Ecco le ultime notizie sulla riforma pensioni in attesa del Ddl alla Camera
Renzi tira dritto e chiude la partita sul Jobs Act: rotto lo stallo, via alla rottamazione. Superati art. 18 e co.co.co. “Nessuno resta solo”, cinguetta il Premier. Una svolta “storica”, la definisce: “Il Jobs Act toglie ogni alibi a chi dice che assumere in Italia non conviene e riconosce i diritti di una generazione finora esclusa”.
Intanto si stringe il cerchio attorno agli emendamenti: dopo l’ok del Cdm che ha approvato in via definitiva i primi due decreti attuativi del Jobs Act (contratto a tutele crescenti e nuovi ammortizzatori sociali) è attesa sul riordino delle forme contrattuali e sulle nuove disposizioni in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, oltre al ddl Concorrenza. Dubbi dalla minoranza Pd, “falsa riforma” e “libertà di licenziare”, invece, per i Sindacati. Come cambia il mercato del lavoro? Vi spiego il Jobs Act. Il punto del Sen. Giorgio Santini (PD).
Jobs Act o riforma del Lavoro Renzi: ecco cos’è e come funziona
Si tratta un programma strutturale di interventi che investe trasversalmente ambiti strategici per il futuro prossimo e non solo del Paese (occupazione, pubblica amministrazione, istruzione, scuola, giustizia, fiscalità) mettendo mano alla regolamentazione del mercato del lavoro per disegnare un sistema più flessibile, anche dal punto di vista del diritto del lavoro, europeista (la cosiddetta flexicurity), moderno ed efficiente. Obiettivi? Rilanciare, nel nostro mercato, la capacità di fare impresa, eliminare il precariato, semplificare i rapporti, creare posti di lavoro e di redistribuire la ricchezza sulla base dei principi di giustizia sociale e solidarietà.
Ma come funziona la Jobs Act, Quali sono le novità sul tavolo della Riforma del lavoro Renzi? Questi, in pillole, i contenuti e i principali obiettivi delle misure contenute nel Jobs Act per rilanciare l’occupazione, riformare il mercato del lavoro ed, insieme, il sistema delle tutele.
Con la Jobs Act si dice stop ai contratti co.co.c e co.co.pro. Novità contratto di lavoro a termine e contratto di apprendistato. Abolizione dei contratti a progetto e dell’associazione in partecipazione e rimodulazione delle altre tipologie contrattuali dal 2016. La bomba c’è e fa rumore Per quest’anno – si apprende – sarà ancora possibile stipulare questi contratti mentre anche dopo il 2016 sarà possibile stipulare co.co.co e co.co.pro con accordi sindacali. Nel caso il lavoro sia prevalentemente organizzato dal committente dovranno essere trasformate in rapporti di lavoro subordinato.
Novità anche per i contratti a termine, per i quali si prevede l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della cosiddetta causalità, fissando il limite massimo del 20% per l’utilizzo dell’istituto. Ancora, si prevede la possibilità di prorogare, anche più volte, il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni.
Per il contratto di apprendistato, invece, si stabilisce il ricorso alla forma scritta per il solo contratto e patto di prova e l’eliminazione delle attuali previsioni secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo. Si chiarisce, inoltre, che la retribuzione dell’apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore viene eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante con l’offerta formativa pubblica, che diventa elemento discrezionale.
Con la Jobs Act si smaterializza il DURC, fumata bianca per la “smaterializzazione” del DURC. Obiettivo snellire la burocrazia, superando l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti alle imprese. Per farci un’idea della rilevanza del provvedimento, ricordiamo che solo nel 2013 i DURC presentati sono stati circa 5 milioni.
Jobs Act e Delega in materia di ammortizzatori sociali
La delega ha lo scopo di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda, in caso di disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, di razionalizzare la normativa in materia di integrazione salariale.
Un sistema così delineato può consentire il coinvolgimento attivo di quanti sono espulsi dal mercato del lavoro o 2 siano beneficiari di ammortizzatori sociali, semplificando le procedure amministrative e riducendo gli oneri non salariali del lavoro. Questi i criteri direttivi:
- rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale;
- semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;
- prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;
- rivedere i limiti di durata;
- prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;
- prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;
- rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;
- incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;
- estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite;
- introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa;
- valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;
- eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.
Jobs Act e delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive
Qui l’accento va sulla necessità di garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, assicurando un esercizio unitario delle relative funzioni amministrative. Questi i principi individuati:
- razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
- istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali;
- razionalizzare gli enti e le strutture che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa;
- rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda-offerta di lavoro;
- mantenere il capo al LPS il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite sul territorio nazionale;
- mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;
- favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;
- valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.
Jobs Act e delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti
Si punta a conseguire obiettivi di semplificazione-razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. A tal fine si individuano i seguenti obiettivi:
- razionalizzare e semplificare procedure ed adempimenti connessi alla costituzione-gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo;
- eliminare e semplificare le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi;
- unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi;
- promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei;
- rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita (a parità di costo);
- individuare modalità organizzativo -gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione- gestione-cessazione del rapporto di lavoro;
- revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino.
Jobs Act e Delega in materia di riordino delle forme contrattuali
Si punta a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro, nonché a riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale secondo i seguenti obiettivi programmatici:
- individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il contesto occupazionale e produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di riordino delle medesime tipologie contrattuali;
- procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, che possa anche prevedere l’introduzione di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti;
- introdurre il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali;
- procedere all’abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le singole forme contrattuali, al fine di assicurare certezza agli operatori, eliminando ricorsività normative e difficoltà interpretative ed applicative.
Jobs Act e Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali
Finalità dichiarata della delega è quella di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, si vuole evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare. Questi i criteri direttivi:
- introdurre l’indennità di maternità, anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata;
- garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore;
- abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito;
- incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività;
- favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona.
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