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Coronavirus lezioni on line a scuola: MIUR e Azzolina danno l’OK

Daniela Saraco 25 Febbraio 2020
D. S.
07/08/2024

Secondo le ultime notizie sul Coronavirus, lezioni on line a scuola per evitare ulteriori danni per il comparto istruzione e salvare l'anno scolastico in corso: MIUR e Azzolina danno l'OK.



Le news comunicate dal MIUR, novità introdotte dal decreto legge per le lezioni on line.

Ecco tutte le decisioni assunte per il comparto scuola, fermi istituti e università, sospensione gite scolastiche 2020.

Il Ministero dell’istruzione studia il piano per le lezioni on line dopo la chiusura delle scuole per l’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato la Ministra Lucia Azzolina. L’unica soluzione per non fermare le lezioni è, difatti,  seguirle online. Dopo l’emergenza italiana dei contagiati nella regione Lombardia, il ministero della scuola lavora per organizzare la scuola a distanza. Ma come sarà esattamente?

Stanno organizzando una piattaforma nella quale far confluire tutto il materiale che può essere usato dai docenti per svolgere le lezioni da casa.

Azzolina comunica infatti: “Al momento ci sono scuole chiuse in alcune Regioni come misura precauzionale. La situazione è in evoluzione, stiamo valutando tutti gli scenari. Il diritto alla salute in questo momento viene prima di tutto, ma non vogliamo farci trovare impreparati. Stiamo studiando soluzioni per la didattica a distanza. Vogliamo garantire un servizio pubblico essenziale ai nostri studenti”. In alcune scuole si stanno infatti già adoperando per permettere agli alunni di seguire le lezioni on line.

Altre misure preventive sono state adottate con lo stop delle gite scolastiche. Il Consiglio dei Ministri, infatti, nella serata del 22 febbraio, ha definito apposite misure per evitare la diffusione del Covid – 19 . Fra le decisioni prese, anche la sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero.

Le scuole nei comuni interessati dall’epidemia di coronavirus sono state chiuse per precauzione. Ma quali i disagi nel comparto scuola per il coronavirus? Vediamo nel dettaglio cosa può succedere a seguito del diffondersi del virus.

Coronavirus lezioni on line a scuola per evitare di mettere a richio l’anno scolastico

Se la situazione dovesse rientrare in tempi brevi, le scuole  possono allungare di qualche giorno la fine dell’anno scolastico a giugno. In alternativa,  come già accaduto in situazioni eccezionali come i terremoti, dichiarare comunque valido l’anno. Le Regioni,che definiscono il calendario scolastico, decidono il termine di 200 giorni di effettive lezioni da svolgere.

Al fine di assicurare il diritto allo studio per tutti gli studenti, il collegio dei docenti e i consigli di classe adottano le decisioni necessarie allo svolgimento di interventi didattici ed educativi integrativi. Pertanto, le Regioni possono aggiungere alcuni giorni di scuola per raggiungere  i 200 per la validità dell’anno scolastico. Dunque, anche se il coronavirus ha bloccato alcune istituzioni scolastiche, il calendario scolastico può essere modificato.

Come il Covid 19, può danneggiare la scuola e il comparto istruzione

Il covid 19 sta danneggiando l’Italia sotto molti aspetti. Anche il comparto scuola è colpito vista la chiusura di molti istituti situati nelle zone rosse e il numero notevole di assenze da parte degli studenti. Ma valgono come effettive assenze? La normativa vigente prevede che è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato. Non vengono, però, considerate come ore di assenza quelle dovute a:

  • motivi di salute adeguatamente documentati;
  • day hospital e visite specialistiche ;
  • terapie e/o cure programmate;
  • donazioni di sangue;
  • partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute
  • motivi religiosi debitamente documentati.

A queste si aggiungono motivi straordinari ambientali, quale può essere considerato il coronavirus.

Sono, invece, considerate come ore di assenza secondo il numero delle ore giornaliere di lezione:

  • entrate in ritardo alla seconda ora e uscite in anticipo;
  • assenze collettive;
  • assenze dalla scuola nel caso di non partecipazione a viaggi d’istruzione, visite guidate e attività organizzate in orario curriculare.

Ricordiamo che  le scuole sono chiuse in via precauzionale nelle regioni del Nord. Il punto più delicato però è decidere per quanto tempo chiudere le scuole: finora è disposta la chiusura per pochi giorni e altre decisioni verranno prese passo passo.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto