Il punto di vista di una docente di scuola dell’infanzia. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha scatenato una profonda crisi sotto ogni aspetto. Nei rapporti personali costringendo le persone a stare distanziate o isolate.
Nella routine della vita quotidiana, obbligandole a modificare totalmente le proprie abitudini. Nel lavoro e nell’economia, messa in ginocchio dal blocco delle attività non essenziali, subendo una vera crisi finanziaria. Uno dei comparti che da subito ha accusato il danno è quello educativo: strutture pubbliche e private dedicate alla formazione e all’assistenza dell’infanzia e dell’adolescenza hanno chiuso già da tempo.
Ma quali sono le ipotesi di riapertura? Quando riaprono asili nido, scuole dell’infanizia e ludoteche? Le ipotesi non sono molte e al momento le risposte dal Governo sono insufficienti. Se ne parla poco e l’ultima ipotesi che è circolata in queste settimane è di una riapertura a settembre, ma non per tutti. Dunque quale sarà il futuro dei più piccoli? E dei loro genitori che con l’inizio della Fase 2 potrebbero tornare al lavoro?
I nidi come anche le scuole dell’infanzia sono dei luoghi dove il distanziamento sociale è impossibile da mantenere. Queste istituzioni, infatti, basano la loro didattica su gesti, abbracci, esperienze sensoriali e di laboratorio. Vediamo le ipotesi operative del Miur su quando riaprono queste strutture, pubbliche e private.
Quando riaprono asili nido, scuola infanzia, ludoteche pubbliche e private
In questi giorni il Ministero dell’Istruzione ha lavorato sulle modalità di svolgimento degli esami di terza media e di maturità. Difatti, dopo le prime indicazioni per la didattica a distanza, il ministro Azzolina ha elaborato un piano ben preciso. Gli esami, dunque, si svolgeranno regolarmente. Resta da capire solo se in presenza oppure on-line. Ma per gli asili nido e l’infanzia quale è la reale situazione? Le ipotesi su quando riaprono sono due, ovvero:
- aumentare i bonus baby sitter e i congedi parentali;
- far frequentare solo i bambini che hanno entrambi i genitori al lavoro, sull’esempio di altri Paesi europei.
I due scenari creano comunque difficoltà. Nel primo caso, i bambini perderebbero l’opportunità di mantenere le relazioni create in classe-sezione. La didattica a distanza, infatti, appare poco adatta ai più piccoli. Pertanto, non ci sarebbe modo di mantenere il rapporto affettivo, nonché educativo, che si instaura tra docente ed alunno. Nel secondo caso, invece, appare un’azione discriminante solo per chi lavora.
Sono molte le proposte in vaglio al Governo per la riapertura di queste strutture. C’è chi propone di creare gli asili in parchi, giardini pubblici o anche cortili condominiali. Una possibilità che rappresenterebbe una soluzione per i genitori nel rispetto della sicurezza, ma in inverno? Di certo, la situazione appare complicata.
Abbiamo chiesto a Serafina Chiacchio, docente di RC di scuola dell’infanzia, il suo parere: “Mantenere la distanza di sicurezza tra gli stessi bambini e gli adulti, è una impresa ardua. Si potrebbe spiegare sotto forma di gioco, ma credo sia necessario l’aiuto di psicologi infantili. Inoltre, la vera problematica è il numero di alunni in ogni classe-sezione, che non dovrebbe superare la decina. Sarà necessaria una vera rimodulazione anche per le attività ricreative, di laboratorio e di mensa.”
A rischio chiusura definitiva molti asili e ludoteche private
Dopo aver chiarito quando riaprono le scuole dell’infanzia, cerchiamo di fare il punto della situazione per i centri privati. La riapertura degli asili nido e delle ludoteche private, preoccupa non solo le famiglie ma i gestori. Con la chiusura delle strutture, gli imprenditori non hanno più nessuna entrata. Mentre prima del Covid, le possibilità di ricavo erano varie perchè molte strutture private offrivano anche servizi di intrattenimento e doposcuola, ora si sentono abbandonate anche dallo Stato. Moltissime famiglie, infatti, si affidano a questi luoghi, non solo per l’organizzazione di feste di compleanno, ma per la gestione quotidiana dei loro figli.
Senza un sostegno concreto, molte strutture corrono il serio pericolo di non riaprire più. In effetti, in nessun decreto emanato si parla di asili o ludoteche private. La mancanza di liquidità porta i gestori a dover rivedere non solo l’organico del personale, ma tutta l’organizzazione. Come faranno, per esempio, a pagare utenze e affitti? Diversi sono gli appelli alle Istituzioni per salvare le micro imprese, le cooperative che gestiscono ludoteche, scuole paritarie, centri per l’infanzia. Tutte strutture che sono a rischio chiusura se l’emergenza coronavirus dovesse continuare.