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Infarto, più letale nelle donne che fanno fatica a riconoscerlo

Redazione Controcampus 28 Aprile 2015
R. C.
24/08/2024

Università di Bologna - L'infarto è più letale nelle donne a causa dei ritardi nel riconoscerne i sintomi e quindi chiamare i soccorsi.



 Una ricerca Unibo spiega questa pericolosa correlazione

La ricerca, guidata da Raffaele Bugiardini del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna è stata presentata al simposio annuale dell’American College of Cardiology che si è tenuto il mese scorso a San Diego, in California.

Lo studio che ha suscitato grande interesse tra il pubblico di cardiologi americani presenti al congresso, cerca di dare una risposta ad un problema ancora irrisolto: il tasso di mortalità da infarto miocardico estremamente superiore nelle donne rispetto agli uomini, a parità di trattamento sanitario ricevuto. Secondo i ricercatori guidati dal team dell’Alma Mater la causa è il ritardo pre-ospedaliero: le donne colpite da un attacco cardiaco attendono troppo tempo prima di chiedere o ricevere i soccorsi e pertanto avere un trattamento adeguato.

Esaminando i dati ricavati dal registro internazionale ISACS-TC, su 7.457 pazienti europei ricoverati tra il 2010 e il 2014, i ricercatori hanno rilevato come le donne colpite da infarto miocardico abbiano una probabilità quasi doppia di morire, in ospedale, rispetto agli uomini, con una incidenza di decessi di circa il 12% contro il 6% degli uomini. Ma questa differenza di mortalità non è dovuta ad un diverso trattamento ospedaliero. Una volta che i pazienti vengono ricoverati, non si osservano differenze tra uomini e donne nel tempo al trattamento con un farmaco che agisce sui coaguli sanguigni (26 minuti per gli uomini e 28 minuti per le donne) o all’angioplastica (45 minuti per entrambi). Inoltre, gli uomini e le donne che arrivano in ospedale entro 60 minuti dall’inizio dell’attacco cardiaco e che ricevono rapidamente un trattamento, mostrano una incidenza simile di sopravvivenza.

La ricerca dell’Unibo sull’infarto e sulle cause del caso della donna

“Il fattore di rischio principale di mortalità per le donne è il ritardo pre-ospedaliero, cioè il tempo che passa prima del ricovero in ospedale” osserva Raffaele Bugiardini. La prima delle cause è dovuta proprio al ritardo nel comprendere i sintomi dell’infarto e chiamare i soccorsi. In media le donne attendono un’ora prima di chiamare il pronto intervento rispetto a 45 minuti degli uomini. Ma il fatto più grave è che dopo avere chiamato i soccorsi più del 70% delle donne nello studio hanno impiegato più di un’ora per raggiungere l’ospedale, rispetto a meno del 30% degli uomini.

“I ritardi pre-ospedalieri rimangono inaccettabilmente lunghi nelle donne”, continua Bugiardini. “Per circa dieci anni  si è valutata la performance degli ospedali con il cosiddetto door to ballon/or needle time (cioè il tempo di intervento sul paziente da quando varca la soglia del pronto soccorso) dimenticandosi di controllare il ritardo preospedaliero che non è solo un fatto di trasporto, ma più gravemente è un problema di conoscenza dei sintomi e della presentazione clinica dell’infarto nelle donne, mancata conoscenza che coinvolge tutti inclusi i medici”. Le donne, infatti,  non presentano i classici sintomi dell’infarto, come il dolore toracico, ma possono presentare segni più generici come respiro corto, nausea, vomito, dolore alla schiena, al collo o alla mascella. I sintomi possono svilupparsi lentamente, nel giro di ore o giorni e addirittura comparire e scomparire. Essendo così generali possono confondere il medico, creando ritardi nel definire la diagnosi e indirizzandole in centri cardiologici non attrezzati.

I risultati ricavati col registro europeo ISACS, come è emerso in occasione dell’incontro di San Diego, riflettono anche i trend osservati negli Stati Uniti. Un recente studio americano dimostra che le donne hanno una probabilità 7 volte superiore rispetto agli uomini di ricevere una diagnosi errata e di essere dimesse dal pronto soccorso nel corso di un attacco cardiaco.

Sono pertanto necessari interventi di informazione e comunicazione della salute – conclude Bugiardini – al fine di identificare e rimuovere i fattori responsabili dei ritardi pre-ospedalieri, sviluppando iniziative che migliorino l’assistenza cardiologica tempestiva delle donne che presentano un infarto miocardico.”

Il gruppo di studiosi coordinato da Raffaele Bugiardini ha utilizzato i dati statistici ricavati dal registro internazionale ISACS-TC (International Survey of Acute Coronary Syndromes in Transitional Countries), creato per monitorare i dati di pazienti colpiti da sindromi acute coronariche e ricavare terapie ottimizzate di cura per questi pazienti, con particolare riferimento ai paesi in transizione dell’Europa dell’Est.

Il programma ISACS-TC coinvolge oltre di 112 centri di reclutamento in 18 paesi in transizione (Bosnia Erzegovina, Croazia, Romania, Serbia, Montenegro, Macedonia e altri) e un totale di 30 centri in 2 paesi industrializzati (Italia, Regno Unito) che servono come parametri di controllo.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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