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Scoperte Piramidi in Antartide

Redazione Controcampus 21 Ottobre 2012
R. C.
21/08/2024

Scoperte Antiche Piramidi in Antartide Circa due anni fa, il Vinson Team, un’equipe di esploratori americani ed europei impegnata in una spedizione in Antartide, dichiarò di aver scoperto tre strutture a forma piramidale ricoperte di ghiaccio.



Stando alle notizie riportate da alcuni network stranieri, i ricercatori sarebbero riusciti ad individuare e fotografare le presunte piramidi senza grandi difficoltà; perché visibili ad occhio nudo. Due di esse si troverebbero a circa 10 chilometri dalla costa, mentre la terza sarebbe situata in prossimità del mare. Sebbene siano trascorsi due anni dalla divulgazione della scoperta e dalla pubblicazione delle foto, i ricercatori, oberati dalle intricate condizioni climatiche, non sarebbero ancora riusciti ad effettuare le analisi scientifiche necessarie per stabilire se le strutture siano o meno artificiali.

Il condizionale è d’obbligo perché, a quanto pare, il Vinson Team e i ricercatori inviati in loco per eseguire le indagini scientifiche, avrebbero adottato una strategia comunicativa dai toni a dir poco pacati. Finora, l’equipe non ha ritenuto opportuno rilasciare molte informazioni. Tuttavia, le immagini diffuse via internet hanno fatto in breve tempo il giro del mondo, destando stupore ed incuriosendo moltissimi internauti. Al di là del riserbo e dell’opinabile veridicità delle foto, bisogna dire che le presunte piramidi del Polo Sud rappresentano motivo di stupore non soltanto per i soliti amanti del complotto post-orwelliano, bensì anche per molti seguaci del verbo dantesco. Infatti, se i primi sostengono possa esservi una sorta di legame con Atlantide e, perché no, con le piramidi egizie, i secondi, invece, amanti dei libri oltre che delle sole civiltà antiche, ritengono sia verosimile interpretare la scoperta in chiave esoterica, lasciando assurgere l’Antartide al rango di Imperitura, Terra Sacra, sede del Grande Respiro. I primi, superficiali lettori di blog pan-ufologici, sostengono apertamente le proprie tesi. I secondi, consapevoli divoratori di libri antichi e sacri, invece, sanno che certe cose non dovrebbero mai essere divulgate, soprattutto dandole per certe, e pertanto mantengono uno stretto riserbo. Del resto, per dimostrare qualcosa servono le prove. E finora di prove, non ve ne sono a sufficienza. Quindi, tanto vale aprire una breve parentesi.

 

L’Antartide secondo Dante e la Blavatsky

Piramidi viste dal monte Vinson

Alcune correnti di pensiero, infatti, sostengono da qualche tempo l’esistenza di un legame esoterico tra Divina Commedia ed Antartide. Il mito di Fetonte, citato a chiare lettere nel Traforo del Frejus (Torino), in realtà non sarebbe altro che una rievocazione storica di fatti realmente accaduti migliaia di anni or sono, nelle antichissime terre del continente antartico, sede dell’Eden biblico. Secondo i sostenitori di questa teoria, l’Eden, il paradiso biblico, quel luogo che Dante descrive esser caratterizzato dalla presenza nel cielo di quattro stelle luminose, sarebbe l’Antartide, la terra in cui dimorò la prima gente e sul cui suolo si schiantò Lucifero, l’angelo ribelle portatore di conoscenza e “gravità”. A render non del tutto fantasiosa questa teoria, sarebbe un dato astronomico: le quattro stelle citate nella Divina Commedia, infatti, potrebbero simboleggiare la Croce del Sud, una costellazione osservabile, come afferma anche H.P. Blavatsky, soltanto dal continente antartico “culla del primo uomo e dimora dell’ultimo divino mortale”.  

Al di là dell’accentuata enfasi emotiva suscitata dagli scritti dell’Alighieri e della Blavatsky, è opportuno citare qualche altro dato scientifico che possa offrire al lettore un’idea generica  delle caratteristiche australi. Ufficialmente, l’Antartide è stato scoperto soltanto nel 1820. La teoria avallata dai sostenitori del credo dantesco, dunque, incontra un ostacolo temporale di non poco conto. E’ illogico ipotizzare che Dante fosse a conoscenza del Polo Sud, prima che la scienza ufficiale divulgasse la notizia della sua esistenza. Le prime installazioni scientifiche sul suolo antartico, tra l’altro, risalgono al 1950. Ne consegue che nelle epoche anteriori, nessun essere umano abbia mai potuto esplorare le risorse naturali e paesaggistiche del polo sud. Pertanto, risulta a dir poco inverosimile l’ipotesi secondo cui Dante avrebbe visitato la Terra Sacra nel lontano 1321. Al di là di questa paradossale vicenda, è necessario fornire qualche altro dato relativo all’emisfero australe. La scienza ufficiale, in un recente studio, ha ritenuto verosimile ipotizzare che circa 53 milioni di anni fa in Antartide vi fossero condizioni climatiche temperate. Poi, in seguito all’inversione dei poli magnetici terrestri, il polo sud si sarebbe raffreddato fino ad assumere le odierne connotazioni geografiche. Tutto ciò, lascia ampio spazio a quelle teorie che vorrebbero retrodatare la storia dell’uomo ed invitare a credere nell’esistenza di ancestrali civiltà perdute. Legittima ambizione, non c’è che dire. Per un cattolico, in realtà, credere nell’esistenza dell’Eden terrestre, non dovrebbe rappresentare nulla d’illogico. Ma per ora, queste sono soltanto supposizioni. La scienza ufficiale non ritiene sia plausibile avallare l’ipotesi di una retrodatazione storica, perché non esistono né gli indizi né le prove tali da sovvertire l’ordine precostituito degli eventi finora registrati come certi.

L’Intervista

Intervista a Giannichedda

La terza Piramide visibile dal mare

Ad ogni modo, per quanto ufficiose e paradossali, le immagini catturate e divulgate dal Vinson Team, alimentano molteplici dubbi, quesiti e perplessità. Pertanto, al fin di sciogliere i nodi della questione antartica, Controcampus ha deciso di intervistare il Prof. Enrico Giannichedda, docente di archeologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore ed autore di numerose ed interessanti monografie.

Professor Giannichedda, potrebbe parlarci delle datazioni radiocarboniche? In che modo un archeologo riesce a datare un fossile con il carbonio 14?

In estrema sintesi: ogni essere vivente assume dall’atmosfera, o dai nutrienti, particelle di carbonio. Una parte di queste è costituita dall’isotopo radioattivo C14 in una proporzione Carbonio / C14 che è data come costante. Alla morte dell’individuo l’isotopo radioattivo decade, ovvero si dimezza in un periodo di tempo noto. Misurando quanto C14 si trova in resti organici (ossa, carboni eccetera) si può valutare il tempo trascorso dalla morte dell’individuo corrispondente. Il metodo è analiticamente complesso, ma l’affidabilità delle datazioni che se ne ottengono è altissima.

 

Le origini dell’uomo sono davvero così recenti?

Sono recenti se si pone, per pigrizia intellettuale e adesione a tesi preconcette, un punto d’inizio arbitrario: ad esempio nella comparsa dell’Homo Sapiens. Ma le origini sono antichissime se si accetta, e le prove sono moltissime, che l’origine si perde in un continuum temporale che rinvia a epoche molto antiche e ad un albero genealogico complesso e ricchissimo.

 

Crede che l’archeologia ufficiale possa in qualche modo occultare alcune scomode verità? Oppure non c’è nulla da “svelare”?

Perché un archeologo dovrebbe occultare qualcosa che potrebbe renderlo famoso? Ovviamente in ogni campo dello scibile umano c’è molto da studiare, ma l’idea di “svelare” misteri nulla ha a che fare con la ricerca rigorosa basata sullo studio delle evidenze materiali.

 

Secondo Lei, le fantomatiche piramidi dell’Antartide sono l’ennesima bufala del web oppure rappresentano una scomoda prova da occultare al fin di preservare l’inossidabile teoria dell’evoluzione ?

Bufala, bufala, bufala! Quella che si definisce teoria dell’evoluzione è, in realtà, fra i fatti scientifici meglio documentati e per i quali si dispone del più gran numero di prove possibili.

Fonte Foto

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto