14 novembre 2012, Roma: parte della città è stata bloccata dai manifestanti e giovani studenti I cortei principali sono due: i Cobas che sfilano per i lavoratori in concomitanza con lo sciopero generale europeo che è partito alle ore 9.
00 da Piazza Repubblica per recarsi a Piazza Santi Apostoli, l’altro, promosso dalla Cgil, è partito circa mezz’ora dopo da piazza Bocca della Verità a piazza Farnese. Gli studenti della Sapienza sono partiti da piazza Aldo Moro per raggiungere i Cobas, quelli medi da Piramide: studenti e sindacati per protestare contro le misure di Austerity del Governo. Gli striscioni parlano chiaro: “Così come ci volete non ci avrete“, “Ci avete rubato il futuro! State dissanguando il popolo italiano“…
Il desiderio di far sentire la propria voce, l’orgoglio di affermare il significato della propria esistenza in quanto cittadini e individui, uniti alla consapevolezza dell’attuale situazione economica e politica di un Paese che ha perso sovranità popolare ed economica: ecco da cosa nasce la manifestazione.
Si vuole mettere in crisi il sistema produttivo, le attività commerciali, i profitti dei padroni ma il problema principale ce lo spiega Claudio Messora, videoblogger italiano autore del Blog Byoblu:
– Lo sciopero significa mettere in crisi il sistema produttivo, bloccare le attività commerciali, ridurre i profitti dei padroni. Tutto vero, in teoria. In pratica, negli ultimi anni la voce di chi protesta non solo non viene ascoltata, ma spesso non viene neppure percepita. Essa sprofonda in mezzo alla confusione, alle urla, alle sirene, e nessuno riesce a decifrarla. Ma tutti sanno bene come strumentalizzarla. Quanto poi a mettere in crisi il sistema produttivo, nutro seri dubbi circa la reale efficacia di queste manifestazioni. Domani ci saranno vetrine spaccate da risistemare, sampietrini divelti da reinserire sul selciato dei viali, auto incendiate da ricomprare. Magari il piccolo commerciante o l’operaio subiranno danni gravissimi, ma il “Sistema”, come molti lo chiamano, finirà per guadagnarci. La protesta è, in generale, un atto meraviglioso, ma il modo di esercitarla è ormai fallimentare. Lo abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti e lo trasmettiamo a quelle successive, senza rinnovarlo. Come un’abitudine, una tradizione…
Qual è l’obiettivo? Costringere alla ritirata un blindato? Ne arriverà un altro. Conquistare una piazza? Verrà liberata. Negli ultimi anni i manifestanti arrivano con i caschi, con le maschere antigas, si dispongono a mo’ di testuggine romana, con materassini o assi di plexiglass. E’ proprio quello che il Palazzo vuole: avere come spalla manifestanti organizzati, minacciosi e armati di tutto punto. Che facciano il maggior numero possibile di danni, che mettano a ferro e fuoco, a soqquadro la città. Che ingaggino tafferugli con le forze dell’ordine usando tecniche da guerriglia urbana. Magari che ci scappi il morto, così che si possa invocare la parola magica, “repressione”, e si possano dare ampi poteri alle forze armate, nel consenso generale dell’opinione pubblica, magari dichiarando lo stato d’assedio.
È il caso di ripensare la protesta. Di esprimere la rabbia e l’indignazione in forme diverse, più costruttive, più pericolose per il Potere. Si potrebbe cominciare, ad esempio, ad occupare le sedi locali e nazionali dei giornali e della RAI. Farebbe molto più rumore un TG interrotto dall’arrivo di manifestanti che si impossessano di microfoni e telecamere, che non un liceo autogestito a oltranza dagli studenti che si barricano dentro l’aula magna finché non arriva la Digos a sgomberarli. E poi, visto che tutti la definiscono la dittatura delle banche, si potrebbe provare a colpirla ritirando i soldi dai conti correnti e mettendoli sotto al materasso, almeno finché le banche non torneranno ad assumere il loro ruolo originario, quello vicino ai risparmiatori. –
I giovani, quelli che non sapranno mai cosa vuol dire beneficiare di un qualcosa chiamato pensione, quelli che si vedono senza futuro scendono in piazza facendo l’unica cosa che è nel loro potere, quelli pacifici come Irene Criscuolo, studentessa romana alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza ci spiega perchè oggi ha deciso di scendere in piazza e aderire alla manifestazione:
La giornata di mobilitazione e’ stata convocata dalla confederazione europea dei sindacati e coinvolge 23 Paesi, è stato deciso di manifestare per il lavoro e la solidarietà e contro l’austerità che ha acuito la crisi e alimentato la recessione. La Ces chiede un “cambio di rotta” verso “un patto sociale per l’Europa”, con una politica economica che stimoli crescita, occupazione e giustizia sociale. I lavoratori, attacca la Ces, stanno pagando “a caro prezzo” crisi e rigore: “25 milioni di europei non hanno lavoro. In alcuni paesi il tasso di disoccupazione giovanile oltrepassa il 50%. Il Paramento europeo approvò il Pacchetto Governance che prevede che gli Stati conducano una politica fiscale e di bilancio che assicuri tanto la stabilità interna quanto quella complessiva dell’Unione Monetaria, evitando squilibri eccessivi e tendendo al pareggio di bilancio. Il mancato rispetto degli obiettivi può dare avvio ad una procedura di infrazione. Oggi quasi tutti gli Stati che adottano l’ euro hanno un debito superiore al 60% del PIL mentre Grecia ed Italia addirittura hanno un debito più che doppio rispetto al massimo consentito. Il nuovo Patto di Stabilità prevede un percorso obbligatorio di riduzione del debito pubblico. In conclusione per rispettare gli impegni presi con l’ unione europea gli stati stanno mettendo in ginocchio i loro cittadini.
Oggi in Italia siamo scesi in piazza per manifestare lo sdegno causato dalle misure restrittive attuate da un governo tecnico che privilegia il pareggio del bilancio e non il benessere dei cittadini. Con questa manifestazione si è voluto riaffermare il diritto allo studio e la necessità di un radicale cambiamento del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema produttivo e soprattutto la necessità di finanziamenti consistenti su scuola, Università e ricerca. Serve poi un nuovo piano sull’accesso ai saperi che renda l’istruzione libera e riconosca l’apprendimento permanente come un diritto fondamentale di cittadinanza. In conclusione ciò che gli studenti chiedono al governo Monti è la cancellazione dell’aumento del 33% dell’orario di lavoro per gli insegnanti, la cancellazione della deportazione dei non idonei, della legge Aprea-Ghizzoni, lo sblocco degli scatti di anzianità, i diritti sindacali e quindi l’ abrogazione dell’ art 8 della legge 148 del 2011 e la non abrogazione dell’ articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Iosono una studentessa di giurisprudenza che in poco tempo si è trovata la prima tassa universitaria raddoppiata e costretta a dover seguire le lezioni in tensostrutture disposte sul “pratone”. Le tendostrutture sono state una soluzione di Frati per ovviare al problema della mancanza delle aule nella mia facoltà, dal momento che è da tre anni che quattro di esse sono in ristrutturazione. Penso che voler studiare in aule degne di questo nome e non dover strapagare l’istruzione universitaria che sostengo sia un diritto di tutti gli studenti –
Il governo tecnico, come viene chiamato, privilegia il pareggio del bilancio e non il benessere dei cittadini come ci spiega Irene, ma il fattore più grave è che, in meno di un anno di governo Monti, il debito pubblico ha subito un sostanziale aumento e non un calo.
I giovani sono davvero stanchi, stanchi di non avere un futuro, stanchi delle ingiustizie che subiscono sia direttamente che indirettamente, forse la maniera di esprimere il proprio dissenso non sta arrivando alle orecchie dei “padroni”, ma loro non sanno che le loro orecchie da mercante porteranno ancora lacrime e sangue e questo è solo l’inizio… …o forse lo sanno e l’unica cosa che loro importa sono le loro poltrone.
Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario.
La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it.
Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione
Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico.
Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali
Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata.
Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto
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