Fabriziomaria Gobba del Dipartimento di Medicina Diagnostica, Clinica e di Sanità Pubblica di Unimore presiede per il prossimo triennio 2015-2018 il Comitato Scientifico sulla Esposizione a Radiazioni sul Lavoro – della Commissione Internazionale per la Salute Occupazionale. Tra gli obiettivi, che il prof. Fabriziomaria Gobba si propone di sviluppare nel suo mandato, sono: quello di giungere all’acquisizione di conoscenze più definitive sul problema dei danni visivi causati dalle basse esposizioni a radiazioni ionizzanti nel personale sanitario, e quello, finora largamente sottovalutato se non ignorato, dei danni alla salute da un’eccessiva esposizione alla radiazione solare durante il lavoro.
Un italiano alla guida del Comitato Scientifico sulle Radiazioni nei luoghi di lavoro. Sarà il prof. Fabriziomaria Gobba del Dipartimento di Medicina Diagnostica, Clinica e di Sanità Pubblica di Unimore il primo italiano a presiedere per il prossimo triennio 2015-2018 uno dei comitati più importanti facenti parte della Commissione Internazionale per la Salute Occupazionale – International Commission on Occupational Health – ICOH.
La nomina del docente di Unimore è avvenuta a Seoul (Corea) nel corso dell’ultimo Congresso dell’associazione mondiale di Medicina del Lavoro, la maggiore manifestazione mondiale di questa branca medica, al quale hanno partecipato oltre 3500 medici ed operatori del settore provenienti da circa 100 nazioni diverse.
I rischi per la salute dovuti all’attività lavorative restano certamente un problema molto rilevante, nonostante gli sforzi compiuti abbiano indubbiamente consentito dei progressi. Ad esempio si stima che, oltre il 10% di tutti i tumori del polmone ed oltre il 20% di quelli della vescica e delle leucemie, dal 20 al 40% delle patologie della schiena, siano correlabili al lavoro, a cui sarebbero da attribuire, in modo diretto o indiretto, dal 5 al 10% di tutte le morti nelle persone di sesso maschile secondo un recente studio scandinavo. Queste patologie sarebbero tutte potenzialmente evitabili attraverso adeguate misure di prevenzione. Uno degli ambiti considerarti importanti e di attualità in Medicina del Lavoro è quello dei rischi per la salute e degli effetti per gli operatori che possono essere causati dall’esposizione lavorativa alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.
Fabriziomaria Gobba di Unimore Scientific Committee on Radiation and Work
Lo Scientific Committee on Radiation and Work avrà il compito di mantenere aggiornata la competenza dei Medici del lavoro e degli altri professionisti della prevenzione sui rischi e sulle misure per la protezione delle operatori esposti alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, e di promuovere l’adozione a livello internazionale di più efficaci misure di prevenzione, anche lavorando in stretto collegamento con i più autorevoli enti mondiali per la salute, quali l’Organizzazione Mondiale della Salute (WHO), l’International Labour Office (ILO) e la International Atomic Energy Agency (IAEA).
Tra gli obiettivi, che il prof. Fabriziomaria Gobba di Unimore si propone di sviluppare nel suo mandato, sono: quello di giungere all’acquisizione di conoscenze più definitive sul problema dei danni visivi causati dalle basse esposizioni a radiazioni ionizzanti nel personale sanitario, e quello, finora largamente sottovalutato se non ignorato, dei danni alla salute da un’eccessiva esposizione alla radiazione solare durante il lavoro. La radiazione Ultravioletta (UV) solare è un cancerogeno accertato, ed è la principale causa dei tumori della pelle: i carcinomi che sono i tumori maligni più frequenti nelle persone di razza chiara negli Stati Uniti, in Australia, ma anche in molte altre Nazioni inclusa l’Italia, ed i melanomi, la cui incidenza è purtroppo in costante crescita negli ultimi 25 anni nella popolazione di origine caucasica, cioè quella di razza bianca. Gli UV possono poi causare dei danni anche all’occhio, il più importante dei quali certamente è la cataratta, una delle principali cause di grave danno visivo nella popolazione di età medio-avanzata, ma anche altri, quali tumori dell’occhio e danni retinici.
“Dobbiamo avere ben chiaro – afferma il prof. Fabriziomaria Gobba di Unimore – che queste patologie, che sono molto frequenti nei lavoratori che passano molto tempo all’aperto come gli edili, gli agricoltori, i giardinieri o i marittimi, o anche gli istruttori sportivi, le forze dell’ordine e molti altri, sarebbero evitabili con l’adozione di semplici misure di prevenzione”.
Il problema è ben noto anche a livello di Comunità Europea, che ha promosso un gruppo di lavoro internazionale per lo studio delle attività più a rischio e delle misure preventive attuabili, del quale il prof. Fabriziomaria Gobba è stato chiamato a far parte con il prof. Giovanni Pellacani di Unimore.
“Questa nomina alla presidenza del Comitato Scientifico Radiation and Work – prosegue il prof. Fabriziomaria Gobba di Unimore – mi da una grandissima soddisfazione anche perché costituisce il riconoscimento del lavoro svolto in questi anni con i miei collaboratori sugli importanti problemi per la salute dovuti all’eccessiva esposizione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, in particolare a quelle UV, specie le UV solari che, per motivi principalmente culturali, sono purtroppo molto sottovalutati se non del tutto disconosciuti. E’ poi importante ricordare che la prevalenza di questi significativi danni per la salute potrebbe essere abbattuta di molto. Per questo, tra i principali obiettivi, che mi propongo nel mio periodo di presidenza, vi è quello di portare una più adeguata attenzione, anche delle istituzioni, sui problemi delle radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti, in particolare quelle solari, con lo scopo di promuovere la messa in atto di più efficaci misure di prevenzione nei lavoratori. Le ricadute sarebbero rilevanti perché queste patologie, ed in particolare quelle da eccessiva esposizione alla radiazione solare, hanno un significativo impatto sulla salute della popolazione, specie di quella di età media ed anziana, oltre che un crescente costo sanitario che potrebbe essere risparmiato, o almeno utilizzato per altre patologie non prevenibili”.
Curriculum accademico di Fabriziomaria Gobba
Laureato in Medicina e Chirurgia a Pavia nel 1978 con 110 su 110 e lode, tra il 1989 ed il 1992 è stato presso il Finnish Institute of Occupational Health (FIOH) di Helsinki, ed National Institute of Occupational Health di Stoccolma per soggiorni di studio. Dal 1983 presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, prima come Ricercatore e poi, dal 2000, come Professore Associato di Medicina del Lavoro. E’ Coordinatore della Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, ed è inoltre docente in vari corsi di laurea, scuole di specializzazione e master della stressa Università. E’ membro di varie società scientifiche internazionali e nazionali di Medicina del Lavoro; è stato Segretario, ed attualmente è Chair dello Scientific Committee Radiation and Work dell’International Commission on Occupational Health (ICOH); in Italia è membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e di Igiene Industriale (SIMLII) e Vice-Presidente dell’Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM). Per le sue ricerche ha ottenuto finanziamenti dall’UE, dal MIUR e da altri Enti. Ha effettuato ricerche su vari solventi e metalli neurotossici, dimostrando che possono causare alterazioni della visione dei colori di gravità dose-dipendente in alcuni casi già per esposizioni lavorative intorno, o inferiori, ai valori limite occupazionali. Attualmente sta conducendo ricerche sui livelli di esposizione occupazionale ed ambientale e sui possibili effetti dei campi elettromagnetici (CEM) e della radiazione ottica nei lavoratori esposti. I risultati delle ricerche scientifiche sono stati oggetto di oltre 150 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali e nazionali di Medicina del Lavoro e Tossicologia, su monografie e su atti di congressi scientifici internazionali e nazionali. E’ stato chiamato a tenere relazioni su questi argomenti in numerosi congressi e meeting di società scientifiche internazionali.