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Concorso polizia penitenziaria 2019: bando e posti disponibili

Daniela Saraco 25 Giugno 2019
D. S.
13/08/2024

Nuovo concorso di polizia penitenziaria 2019: date, cosa prevede il bandi e numero di quanti sono i posti disponibili.



Il corpo di polizia penitenziaria appartiene alle cinque  forze di polizia italiana e svolge compiti di polizia giudiziaria, di pubblica sicurezza e di gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o di limitazione della libertà personale.

Da Marzo 2019 è stato bandito un nuovo concorso per occupare tale figura professionale. La prova scritta avrà luogo presso la Scuola di formazione e aggiornamento dell’amministrazione penitenziaria “Giovanni Falcone” di Roma, via di Brava, 99, dal 9 al 25 luglio 2019.

La prova consiste in una serie di domande a risposta sintetica o a scelta multipla, su argomenti di cultura generale e materie relative ai programmi della scuola dell’obbligo.

Dopo aver superato la prova d’esame, i candidati devono sottoporsi alla visita medica per l’accertamento dell’idoneità psico-fisica. Il nuovo concorso di polizia penitenziaria prevede l’occupazione di 754 posti, così ripartiti:

  • 452 posti (340 uomini; 112 donne) riservati:
    • ai VFP1 in servizio da almeno sei mesi oppure in congedo al termine della ferma annuale
    • ai VFP4 in servizio o in congedo
  • 302 posti (226 uomini; 76 donne) aperto ai cittadini italiani in possesso dei requisiti.

La domanda doveva essere redatta telematicamente sul sito del Ministero della Giustizia e  inviata entro e non oltre il 6 aprile 2019.

Lo svolgimento del concorso prevede le seguenti fasi di selezione:

  • Prova scritta;
  • Accertamenti psico-fisici;
  • Accertamenti attitudinali;
  • Valutazione dei titoli;

Concorso polizia penitenziaria 2019: bando per 754 allievi pubblicato in Gazzetta Ufficiale

L’assunzione nel corpo di polizia penitenziaria avviene mediante concorso pubblico per il ruolo degli agenti, per quello degli Ispettori oppure per il ruolo Direttivo. Come riportato nel nostro precedente articolo,il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 15 del 5 Marzo 2019.

Il bando è aperto anche a tutti i giovani che vogliono entrare nelle Forze Armate e di Polizia ma che non hanno svolto il servizio militare. La domanda, difatti, può essere inoltrata anche dai civili.

L’accertamento dell’idoneità per lo svolgimento del servizio per la polizia penitenziaria avverrà durante il concorso. Prima dei test fisici e di quelli attitudinali, però, bisognerà superare la prova d’esame scritta. Il calendario della prova è stato  pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 maggio 2019.

Al termine delle prove verrà redatta poi una graduatoria finale, sulla quale influisce anche il punteggio assegnato ai titoli in possesso del candidato.

Come diventare agente penitenziario: come prepararsi per il concorso

Per partecipare al concorso da agente polizia penitenziaria 2019 è necessario avere i seguenti requisiti:

  • cittadinanza italiana
  •  godere dei diritti politici
  • 18 anni  compiuti e non più di 28 anni
  •  diploma di istruzione secondaria di primo grado per chi partecipa ai posti riservati a VFP1 e VFP4
  •  diploma di istruzione secondaria di secondo grado per chi partecipa ai posti aperti ai civili

Il concorso di polizia penitenziaria 2019 si articola su più fasi volte a valutare la preparazione e le attitudini dei concorrenti.

Le prove specifiche sono le seguenti:

  • PROVA SCRITTA D’ESAME
  • ACCERTAMENTI SANITARI
  • ACCERTAMENTI ATTITUDINALI

Per una preparazione efficace alle prove concorsuali è utile scegliere dei buoni manuali che permettono  di prepararsi efficacemente a tutte le fasi delle prove di selezione. Tra gli argomenti ritroviamo:

  • compiti e organizzazione del Corpo della Polizia penitenziaria; la figura e il ruolo dell’Agente.
  • Materie di cultura generale come Lingua italiana; Letteratura; Storia; Educazione civica; Geografia; Matematica; Scienze.
  • simulazioni permettono di esercitarsi in vista della prova scritta.
© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto