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Nuovo ordine mondiale: realtà o letteratura complottasti?

Redazione Controcampus 17 Luglio 2012
R. C.
06/08/2024

Esegesi della Teoria del Complotto.



 Il 1800 fu il secolo delle rivoluzioni, il 900 dei totalitarismi, il ventunesimo secolo, invece, dovrebbe essere l’epoca del nuovo ordine mondiale o almeno così sembrerebbe.

Il condizionale è d’obbligo, anche se molti intellettuali sono convinti vi siano già i presupposti per ritenerlo attivo.

Ma cos’è il Nuovo Ordine Mondiale? Realtà o letteratura complottasti? Da circa dieci anni, il world wide web ci offre opportunità gnoseologiche immediate e tremendamente funzionali. Con un semplice click possiamo effettuare traduzioni, ricerche, studi, leggere libri, acquistare beni di consumo, chattare con persone che si trovano dall’altra parte del pianeta. Con un semplice click, insomma, possiamo fare davvero tutto. Internet, infatti, è una sorta di albero della conoscenza creato per renderci edotti sull’esistenza dell’eros e del thanatos e sull’evidente dicotomia tra bene e male.

Tuttavia, la rete è in grado di offrire agli internauti anche la possibilità di scorgere con i propri occhi, la venerata e cruda verità. Spesso capita di imbattersi in siti che trattano temi d’impronta complottista. Tali argomenti, di norma, hanno un unico comune denominatore, rappresentato dal famigerato Nuovo Ordine Mondiale (Nwo).

Stando ad alcune fonti bibliografiche, il Nwo sarebbe rappresentato da una sorta d’oligarchia, dalle intenzioni egemoniche e tutt’altro che pacifiche. Dan Brown, ad esempio, descrive e resuscita il mito degli illuminati, un’organizzazione dagli scopi altamente nefasti. Secondo Aristotele l’oligarchia non è altro che la degenerazione dell’aristocrazia. Tuttavia, al di là delle fonti bibliografiche e dei documenti postati sul web, esiste una sottile linea di demarcazione che deve essere analizzata. Mi riferisco alla dicotomia tra le correnti di pensiero filo ed anti complottiste.

 A mio avviso, non esiste alcun complotto; anche perché mancano le prove. Tuttavia, credo sia necessario tentare di dimostrare questa mia, confutabile, asserzione attraverso i principi della logica. Per tentare di dimostrare l’inesistenza del complotto, bisogna porre l’accento su due grandi correnti letterarie: la letteratura complottista e la letteratura distopica.  

L’aver concesso all’uomo il potere d’interrogarsi sulle ragioni della sua finitezza è la più atroce delle condanne. La verità, in fin dei conti, potrebbe essere molto più acre di quanto si possa credere, e, pertanto, sarebbe meglio accettare il silenzio delle sue ombre, piuttosto che restare accecati dalla sua lucentezza. L’umanità potrà salvarsi soltanto attraverso l’eradicazione delle esacerbanti aporie del materialismo, dell’edonismo e del male.

Il dramma del Mondo alberga nel male insito in ogni essere umano. Il potere, per quanto ostile e nefasto, non è altro che uno strumento del male, non la causa di esso. Emblematico e profondamente significativo appare, a tal proposito, il monologo tratto da Il Divo di Paolo Sorrentino: “Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del Paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. (…) Abbiamo un mandato, noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa, e lo so anch’io. (…) Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto, Giovanni, Mino, il caro Aldo, per vocazione o per necessità ma tutti irriducibili amanti della verità. Tutte bombe pronte ad esplodere che sono state disinnescate col silenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo, e noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta”.

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” 1984. Così nacque la letteratura distopica ( cioè anti utopica) usata in chiave anti-totalitarista. Grazie alla potente intuizione di George Orwell. Nella Fattoria degli Animali, i maialini ribelli, in realtà, raffigurano gli uomini che credono di poter salvare il mondo dalle grinfie del male. Orwell, tuttavia, c’insegna che il male è un dato indissolubile dell’esistenza. Infatti, ottenuta la libertà, gli animali della fattoria, guidati dai maialini ribelli, dopo un iniziale periodo di gioia e fratellanza, si trasformano in bestie assetate di potere; proprio come il loro padrone.

Fino a prova contraria, le teorie del complotto o della cospirazione appaiono inverosimili, paranoiche e, soprattutto, indimostrabili. A ciò va aggiunto, un ulteriore dato catartico. L’umanità, per quanto possa apparire complessa, è, in realtà, a detta di molti scienziati e filosofi, piuttosto frivola e vulnerabile. Pertanto, al fin di porre rimedio a simili aporie, l’intellighenzia umana ha eretto, a vessillo della propria cultura, il famigerato e salvifico rasoio di Occam: A parità di fattori, la soluzione più semplice è quella da preferire.

Quindi, se dovessimo optare per la scelta più semplice e funzionale, di certo dovremmo affermare, con toni pragmatici, l’inesistenza di un complotto oligarchico. Se, invece, volessimo fare appello alla filosofia scientifica del 1900, faremmo un ulteriore buco nell’acqua. Karl Popper, infatti, sostiene che le teorie e le asserzioni che non sono falsificabili di principio non sono scientifiche, ergo sono semplici dichiarazioni di esistenza non circostanziata.

La teoria del complotto è ritenuta vera dagli epigoni di Orwell, al di là di qualsiasi verifica sperimentale. Anche questo dato la rende tutt’altro che attendibile. A partire dal 1960, la teoria del complotto fece il suo ingresso sulla scena mondiale. Così ebbe inizio una singolare caccia alle streghe, espletata ai danni di una organizzazione che, a detta di tutti, sarebbe potentissima e controllerebbe ogni cosa in segreto.

Gli scrittori del complottismo sono: Umberto Eco ( Il pendolo di Foucault 1988), Dan Brown (Codice da Vinci e Angeli e Demoni), Shea e Wilson( autori della Trilogia degli Illuminati, la migliore opera di finzione sui complotti del XX secolo 1960), Lovecraft, Leo Zagami ( autore, invece, della migliore Trilogia del XXI secolo), ed il regista del film Zeitgeist.

Orwell non è un anticomplottista, bensì un adepto della letteratura distopica (anti utopia). Con infinita saggezza esortò a non credere alle favole ( La fattoria degli animali) e ad accrescere lo spirito critico e la coscienza, a dubitare di tutto, persino di noi stessi. In fin dei conti, come lui stesso afferma nell’opera 1984: “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario… ma siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto” .

Al di là delle distinzioni, più o meno evidenti, tra letteratura distopica e letteratura cospirativa esiste un unitario punto comune: la non accettazione di una realtà sempre indesiderata e l’impossibilità discernitiva tra atto volitivo e coincidenza. Il filosofo Adorno scrisse che: ” l’industria culturale è uno degli aspetti più caratteristici e vistosi dell’odierna società tecnologica; essa è il più subdolo strumento di manipolazione delle coscienze impiegate per conservare sé stesso e tenere sottomessi gli individui”.

Alla luce di quanto scritto, devo concludere affermando che né la teoria del complotto né le tesi di un ritorno al totalitarismo illuminato siano ipotesi accettabili, almeno fino a prova contraria. In realtà, da un punto di vista prettamente logico, se si afferma l’esistenza di un’aggregazione ultrapotente e segreta, ma poi si dichiara di conoscerne ogni minimo dettaglio, c’è qualcosa che non quadra: o non esiste nessuna organizzazione con intenzioni cospirative, oppure, chi afferma il contrario gioca con i paradossi del mentitore.

Personalmente, rimango scettico, fino a prova contraria, e, ad ogni modo, incline ad accettare, senza identificazioni, qualunque asserzione a patto che sia idonea ad apportare utilità all’umanità. Tuttavia, onde evitare conclusioni affrettate e deduttive, ritengo sia il caso di espletare ulteriori verifiche. La seconda parte della trattazione, infatti, è caratterizzata da un’intervista esclusiva e a dir poco sconcertante. 

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto