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UniPi: aperte le iscrizioni, rimangono i problemi.

29 Luglio 2010
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31/08/2024

L’Università di Pisa apre le iscrizioni per l’anno accademico 2010/2011.



Non mancano, tuttavia, le polemiche e le discussioni sulla politica del Rettore uscente e sulla reale offerta didattica che l’ateneo potrà garantire a coloro che iniziano il percorso universitario.

La maggior parte delle Facoltà ha congelato la propria programmazione didattica, la maggior parte dei ricercatori ha dichiarato che non salirà in cattedra senza un “regolare” contratto.

Il Preside della facoltà di Scienze, Umberto Mura, ha pubblicato un intervento sulla homepage del sito della Facoltà da lui presieduta. Si tratta di un documento molto duro nei confronti del Rettore incentrato sui temi della trasparenza e della democrazia.

L’incipit “ognuno per sé” è l’emblematico riassunto di quella che, secondo il Professor Mura, è la strategia che il Magnifico Rettore Pasquali ha adottato per risolvere nel modo più silenzioso e minimizzare i problemi di programmazione didattica che, ad eccezione di Medicina, accomunano tutte le Facoltà dell’Università di Pisa.

Si legge dal documento: “La dichiarata indisponibilità di numerosi Ricercatori ad accettare incarichi di insegnamento finora tenuti su base assolutamente volontaria e che ha trovato il sostegno di una gran parte dei docenti, anch’essi non più disposti ad interventi di volontariato in emergenza per sopperire alle ormai insostenibili ed inaccettabili carenze strutturali della didattica, sta mettendo in seria difficoltà la normale offerta didattica di diversi Corsi di Studio”.

In parole povere: che cosa succederà a chi si iscrive quest’anno? Il Preside di Scienze è molto chiaro a riguardo: “sono potenzialmente a rischio non solo l’assetto organizzativo di alcuni Corsi, ma, per alcuni di essi, a meno di improponibili formali accorpamenti disciplinari, la loro stessa attivazione; un evento che è stato considerato possibile dalla stessa Assemblea Generale della CRUI (documento dell’8 luglio 2010). Il Consiglio della Facoltà di Scienze M.F.N. nella sua delibera del 15 giugno u.s. ha addirittura paventato il rischio, perdurando l’attuale stato di agitazione, della non attivabilità di Corsi di Laurea triennale; una dolorosa evenienza che né i docenti né i ricercatori della Facoltà che presiedo auspicano, ma che il senso di protezione nei confronti dei nostri studenti, quelli che già frequentano i nostri corsi ed i nostri laboratori, impone di valutare. Una eventualità che mi auguro possa essere sventata, ma che, voglio sottolinearlo, sarebbe il primo concreto danno che la società civile, le famiglie, potrebbero subire quale risultato delle insostenibili limitazioni finanziarie e di prospettiva imposti dalle scellerate scelte che chi ci governa ha fatto e continua a fare per (o contro) l’Università pubblica del nostro Paese“.

Un problema – scrive ancora il Professor Muradel quale la Politica (quella con la “P” maiuscola), quella di chi ci governa e quella di chi ci ha governato, dovrebbe farsi carico con urgenza e lungimiranza. Tuttavia, per chi è oggi alla guida dell’Ateneo pisano va tutto bene; nessun messaggio agli studenti e alle loro famiglie, che a partire dal 26 di luglio si presenteranno agli sportelli delle segreterie o a quelli di Matricolandosi e sicuramente a quelli degli Uffici Postali, per procedere alle iscrizioni. Nessun segnale che quel che compare sul Manifesto degli Studi approvato alcuni mesi fa sia stato scosso da avvenimenti che ne mettono a rischio, sia pure in parte, la piena attuazione”.

Il documento passa, infine, all’attacco del Rettore, reo, non solo, di non aver preso una chiara posizione di dissenso nei confronti del DDL Gelmini, ma anche di aver negato un momento di discussione e di analisi sulle difficoltà che l’Università italiana sta affrontando.

Tutto va bene quindi – conclude sarcasticamente il Preside di Scienzee possiamo goderci i messaggi di compiacimento del Rettore sul piazzamento del nostro Ateneo nelle graduatorie di qualità (ora è il turno della valutazione del Censis-La Repubblica, in cui la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze ha peraltro motivatamente deciso da tempo di non farsi coinvolgere) la cui opinabilità è palesata dalla altalena dei giudizi che ad esse vengono indirizzate, indipendentemente dal posto in graduatoria dei soggetti in vetrina“.

Non è più tempo di nascondere i problemi dietro una classifica di qualità, né di aspettare che tutto si risolva magicamente. Per aggiustare qualcosa bisogna sapere cosa si è rotto e per saperlo bisogna sondare, analizzare, discutere. Oggi, oltre ai tagli economici, ci stanno “tagliando” la capacità di analisi e la discussione. Vogliono farci credere alla favoletta che tutto va bene perché la classifica del Censis premia la qualità della didattica pisana? Bene, smettiamo di crederci!

Marianna Brescia

© Riproduzione Riservata
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