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Scuola chiusa da domani fino al 15 marzo, nuovo decreto Coronavirus

Daniela Saraco 4 Marzo 2020
D. S.
02/08/2024

Dalle ultime notizie relative all'emergenza Covid-19, scuola chiusa da domani fino al 15 marzo 2020 in tutta Italia.



Date di chiusura degli istituti scolastici e dove è prevista la sospensione e blocco delle lezioni: emanato nuovo decreto legge.

News delle attività didattiche in Italia, le precisazioni del Presidente Conte, le ultime news sul coronavirus per Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Toscana e tutte le regioni Italiane. E’ ufficiale: scuole chiuse in Italia per Covid 19.

Le ultime indicazioni del gruppo di lavoro del Governo sul coronavirus, costantemente attivo,  riguardano le scuole chiuse in tutta Italia. E’ stato appena comunicato un nuovo decreto legge con le nuove direttive che impongono scuola chiusa per Covid-19 in tutte le regioni. L’epidemia si sta divulgando velocemente e non bastano più le misure adottate finora. Difatti, nel decreto legge di qualche giorno fa, il governo aveva dato chiare indicazioni. Aveva  sospeso le gite fino al 15 marzo e aveva  raccomandato di consegnare i certificati medici  per chi era assente da più di 5 giorni.

Inoltre ha indicato  le azioni di prevenzione e la massima allerta per tutti coloro che erano  stati, negli ultimi 14 giorni, in una delle zone rosse. Stamattina si è tenuta una riunione tra le istituzioni e l’istituto superiore di Sanità per valutare l’eventuale chiusura di tutte le scuole d’Italia, di ogni ordine e grado, in modo da ridurre al minimo i contagi da Coronavirus. L’emergenza, dunque, non è solo per Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, ma coinvolge tutte le regioni d’Italia.

La decisione di chiudere le scuole è  stata in discussione  oggi durante il vertice tra il Governo e il tavolo scientifico. Ma quali scuole restano aperte? Quali chiuse? E per quanto tempo? Vediamo nel dettaglio come è gestita la chiusura delle scuola per coronavirus in Italia.

Scuola chiusa da domani fino al 15 marzo per Coronavirus, chiarimenti del premier Conte

In videoconferenza da Palazzo Chigi il Premier Conte e la Ministra Azzolina annunciano la valutazione di chiudere le scuole. Il Governo ha aspettato il parere del tavolo scientifico. In via preventiva hanno deciso, infatti, di sospendere le attività didattiche da domani fino al 15 Marzo 2020. La Azzolina si augura che tutto rientri alla normalità in breve tempo e dichiara di impegnarsi per garantire il servizio minimo garantito. Il Premier Conte comunica  che stamattina si sono riuniti per valutare l’emergenza sanitaria visto l’evolversi dell’epidemia in tempi brevissimi.

Il Presidente dell’istituto di Sanità e il Ministro della Salute hanno chiarito la situazione medica attuale. I contagi salgono a oltre 3 mila casi in Italia. Più di 500 in un giorno, e sono  107 le vittime. Dopo varie valutazioni, il Consiglio dei Ministri, in via prudenziale, decide dunque la chiusura di tutte le scuole per Coronavirus in Italia. Di conseguenza, in serata è attivo il nuovo DPCM del 4 Marzo 2020. 

Decreto  coronavirus 4 Marzo 2020: nuova emergenza COVID-19

Il nuovo decreto legge proroga alcune misure già adottate per il contenimento dell’emergenza  da COVID-19. Introduce, inoltre, ulteriori misure finalizzate a gestire in modo unitario i comportamenti da adottare e quelli da evitare su tutto il territorio nazionale. Il Comitato tecnico scientifico voluto dal premier ha presentato una serie di proposte e raccomandazioni per integrare il decreto dello scorso 1 marzo. Il tavolo tecnico prevede di ridurre la vita sociale. Dunque, le misure speciali non riguardano solo gli studenti, che troveranno la scuola chiusa in Campania, Lombardia, Toscana e in tutte le regioni d’Italia. Il decreto invita, difatti, la cittadinanza a  rimanere a casa, evitando contatti e vita pubblica. 

Tra le nuove regole c’è quella di evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Stop anche a convegni e congressi, specie di quelli che riguardano il personale sanitario e dei servizi di pubblica utilità.

In serata è dunque previsto il nuovo decreto legge. L’Italia deve adattarsi a nuove regole  almeno per un mese. Le nuove misure prevedono, infatti, divieto di strette di mano, abbracci e ogni  tipo di contatto stretto.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto