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Stalking e violenza sulle donne: conoscerlo e difendersi e denuncialro

R. C.
26/12/2024

Lo stalking e la violenza sulle donne: la più triste ed indegna forma di regressione psicosociale che il mondo abbia mai conosciuto.


Stalking

Stalking

L’amore e la violenza non possono e non devono coesistere in alcun modo.  Secondo recenti stime, in Italia circa 7 milioni di donne, tra i 25 ed i 40 anni, hanno subito almeno una volta nella vita molestie fisiche ad opera di persone conosciute e fidate.

Lo stalking è una patologia sociale   che, purtroppo,  riguarda anche giovani studenti. Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, nel 15% dei casi gli atti persecutori avvengono a Scuola o all’Università.

Un altro studio condotto dall’Osservatorio Nazionale sullo Stalking rivela che dal 2000 al 2012 in Italia sono state uccise 2061 donne. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un vero e proprio bollettino di guerra, di una carneficina che nel 50% dei casi è stata perpetrata soltanto 3 mesi dopo la fine di una relazione sentimentale.

Tuttavia, a render ancor più deleterio il fenomeno Stalking e Violenza è la paura. Nella maggior parte dei casi, infatti, le vittime appaiono non del tutto inclini a denunciare alle forze dell’ordine le molestie patite.

Al fin di comprendere al meglio il connubio tra stalking e violenza perpetrati ai danni di giovani studenti, abbiamo deciso d’intervistare il Dott. Domingo Magliocca, dottore magistrale in criminologia applicata per l’investigazione e la sicurezza presso l’Università di Bologna, docente di criminologia presso l’Università Internazionale di Scienze della Sicurezza e della Difesa Sociale (Unised) ed autore del manuale “Stalking. Brevi note di diritto, criminologia e tecniche investigative”.

Stalking e violenza sulle donne: il punto del Dott. Domingo Magliocca

Dott. Magliocca, che cos’è lo stalking? E quali sono le principali motivazioni che spingono uomini e donne a compiere atti persecutori?

“Il termine stalking, di derivazione anglosassone, significa “fare la posta, braccare, avvicinarsi furtivamente” e rimanda subito la mente ad una forma di molestia assillante. Infatti, lo stalking è rappresentato da un ventaglio di comportamenti ed atteggiamenti reiterati a carattere persecutorio ed invasivo posti in essere in maniera talmente assillante da un individuo nei confronti di un’altra persona, fino ad ingenerare nella persona offesa uno stato di ansia, paura e tensione psicologica tali da condizionarne ed alterarne il normale svolgimento delle attività quotidiane.

Sebbene i casi di stalking si differenzino per la durata e l’intensità, essi hanno in comune molte caratteristiche. Infatti la fenomenologia riscontrata in questa recente fattispecie di fatto-reato comprende maggiormente un insieme di minacce e molestie, non necessariamente a sfondo initmo, attuate dallo stalker per mezzo di ossessive telefonate o sms in qualsiasi momento della giornata, attraverso incontri in apparenza casuali ma in realtà architettati dallo stalker stesso, tramite comportamenti invadenti come l’appostarsi sotto casa della vittima o raggiungerla sul posto di lavoro, raccogliere informazioni sul conto della persona perseguitata, l’invio di fiori, lettere o doni che, inviati con insistenza e senza consenso del destinatario, possono urtare psicologicamente la vittima. Il comportamento attuato dallo stalker viene posto in essere per diversi motivi: il recupero di una relazione sentimentale, la vendetta per un presunto torto subìto, l’infatuazione morbosa, la dipendenza affettiva, il desiderio ossessivo di continuare a poter esercitare una forma di dominio e controllo sulla vittima. La motivazione principale che si riscontra nella casistica è il recupero di una relazione affettiva”.

Cosa dovrebbe fare per scoraggiare lo stalker

“Il consiglio che mi sento di dare è quello di denunciare, denunciare sempre, segnalare la violenza o quanto meno portare a conoscenza il disagio alle forze dell’ordine, alle associazioni di settore così da creare una rete istituzionale efficiente di protezione. Non accettare mai soluzioni al problema del tipo “aspetta e vediamo”. Non bisogna sottovalutare il fenomeno perché, nonostante lo stalking sia caratterizzato da contatti e comunicazioni indesiderate, in alcuni casi vi è un concreto pericolo che il confine tra un’azione indesiderata e/o intrusiva ed una violenta possa essere molto sottile e facilmente travalicato da un molestatore. Non bisogna sminuire il fenomeno perché la violenza dello stalking non è solo quella che si tramuta in omicidio o aggressioni fisiche ma è anche quella che mortifica, logora psicologicamente e moralmente una persona. È opportuno conservare ogni prova riconducibile allo stalking utile alle forze di polizia, annotare sempre i contatti, le comunicazioni, i comportamenti del persecutore. A seguito dell’entrata in vigore della normativa anti-stalking sono sorti nuovi strumenti operativi, come l’ammonimento o misure cautelari ad hoc nei confronti dello stalker, e centri antiviolenza a sostegno delle vittime, che consentono di contrastare in maniera ferma il fenomeno stalking”.

Stalking e violenza sulle donne: dalle patologie ai casi di giovani studenti

Quali sono le patologie mentali relative a queste due sconcertanti e biasimevoli degenerazioni criminali? Secondo Lei, in che modo andrebbero affrontati i casi di stalking relativi ai giovani studenti? Le famiglie e le scuole hanno colpe?

 “Nella casistica degli stalkers esiste una particolare figura di persecutore definita molestatore: è lo stalker che, mosso dal desiderio di appagamento intimo, insegue la vittima designata e prepara l’attacco che spesso si conclude con una violenza intima. Questo tipo di persecutore è noto anche come molestatore.  Questo genere di stalker può colpire anche bambini ed i soggetti appartenenti a questa categoria sono affetti da disturbi psicopatologici. Molto spesso il pericolo può anche provenire dal web, dai social network, luoghi virtuali potenzialmente frequentati da stalker, su cui spesso i nostri figli trascorrono ore ed ore; in questo caso risulta preziosa l’azione di vigilanza della famiglia, la comunicazione con i propri figli, la percezione che qualcosa non va per il verso giusto. Ecco perché insisto sul fatto che non bisogna mai sottovalutare lo stalking”.

Dott. Magliocca, qual è la pena prevista dal nostro codice penale per gli atti persecutori? Prima della conversione in legge e dell’entrata in vigore del decreto n. 11 del 2009, promosso dall’allora Ministro Mara Carfagna, vigeva la norma sulla violenza privata. Che cosa è cambiato dal 2009? I casi di stalking sono diminuiti?

“Prima dell’entrata in vigore della nuova legislazione in materia, l’art. 610 c.p. relativo alla violenza privata e l’articolo 660 c.p. relativo alle molestie o disturbo alle persone – inquadrato nelle contravvenzioni al codice penale, con procedibilità d’ufficio e tra l’altro inteso a difendere la tranquillità pubblica – si occupavano delle molestie e delle condotte simili allo stalking ma in modo alquanto generico ed inidoneo per fronteggiare la tipica condotta di stalking.

Pur essendo inserito nei delitti al codice penale e prevedendo la pena della reclusione fino a quattro anni, l’art. 610 c.p. non aveva la forza per fermare una condotta assimilabile allo stalking, dove il comportamento antigiuridico è caratterizzato da reiterate molestie.

Anche l’articolo 660 c.p. si mostrava inadeguato per contrastare la condotta criminosa messa in opera da uno stalker sia in termini operativi per le Forze dell’Ordine, prive degli strumenti per agire, e sia per ciò che attiene alla sanzione prevista a carico del molestatore. Infatti, la pena prevista per il soggetto attivo del reato è l’arresto o una ammenda, senza possibilità di applicare alcuna misura di sicurezza per tutelare la vittima di reato né richiedere una misura cautelare per lo stalker. Quindi, il nostro codice penale non faceva riferimento al fenomeno dello stalking in maniera particolareggiata ma perseguiva singole fattispecie di reato (molestia, minaccia, ingiuria, danneggiamento, violenza privata) che, messe in pratica da un molestatore, sarebbero state associate totalmente allo stalking, che però non aveva ancora una forma giuridica.

  Il Decreto Legge  nr. 11 del 2009 ha portato una modifica al codice penale introducendo il reato di atti persecutori previsto dall’art. 612 bis c.p. e punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni, pena che consente la richiesta di misura cautelare nei confronti dello stalker. Come accennato precedentemente, una delle principali novità della normativa anti-stalking consiste, nel caso di vittime che non vogliano ricorrere subito all’istituto giuridico della querela, nella possibilità che la persona offesa esponga i fatti all’Autorità di Pubblica Sicurezza avanzando richiesta di ammonimento nei confronti dello stalker.  Inoltre la nuova legislazione vigente in tema di stalking ha introdotto una specifica misura cautelare prevista dall’articolo 282 ter c.p.p consistente nel divieto imposto dal Giudice al soggetto attivo di reato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima nonché l’obbligo di mantenersi ad una determinata distanza da tali luoghi o dalla persona offesa, vietando anche di comunicare con qualsiasi mezzo con la persona offesa o con le persone a lei vicine.

Questo è un aspetto molto importante. Infatti, è evidente come il Legislatore abbia voluto allargare il raggio di operatività di alcune specifiche misure cautelari come quella già prevista dall’articolo 282 bis c.p.p (Allontanamento dalla casa familiare) da doversi applicare esclusivamente nelle fattispecie criminose commesse da un familiare convivente nei confronti dei prossimi congiunti o conviventi ed introdurne nuove ben più specifiche nel caso di fatti commessi anche da un non convivente o da un estraneo, come avviene nei casi di stalking. 

Il Decreto Legge 11 del 2009 ha, quindi, favorito una collocazione giuridica dello stalking nel sistema penale e sanzionatorio italiano così da mettere in luce un fenomeno, quello delle molestie assillanti, sempre esistito ma che non aveva trovato prima uno spazio giuridico ben delimitato. Non possiamo affermare con certezza se con le nuove norme in materia i casi di stalking sono diminuiti realmente o se la causa di una possibile diminuzione del reato di atti persecutori sia attribuibile alla mancanza di volontà a denunciare per paura di ritorsioni, per timore di compromettere ulteriormente la quotidianità violata, ma comunque possiamo dire che già nei primi dieci mesi dall’entrata in vigore della Legge sullo stalking oltre 500 persone erano state arrestate e circa 3000 deferite alla Autorità Giudiziaria, segno che la Legge ha avuto un buon effetto sanzionatorio su un problema molto presente nella società”.
Stalking e Violenza: L’opinione scientifica relativa al connubio tra stalking e violenza espressa dal Criminologo Magliocca ha il merito di porre l’accento sia sull’importanza della denuncia tempestiva, sia sulla principale causa scatenante degli atti persecutori: l’abbandono del partner.

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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto