stata organizzata per oggi, in quanto domani il premier Giuseppe Conte ha convocato un incontro con la ministra Lucia Azzolina, i sindacati, i rappresentanti degli studenti delle scuole paritarie ma anche Protezione Civile, Upi e Anci per fare un punto in vista delle attività scolastiche a settembre. L’obiettivo è ritornare a scuola in presenza, senza didattica a distanza.
Cos’è il No Dad Day promossa da #salviamolascuola
Il “No-Dad-Day” è una iniziativa nata da un gruppo di mamme di Firenze, promossa da #salviamolascuola di Ravenna e Bologna, Arci Genitori e da molte associazioni in tutta Italia. I genitori invitano ad aderire tutte le famiglie non facendo collegare i propri figli alle videolezioni. Inoltre, è possibile inviare ai propri dirigenti scolastici una email precompilata in cui manifestare il proprio dissenso e le ragioni dell’astensione.
I genitori sono stanchi della DAD e sperano in un ritorno alla normalità, per quanto riguarda l’inizio del prossimo anno scolastico. Per quanto ammirevole sia stato lo sforzo dei docenti, anche loro auspicano un rientro a scuola. Tutti, insomma, sembrano essere d’accordo su punti fondamentali: no alle classi pollaio, no alla DAD, si a riqualificazione degli spazi e ampliamento dell’organico docente e ATA.
Lo sciopero della didattica a distanza è un modo per protestare contro le lezioni on line. Sindacati e famiglie premono per riaprire le scuole a settembre, senza riduzione di orario, senza turni e senza didattica mista. Il Governo deve mettere a disposizione tutte le risorse necessarie. Bisogna investire in spazi adeguati e in misure di prevenzione, aumentare il personale docente e ata, predisporre le modifiche logistiche per tutelare studenti e professori.