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Esame avvocato 2019 date delle prove scritte e novità esami forensi

Daniela Saraco 25 Ottobre 2019
D. S.
07/08/2024

News esame avvocato 2019: date di quando si tengono le prove scritte, novità previste nel bando quest'anno degli esami per l'esercizio della professione forense e consigli su come prepararsi.



Dopo  il periodo di tirocinio forense, ricevuto il certificato di compiuta pratica da parte del Consiglio dell’Ordine competente, ogni futuro avvocato partecipa alla sessione annuale dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense.

Le prove scritte dell’esame di avvocato 2019 si tengono  il 10, 11 e 12 dicembre . Le prove consistono  nella redazione di un parere civile, di uno penale e di un atto giudiziario da scegliere tra diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. E’ quanto previsto  dal decreto firmato dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per indire l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato per il 2019.

Il bando è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 giugno. E’ possibile presentate domanda per via telematica, collegandosi al sito internet del Ministero della Giustizia, alla voce «Strumenti/Concorsi, esami, assunzioni», entro e non oltre l’11 novembre 2019.

Anche per quest’anno è possibile utilizzare i codici annotati con la giurisprudenza, grazie all’intervento del decreto Mille Proroghe.

Quella di quest’anno è l’ultima edizione dell’esame di abilitazione in cui è possibile,però, avvalersi dei codici. Dal prossimo anno ci sono dei  cambiamenti in programma che interessano  anche il punteggio. Difatti, per passare alla prova orale sarà necessario ottenere  30 punti in ciascuna delle tre prove scritte.

Date esame avvocato 2019: quando di tengono le tre prove scritte e in cosa consistono

Le materie su cui i candidati devono prepararsi per affrontare le prove scritte il 10,11 e 12 Dicembre 2019  sono diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo, sia in relazione alla redazione di pareri che alla costruzione di veri e propri atti difensivi.

Per le prove scritte bisogna individuare la corretta soluzione al quesito prospettato  . E’ necessario, dunque, che il candidato analizza i rimedi a disposizione per quanto presentato.

La prova orale dell’esame d’avvocato, invece, si divide essenzialmente in :

  • succinta illustrazione dei tre elaborati scritti; 
  • interrogazione sulle materie scelte.

La prova orale  inizia sempre con un breve resoconto relativo alla prova scritta. Quindi è bene rileggere il proprio elaborato ed essere pronti a discutere dello stesso. Dopo la parentesi dedicata alla prova scritta, la commissione pone delle domande su ogni materia scelta. In questo campo non esiste una regola ben precisa.

Le modalità di svolgimento delle prove sono a discrezionalità della commissione esaminatrice che può dunque decidere quali e quante domande fare e quali argomenti approfondire.

Novità esami abilitazione esercizio della professione forenze

La struttura della prova scritta dunque, rimane identica. Con la riforma, però, in sede di prove scritte è ammessa solamente la consultazione dei codici vigenti, che contengono esclusivamente i testi di legge. Non saranno quindi più ammessi i codici commentati con la giurisprudenza. Inoltre, il punteggio minimo per l’ammissione alla prova orale cambia. L’accesso alla prova orale si ottiene con il raggiungimento di 90 punti e con almeno 30 punti per ciascuna prova. Fino al 2017, invece, si poteva essere ammessi con 90 punti complessivi .

L’avvocato Michele Balia consiglia: “L’esame di stato per l’abilitazione alla professione forense si struttura in tre giorni. Circa le linee guida da seguire per la correzione degli elaborati vige la soggettività assoluta, il caos e la disorganizzazione sia teorica che pratica. Ogni Corte D’ Appello ha il compito di correggere gli elaborati prodotti da una diversa Corte”.

“Consiglio, pertanto, a tutti i futuri Avvocati di studiare tanto e di prepararsi con costanza, magari partecipando ai corsi di formazione specifici per il superamento della prova. Come ogni anno alla Mostra di Oltremare di Napoli, si compie l’ennesima prova di coraggio e di forza che  noi laureati in legge accettiamo di affrontare. Ad maiora!”

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto