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Salvaprecari Bis attivo: concorso straordinario docenti 2019

Daniela Saraco 4 Novembre 2019
D. S.
02/08/2024

Finalmente il cosiddetto Salvaprecari Bis è attivo: concorso straordinario docenti 2019 da assumere di ruolo con procedura speciale pubblicato in Gazzetta Ufficiale.



Come funziona secondo il decreto legge 126 del 29 ottobre 2019.

Già il  Ministro Busetti chiedeva di accelerare le procedure del concorso docenti 2019 per tutti gli insegnanti sia per la stabilizzazione dei docenti precari, sia perché la Quota 100 ha lasciato moltissimi posti vacanti. Per questo il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ha deciso di bandire entro fine 2019 un concorso straordinario per i docenti. Il requisito essenziale per partecipare è l’ aver prestato servizio nella scuola statale per tre anni. Il Consiglio dei Ministri ha vagliato  l’emissione di un decreto.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto legge sulla scuola, denominato Salvaprecari Bis 2019.

L’atto prevede di immettere in ruolo circa 24 mila precari a partire da settembre 2020. Il decreto contiene misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti. E’  provvisoriamente efficace anche se necessita di conversione in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione. C’è urgenza, difatti,  di definire e risolvere la grave carenza di personale scolastico per garantire il corretto svolgimento dell’attività amministrativa nelle scuole.

È prevista, inoltre,  l’indizione di un concorso straordinario abilitante per titoli ed esami riservato ai docenti di scuola secondaria. E’ necessario che, tra l’anno scolastico 2011/2012 e l’anno scolastico 2018/2019, abbiano svolto almeno tre annualità di servizio su posto comune o posto di sostegno.

Salvaprecari Bis: concorso straordinario docenti 2019 da assumere di ruolo in Gazzetta Ufficiale

Il decreto Salvaprecari BIS, inizialmente, non contemplava la possibilità di partecipazione  al concorso per i docenti delle scuole secondarie pubbliche di tipo paritario. Per evitare azioni discriminanti e incostituzionali,  è stato adeguato ed allargato alla partecipazione dei docenti che insegnano alle paritarie. Il ministro Fioramonti ha accettato il compromesso di permettere l’accesso al concorso, a tutti i precari di Terza fascia che lavorano nelle scuole paritarie presenti su tutto il territorio. Secondo il nuovo decreto, quindi, coloro che dimostrano  di avere i requisiti necessari previsti dal decreto, ovvero i tre anni di insegnamento su otto, possono accedere alla prova del concorso straordinario. Sono però abilitati all’insegnamento, solo al raggiungimento di almeno di 7/10 alla prova scritta. Di seguito, inseriti nelle graduatorie relative all’insegnamento di Seconda fascia.

Il servizio prestato nelle scuole statali consente,invece, di partecipare ad una procedura finalizzata alla compilazione di una graduatoria di vincitori per le assunzioni a tempo indeterminato. Solo al  conseguimento dell’abilitazione per coloro i quali, pur non essendo utilmente collocati in graduatoria, avranno conseguito nella prova scritta un punteggio minimo di sette decimi, unitamente ad ulteriori requisiti. Si ricorda il possesso di 24 CFU/CFA nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, nonché il superamento di una prova orale.

Concorso straordinario docenti 2019: requisiti richiesti per essere assunti

Il concorso docenti determina una graduatoria di merito che scorrerà ad esaurimento . Può  essere utilizzata per assunzioni di docenti a tempo indeterminato.

I requisiti per poter accedere sono: un titolo di studio che permette l’accesso al futuro insegnamento, un minimo di tre anni di lavoro svolto tra l’anno scolastico 2011/12 e il 2018/19 presso istituti scolastici di tipo statale secondari in ambito di insegnamento comune o di sostegno.

Richiesto, inoltre, un anno di insegnamento specifico effettuato per la classe di concorso richiesta in fase di iscrizione concorsuale. E’  necessario dimostrare di essere in possesso della specializzazione per quanto riguarda i posti relativi al sostegno. Si può  partecipare per la candidatura in una sola regione e per una sola tipologia di insegnamento,ovvero  posto comune o sostegno.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto