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Giornalista sportivo: come diventare giornalista sportivo, requisiti

Redazione Controcampus 9 Febbraio 2014
R. C.
31/07/2024

Vuoi diventare giornalista sportivo e non sai da dove cominciare? Ami scrivere e commentare gli eventi sportivi? Se vuoi trasformare la tua passione in una professione vera e propria, Controcampus ti indica il percorso giusto da seguire! Chi è e cosa fa il giornalista sportivo? Il giornalista sportivo è un professionista nel settore della comunicazione e dell'informazione, che si è specializzato e lavora nel settore dello sport.



Una forte passione per lo sport e una spiccata attitudine alla scrittura sono il pedigree perfetto per diventare giornalista sportivo.

Generalmente i giornalisti sportivi hanno una formazione che proviene dall’ambito universitario.

Molto utile aver frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione, e si occupa di:

  • scrivere i resoconti sugli avvenimenti sportivi (cronista in senso proprio), i rapporti con i rappresentanti dei mass media, le relazioni pubbliche e la promozione delle attività sportive (addetto stampa);
  • seguire gli eventi per tracciarne il resoconto e farne la cronaca al grande pubblico;
  • intervistare i personaggi del mondo sportivo e raccogliere informazioni;
  • nella veste di addetto stampa, redigere comunicati-stampa, organizzare dibattiti e altri incontri pubblici finalizzati alla promozione del soggetto trattato.
  • Può specializzarsi in una specifica disciplina sportiva, oppure occuparsi di molte e diverse discipline: calcio, nuoto, pugilato, tennis, ginnastica artistica, arti marziali, gare automobilistiche e motociclistiche, scherma, pallanuoto ecc.

Diventare giornalista sportivo presuppone solide conoscenze nel campo sport, ottime doti di comunicazione e dialettica, spiccato senso di osservazione, ma sono le competenze specifiche di ciascuno a determinare il campo di applicazione di questa ambitissima professione.

Caratteristiche per diventare giornalista sportivo: dalla formazione all’esperienza sul campo

  • Prima condizione indispensabile è capacità dialettica, dizione e uso della voce
  • Differenza fra radiocronaca , telecronaca e diretta televisiva
  • Consapevolezza e rispetto dei tempi di una telecronaca e di una radiocronaca(sempre contingentati)
  • Preparare una radiocronaca e una telecronaca sportiva
  • Reperire informazioni utili per il commento sportivo
  • Studio degli stili di radiocronisti e telecronisti
  • Tecniche e linguaggio della radiocronaca
  • Tecniche e linguaggio della cronaca sportiva
  • Competenze “digitali” e possesso della grammatica digitale
  •  formazione/aggiornamento continui per aggiornare le proprie skills competitive

Come diventare giornalista sportivo? Misuriamo capacità e aspettative, collaborando con un giornale sportivo, magari delle nostra città o paese. Infinite le testate giornalistiche che possono fare alla bisogna: giornali sia radio che tv, free press, portali web sono sempre a caccia di giovani motivati disposti a seguire eventi sportivi di ogni genere. Primo step da affrontare per l’aspirante giornalista sportivo sarà pertanto stillare una lista di queste realtà e individuare i caporedattori e/o direttori che seguono la sezione sportiva della testa prescelta e contattarli. Non accontentatevi di inviare il classico curriculum vitae! Ma accompagnate alle vostre referenze un articolo di presentazione o di prova.

Prima di specializzarsi nel settore dell’informazione sportiva, bisogna, come per altri settori, seguire un iter formativo ben definito. Il punto di partenza è stabilire il tipo di giornalista che desideriamo diventare giornalista: pubblicista o professionista. Nell’ultimo caso ovviamente è obbligatorio sostenere l’esame per diventare giornalista.

Il pubblicista è un soggetto in possesso di un tesserino, acquisito dopo aver redatto un determinato numero di articoli in maniera continuata nel tempo per una testata giornalistica.

Le modalità per ottenere il tesserino dipendono dalle varie regioni, in media bisogna scrivere circa 70 articoli, nell’arco di due anni. Le testate giornalistiche devono essere riconosciute dai tribunali competenti secondo le norme di legge. La strada alternativa è frequentare una vera e propria scuola di giornalismo, spesso associata ad università italiane o straniere, che dura circa due anni e permette di legare la parte teorica a quella pratica con esercitazioni e stage presso redazioni sportive di carta stampata, televisive o anche radiofoniche.

Per imparare a costruire una notizia sportiva per il web, la televisione,la carta stampata o la radio, selezionare le fonti, analizzare il business dello sport, preparare e dirigere un’intervista, conoscere tutti gli attori e gli eventi in calendario, sarà fondamentale essere allenati e pronti: il mondo dell’informazione sportiva oltre ad essere competitivo è notoriamente dinamico e cangiante. L’aspirante giornalista sportiva dovrà perciò valutare opportunamente e preliminarmente il percorso di studi da intraprendere.

Quali sono i percorsi di studio e quanto costa diventare giornalisti sportivi? I costi dei percorsi per chi vuole diventare giornalista sportivo variano sulla base delle scelte che si decide di portare avanti.

Una scuola di giornalismo riconosciuta e di valida tradizione può arrivare a costare, per circa 2 anni, intorno ai 10-15 mila euro. Con vantaggio che, a conclusione del suddetto percorso, l’aspirante giornalista sportivo avrà finalmente al suo arco tutte le competenze e qualifiche richieste per potersi inserire efficacemente nel proprio settore di interesse.

Capitolo Università. Per l’aspirante giornalista sportivo che opti per il più classico percorso accademico, i costi si fanno assai variabili in considerazione anche delle tasse universitarie da sostenere, dell’alloggio se si è fuori sede, dal tempo spendibile nello studio, ma, mediamente, si viaggia intorno ai 1000-1500 euro annui. Ancora, esistono corsi formativi post-laurea specializzati nel settore sportivo. In questo caso i listini tra cui l’aspirante giornalista è chiamato a fare la sua valutazione presentano differenze più o meno considerevoli in relazione soprattutto al tipo di scuola (pubblica o privata), alla durata dei corsi e dagli attestati (più o meno prestigiosi) rilasciati. Generalmente per un corso post-lauream in giornalismo sportivo “basic” siamo nell’ordine dei 500-1000 euro.

Ecco come diventare giornalista sportivo per Carlo Nesti

Carlo Nesti giornalista sportivo

Carlo Nesti

Ovviamente per l’aspirante giornalista sportivo che vive la propria professione con passionalità quasi morbosa, ci sono volti e, soprattutto,  voci che non si dimenticano. Icone professionali,  capaci di suscitare un calore quasi familiare fino a diventare parte integrante del sport stesso.

Fra queste, Carlo Nesti, giornalista sportivo torinese, tele e radiocronista, scrittore, che, in esclusiva per Controcampus, ci racconta pro e contro di questo entusiasmante mestiere.

Giornalista, tele e radiocronista, scrittore; quasi 40 anni di carriera passati tra Guerin Sportivo, Tuttosport, 90° minuto, Dribbling, Tutto il calcio minuto per minuto. Dalle poltroncine degli stadi di mezzo mondo, a raccontare agli italiani le vicende delle Nazionali e non, fino a diventare una delle voci- mito del giornalismo sportivo tricolore. Ma chi è Carlo Nesti? “E’ la domanda più difficile, alla quale rispondere. E chi lo sa… Quanto valgono i miei pregi? Quanto i miei difetti? Vorrei essere ricordato come uno, che si è sempre rialzato, dopo essere caduto, per colpe proprie, o altrui.”

Come è maturata la sua decisione di diventare giornalista sportivo? “Non c’erano giornalisti in famiglia. Quando sono nato, nel 1955, un bambino era colpito dal pallone, e dalla tivù, che aveva cominciato a vivere l’anno prima. Metterli insieme diventava un gioco e un sogno da grandi.”

Ci sono stati dei maestri? “Due, su tutti. Lo scrittore Giovanni Arpino, al quale devo l’ingresso nel mondo dell’informazione sportiva. E il giornalista Pier Cesare Baretti, che consideravo un “fratello maggiore”, non avendolo.”

Quali sono stati i suoi primi passi da giornalista sportivo? “Ho cominciato 40 anni fa, nell’autunno 1974, con un settimanale locale: “Calciofilm”. Poi è stata la volta del “Guerin Sportivo”, del “Corriere d’Informazione”, e di “Tuttosport”, con l’assunzione.”

Molti giovani sognano, come Lei una volta, di potersi occupare di sport. Come si diventa giornalista sportivo? “Bisogna avere una passione esagerata per lo sport, in quanto questo mestiere, basato molto sui week end, non facilita la costruzione di una famiglia: il proprio tempo libero non coincide con quello degli altri.”

Quali caratteristiche professionali e morali bisogna possedere? “Bisogna sapere scrivere, e quindi prepararsi, fin dalla scuola, a diventare giornalisti, impegnandosi in una materia su tutte: l’Italiano. Chi dimentica questa base di partenza, e la sottovaluta, è un autentico cretino.”

Il riferimento ai valori morali non è casuale. Lei è uno scrittore orgogliosamente “credente”, convinto che l’attualità del messaggio cristiano possa trovare nello sport una delle sue metafore più esaustive. Sport, (soprattutto il calcio, di cui è uno dei più apprezzati conoscitori) che non è solo luogo di manifestazioni devianti e contenuti violenti, ma anche terreno di riscoperta, riscoperta di valori genuini, semplici, autentici. Per molti, come nel suo caso, anche di Fede. Di qui la sua ultima “fatica editoriale”, Il mio allenatore si chiama Gesù. Come ritrovare la sua “voce” nella bolgia dello stadio, della pista, del tifo troppo spesso esasperato? “Occorre pregare, e cioè “parlare con Lui”. Ma ciò è possibile solo sapendo cosa ci chiede, per cui una conoscenza minima del Vangelo è fondamentale. Sarebbe come avere un computer, senza il programma giusto.”

In base alla sua esperienza, quali sono le difficoltà più comuni (quelle che ha vissuto Lei stesso in prima persona) per chi sogna di diventare giornalista sportivo? Non dedicare abbastanza tempo alla lettura, e all’archiviazione di ciò, che serve per scrivere. Leggere gli altri è come innaffiare la pianta del talento. Senza acqua, è impossibile che possa crescere.”

Quali consigli sente di dare a tanti giovani appassionati ansiosi di percorrere le sue orme? “Ispiratevi ai giornalisti preferiti, ma a più di uno, cercando di far scattare il desiderio di emulazione, attraverso un “mix” personale. Poi, staccatevi dalle imitazioni, e cominciate a costruire uno stile vostro.”

Negli anni la figura del giornalista sportivo è cambiata, specie dopo l’avvento delle tecnologie digitali: Internet e, ciliegina sulla torta, i social. E non si può certo dire che lei abbia mancato l’appuntamento con la modernità, considerato l’onorata carriera che da oltre un decennio è riuscito a costruirsi sul web. Mi riferisco ai suoi canali internet, che, diciamocelo, La hanno ulteriormente avvicinata al suo pubblico. Come è stato per lei il passaggio al web? Pro e contro di raccontare lo sport on line. “Sono un caso rarissimo. Ho 58 anni, ma il Web era nella mia testa già a 10 anni, quando sognavo un mondo, in cui tutti potessero comunicare, fra loro, scambiando testi, audio e video. Il mestiere del giornalista sportiva come lo conosciamo non basta più. Nel mondo di oggi essere un giornalista non ben alfabetizzato con la tecnologia è come essere un pilota che non è bravo ad atterrare. Missione compiuta!”

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto