Numerosi gli attori, i registi intervenuti. A protestare contro le misure del governo c’erano tra gli altri Fabrizio Gifuni, Moni Ovadia, Renato Zero e il regista Daniele Luchetti, reduce dai successi di Cannes. La manifestazione è iniziata con il lancio in aria, sorretto da palloncini neri, di un telone con la scritta ‘Cultura: omicidio di Stato’.
Il sit-in di protesta è stato fortemente voluto ed organizzato dal MovEm09 – Movimento emergenza cultura spettacolo lavoro (movimento culturale che raggruppa tutte le associazioni e sigle sindacali del mondo della cultura e dello spettacolo), da Slc-Cgil, Sai, Fistel-Cisl, Fai, Uilcom-Uil, Unda, Fnsi, Usigrai. Le maestranze presenti hanno spiegato le motivazioni in un manifesto dal titolo: ‘La cultura è futuro’.
Dal palco sulla piazza, riempita dai lavoratori delle fondazioni liriche dal Nord fino alla Sicilia, sono intervenuti tra gli altri, Carla Fracci, Giulio Scarpati, segretario del Sai-Sindacato attori italiano, Fabrizio Gifuni, Valerio Mastrandrea, e i registi Mario Monicelli, Daniele Lucchetti, Vittorio Sindoni; anche giornalisti come Roberto Natale dell’Usigrai; scrittori come Lidia Ravera e Dacia Maraini; ma anche personaggi dello spettacolo come Simona Marchini. Ha moderato gli interventi dal palco il giornalista Rai, Santo Della Volpe.
L’intervento di Giulio Scarpati, segretario del Sai (Sindacato attori italiani), presente a Piazza Navona, è stato molto duro, ha dichiarato che: “Protestiamo – perchè da questo governo arrivano solo tagli indiscriminati alla cultura. Non c’è un progetto, ed è un peccato perchè non è vero che la cultura non serve a niente, ma al contrario può essere produttiva”.
Inoltre, ha sottolineato come “Neanche a noi piace la situazione esistente, sono anni che chiediamo riforme per rilanciare il settore ma per questo servono investimenti. L’Italia è un Paese che esporta cultura e per questo va valorizzato ‘l’artigianato’ delle nostre produzioni”. Infine, ha aggiunto: “Io cerco di difendere soprattutto i giovani attori che sono quelli che di più soffrono per la crisi economica, rispetto agli interpreti già affermati”. La soluzione per Scarpati sarebbe dunque, quella di “unire la lotta dei lavoratori dello spettacolo e della cultura a quella contro i tagli a formazione, ricerca e scuola, che sono i più gravi, perché sono ambiti tutti collegati tra loro”.
Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil, ha dichiarato che era doveroso scendere in piazza per “difendere alcune libertà fondamentali che oggi nel nostro Paese sono in pericolo. Il diritto degli artisti italiani a poter continuare a fare cultura, il diritto alla sicurezza e ad avere un’informazione pluralista”. Tutti hanno sperato che il motto “La cultura è un diritto. La cultura è una risorsa”, possa arrivare anche al Ministro Bondi, il cui decreto è stato aspramente contestato dai presenti e che continua ad asserire come i tagli siano rivolti agli sprechi e non alla cultura in generale.
Emilia Basile